Passando al lato più tecnico, in termini di emissioni, quanto si risparmia?
In questi mesi abbiamo fatto uno studio su un’applicazione reale, creando un’installazione non solo legata al fotovoltaico, ma alla gestione dell’energia intelligente, in grado di portare un risparmio in bolletta ma anche ambientale in termini di emissioni agli utenti. E questo come? Spostando i consumi dal gas all’elettrico. Cercando quindi di alimentare l’elettrico dall’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico, stoccata poi dalle batterie e utilizzata quindi in maniera differita. Anche se durante la sera o la notte non viene prodotta energia dall’impianto, durante il giorno si ha la possibilità di immagazzinare quella in eccesso nelle batterie e riutilizzarla così durante le ore di buio. Un processo che, tra qualche tempo, sarà accompagnato anche dalla possibilità di utilizzare e di sostituire l’auto tradizionale con l’auto elettrica.
Oggi nella maggior parte dei casi si ragiona su macchine ibride plug in, dove comunque il fatto di avere dei sistemi di ricarica può consentire all’autovettura di fare, poi dipende dai modelli, 80km,90km, 100km o 120km completamente in elettrico, e questo può consentire al proprietario dell’auto di fare degli spostamenti casa-lavoro, lavoro-casa o anche per fare altre cose durante il giorno tranquillamente muovendosi solo con l’elettrico. Da mettere a fuoco quindi non solo il fotovoltaico, ma il solare integrato ad altre tecnologie.
Infatti, i sistemi equipaggiati con tali soluzioni riescono ad arrivare anche a valori che arrivano all’80% di risparmio, in termini di costi energetici totali, nei quali vengono inclusi riscaldamento, acqua calda e alimentazione dell’autovettura. Tutto ciò porterebbe a 5 tonnellate di emissioni in meno l’anno su ogni singolo progetto.
Un traguardo importante che consentirebbe a ogni singolo cittadino di contribuire alla riduzione dell’impatto delle emissioni, risparmiando sia sui costi energetici che sulle scelte d’acquisto.
E a proposito dei sistemi di accumulo?
La forma più utilizzata è quella dell’accumulo elettrochimico. Quasi tutti gli impianti fotovoltaici che utilizzano batterie in questo caso ad alto voltaggio sono diventati il riferimento del settore. Ci sono però formule diverse: alcune complesse altre meno. L’idrogeno è sicuramente una delle forme su cui si sta puntando. Ma attenzione ai colori (blu, verde, grigio). Un conto è produrre idrogeno attraverso fonti rinnovabili, un altro attraverso la produzione di gas. Perché in termini di CO2 o gas climalteranti, se partiamo dall’idrogeno grigio l’impatto è elevato.
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