Mare d'Italia, allarme Legambiente: bene Sardegna e Alto Adriatico, male la Sicilia
Legambiente presenta il bilancio annuale di Goletta Verde sullo stato di salute del mare e dei litorali italiani. Su 266 campioni di acqua analizzati, il 45% ha cariche batteriche superiori ai limiti imposti dalla normativa.
I dati confermano ancora una volta la buona performance della Sardegna, con qualche criticità riscontrata solo in corrispondenza di foci di fiumi o canali. Poco inquinamento anche nelle regioni dell’alto Adriatico (Veneto e Friuli Venezia Giulia). Problemi invece lungo le coste di Marche e Abruzzo, penalizzate anche dall’elevato numero di corsi d’acqua, canali e fossi che sfociano in mare. Situazione difficile in Sicilia: su 26 punti monitorati ben 14 sono risultati inquinati o fortemente inquinati.
"Il problema più grande è costituito dagli scarichi non depurati – spiega Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente. Questi attraverso fiumi, fossi e piccoli canali si riversano direttamente in mare: sono il 42% degli scarichi fognari del nostro Paese". L’Italia è già stata condannata due volte dalla Commissione europea, nel 2012 e nel 2014 per questo deficit depurativo. Le Regioni maggiormente interessate sono la Campania, la Sicilia, e la Calabria. Le regioni costiere più virtuose sono il Veneto, la Toscana e il Friuli Venezia Giulia.
Il 50% dei punti inquinati sono presso spiagge (quasi sempre libere) con un'alta affluenza di bagnanti, dove di fatto la balneazione è abituale. Dei 120 punti inquinati e fortemente inquinati secondo il giudizio di Goletta Verde, ben il 49% risulta non campionato dalle autorità competenti, cioè non sottoposto a nessun tipo di controllo sanitario. Addirittura il 38% dei punti scovati dai tecnici di Legambiente, nel Portale delle Acque del Ministero della Salute risulterebbero balneabili, talvolta in classe eccellente.
Solo in 14 casi su 120, i punti campionati risultano vietati alla balneazione dalle autorità preposte. “Peccato però che nessuno lo segnali ai bagnanti – commenta Serena Carpentieri, responsabile Campagne di Legambiente – nonostante la normativa sia rigida circa l’obbligo dell’informazione da parte delle amministrazioni comunali”. Sono solo 21 i cartelli di divieto di balneazione su un totale di 112 zone interdette o non campionate. "Solo durante questa estate – continua Carpentieri – sono già arrivate a Goletta Verde più di 200 segnalazioni SOS, senza contare le innumerevoli telefonate di bagnanti preoccupati per casi di problemi gastrointestinali e febbri alte a seguito di bagni sospetti".
"Le principali tipologie di reato vanno dalle illegalità nel ciclo del cemento sul demanio marittimo all’inquinamento del mare dovuto a scarichi fognari – denuncia il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – Senza dimenticare l'inquinamento da idrocarburi, lo sversamento di rifiuti di vario tipo, anche se non mancano i casi di pesca di frodo e le infrazioni della nautica da diporto". Tra i fattori inquinanti, troppo spesso sottovalutati, c’è anche il non corretto smaltimento degli olii esausti. Proprio per questo anche quest’anno il Consorzio obbligatorio degli oli usati è main partner della storica campagna estiva di Legambiente. A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare.