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Recovery Plan, Coldiretti: dal cibo 1 milione di posti di lavoro green

Recovery Plan, Coldiretti: dal cibo 1 mln di posti verdi 

Da una gestione delle risorse idriche finalizzata allo spreco zero a una industria agricola 4.0: nei prossimi 10 anni grazie anche allo strumento del Recovery Plan, il mondo alimentare potrebbe vedere crescere un 1 mln di posti di lavoro "green". Questi calcoli arrivano direttamente dall'assemblea annuale di Coldiretti, quest'anno dedicata "all'Italia che riparete dagli eroi del cibo". 

Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, nella sua relazione ha presentato un elenco di progretti sui cui l'Italia potrebbe davvero lavorare: “L’Italia è prima in Europa per qualità e sicurezza alimentare ed è possibile investire per dimezzare dipendenza alimentare dall’estero e creare un milione di posti di lavoro nei prossimi 10 anni. Digitalizzare le campagne, le foreste urbane per mitigare l’inquinamento in città, invasi nelle aree interne per risparmiare acqua, chimica verde, bioenergia per contrastare i cambiamenti climatici e interventi specifici nei settori deficitari e in difficoltà, dai cereali all’allevamento fino all’olio di oliva: ecco alcuni esempi di come investire per la crescita sostenibile del Paese”. 

Recovery Plan, Coldiretti: “Un’occasione imperdibile” 

Tutto questo sarà possibile solo con l'utilizzo del Recovery Plan, definito da Coldiretti, come "un'occasione imperdibile per superare lo storico squilibrio nella distribuzione dei fondi europei che ha sempre penalizzato gli agricoltori italiani e per superare gli ostacoli alla competitività delle produzioni agroalimentari nazionali rispetto ai concorrenti stranieri". I fondi europei quindi vanno utilizzati per finanziare progetti strategici  in modo tale da "superare i limiti alla capacità di investimento nel comparto agricolo ed alimentare per portare benefici all’intero Sistema Paese con un impegno strategico di lungo periodo".

Recovery Plan, Coldiretti: focus sui progetti 

Risorse idriche 

Sul fronte delle risorse idriche il progetto di Coldiretti punta alla transizione verde con una serie di bacini per la raccolta dell’acqua in modo da diminuire il rischio di alluvioni e frane, aumentare la sicurezza alimentare dell’Italia, garantire la disponibilità idrica in caso di incendi, migliorare il valore paesaggistico dei territori e garantire adeguati stoccaggi per le produzioni idroelettriche green in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’UE per il 2030.

Con questo progetto si punta a realizzare "6.000 invasi in aziende agricole per un volume totale di stoccaggio di 30 milioni di metri cubi, 4.000 grandi invasi interaziendali, consortili o pubblici, 10.000 nuovi impianti irrigui per un risparmio d’acqua di almeno il 30% e strutture medio piccole per la produzione idroelettrica". Un progetto ideato ed ingegnerizzato e poi condiviso dalla Coldiretti con Anbi, Terna, Enel, Eni e Cassa Depositi e Prestiti.

Digitalizzazione 

Migliorare la vivibilità dei piccoli comuni e borghi rurali attraverso il miglioramento della connettività e della possibilità di accesso ai servizi digitali, recuperare “quelle terre abbandonate o incolte” che potrebbero ritornare produttive, sono questi i due obiettivi principali della transizione digitale di Coldiretti.

L'accordo siglato con Tim e Bonifiche Ferraresi per portare la banda ultralarga nelle aziende grazie alla rete dei Consorzi Agrari d’Italia (Cai) e dare impulso all’agricoltura di precisione 4.0 attraverso l’uso dei big data è un primo passo verso questa direzione. Tecnologia, unita ad ambiente, sostenibilità e ripresa economica  darà una svolta all'agroalimentare Made in Italy.

Foreste urbane 

Un altro impegno è quello di piantare in Italia 50 milioni di alberi nell’arco dei prossimi cinque anni nelle aree rurali e in quelle metropolitane, per far nascere foreste urbane con una connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura a elevata produttività e il vasto e straordinario patrimonio forestale presente nelle aree naturali. 

Rilancio dell’olio d’oliva 

Ma per il futuro dell’Italia è necessario anche rilancio del settore dell’olio d’oliva nazionale. Coldiretti spiega che ciò è necessario "per confermare il primato di qualità del Made in Italy attraverso la realizzazione di nuovi uliveti, di impianti di irrigazione e costruzione di pozzi o laghetti, anche in maniera consorziata, favorendo la raccolta meccanizzata delle olive con macchinari che riducano i tempi e costi di raccolta".  Il piano, dichiara Coldiretti, "punta a realizzare moderni sistemi di stoccaggio che garantiscano l’immediata filtrazione dell’olio e la conservazione in silos in acciaio inox provvisti in locali termo-condizionati ed appositamente adeguati alla prevenzione anti-incendio. Per questo è previsto anche un piano di formazione per tecnici specializzati che possano guidare i produttori dalla coltivazione sino al marketing".

 

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