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Disoccupazione: cos’è la Naspi, quali sono i requisiti e come richiederla
(Fonte immagine: Pexels) 

La disoccupazione in Italia ha assunto da diversi anni il nome di NASpI, sigla che sta per Nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego. Si tratta di un'indennità mensile di disoccupazione per i lavoratori che hanno perso involontariamente il proprio impiego ed è stata istituita con l'articolo 1 del decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 22, in sostituzione delle precedenti ASpI e MiniASpI. Non è un'indennità automatica, ma viene erogata dall'INPS solo su richiesta del lavoratore disoccupato. 
La NASpI è riconosciuta nel nostro paese a tutti i lavoratori che hanno perso il lavoro involontariamente a causa di licenziamento, scadenza di contratto a termine o di fine di rapporti di collaborazione. Ha durata variabile e si basa sull'anzianità contributiva del soggetto che la richiede. Anche l'importo può variare a seconda della sua situazione, ed è basato su determinati parametri legati alla retribuzione.

Indice degli argomenti:

A chi spetta la NASpI

Per poter richiedere la disoccupazione è necessario soddisfare determinati requisiti. Bisogna aver perso la propria occupazione involontariamente, a causa di un licenziamento a per un mancato rinnovo di un contratto. Sono quindi escluse le rescissioni consensuali di un contratto o le dimissioni, con alcune eccezioni:

    −    dimissioni per giusta causa;

    −    dimissioni durante il periodo tutelato di maternità;

    −    risoluzione consensuale del rapporto di lavoro nell'ambito della procedura di conciliazione presso la direzione territoriale del lavoro;

    −    risoluzione consensuale a seguito del rifiuto di trasferirsi presso altra sede distante più di 50 chilometri dalla residenza del lavoratore e/o raggiungibile con mezzi pubblici in non meno di 80 minuti;

    −    licenziamento con accettazione dell'offerta di conciliazione;

    −    licenziamento disciplinare.

Anche la fine di un rapporto di collaborazione può dare diritto all'indennità riservata ai disoccupati, ma solo se la collaborazione era di tipo subordinato.
Sono compresi all’interno delle categorie che possono richiedere la NASpI anche gli apprendisti, i soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato con le stesse, il personale artistico legato da un rapporto di lavoro subordinato e i dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni. Dal 1° gennaio, la prestazione è stata allargata anche agli operai agricoli a tempo indeterminato dipendenti dalle cooperative e loro consorzi.
Per poter comprendere appieno cosa sia la NASpI, è necessario spiegare cosa si intende per “disoccupato”. Secondo la legge italiana rientrano in questa categoria i soggetti privi di impiego che abbiano perduto la propria occupazione e che si dichiarino disponibili per un nuovo impiego anche immediatamente. La presentazione della domanda, di fatto, equivale a una dichiarazione di immediata disponibilità. Per questo motivo chi richiede il sussidio è tenuto a recarsi, nei 15 giorni successivi, presso un centro dell'impiego per la stipula del patto di servizio personalizzato.
Bisogna poi considerare che, per poter avere accesso all'indennità, è necessario avere maturato un'anzianità contributiva minima di almeno 13 settimane negli ultimi quattro anni precedenti il periodo di disoccupazione. Tale contribuzione utile è intesa anche quando dovuta ma non versata.
Sono considerati utili a tali fini sia i contributi previdenziali comprensivi di quota contro la disoccupazione sia i contributi figurativi per maternità obbligatoria, sia i periodi di lavoro all'estero o in paesi comunitari convenzionati e i periodi di astensione dal lavoro per malattia dei figli fino a otto anni per un massimo di cinque giorni lavorativi nell'anno solare.
Non sono invece considerati utili i periodi coperti da malattia e infortunio sul lavoro, cassa integrazione straordinaria e ordinaria, contratti di solidarietà, assenza per permessi e congedi, aspettativa non retribuita per funzioni pubbliche elettive o cariche sindacali.
Sono invece esclusi da questo tipo di indennità:

    −    i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni;
    −     gli operai agricoli a tempo determinato;
    −    i lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale;
    −    i lavoratori che hanno già maturato i requisiti per il pensionamento di vecchiaia o anche anticipato;
    −    i lavoratori che siano titolari di un assegno ordinario di invalidità (la NASpI è alternativa a tale assegno).

In caso di sussistenza di tutti i requisiti è possibile fare richiesta in maniera telematica, accedendo al proprio profilo INPS, oppure, in alternativa, recandosi presso un patronato un centro di assistenza fiscale (CAF).

Come richiedere la disoccupazione e quanto dura

Per poter richiedere la disoccupazione è necessario presentare domanda all'INPS esclusivamente in via telematica ed entro 68 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro o da altre occorrenze simili (cessazione del periodo di maternità o del periodo di malattia indennizzato, definizione della vertenza sindacale e altre). 
Ma com'è possibile fare domanda? Il lavoratore può presentare la sua richiesta di disoccupazione attraverso il servizio dedicato. Prima di accedere è possibile consultare l'apposito tutorial presente sul sito dell'INPS per poter avere tutte le istruzioni da seguire. Oltre al servizio telematico, è possibile comunque presentare domanda tramite il contact center, telefonando da rete fissa al numero 803 164 o da rete mobile al numero 06 164 164. In alternativa, ci si può rivolgere anche a enti di patronato e intermediari dell'Istituto per poter usare i servizi telematici da loro offerti.
Per quanto riguarda la durata, varia a seconda della situazione individuale del lavoratore e alla sua anzianità contributiva. Per poter continuare a ricevere l'indennità è necessario continuare a soddisfare i requisiti e a partecipare alle attività di politica del lavoro promosse dall'INPS e dalle agenzie per il lavoro. In alternativa, può essere anche sospesa o revocata.
Una volta presentata la propria domanda, l'indennità spetta:

    −    dall'ottavo giorno successivo alla data di cessazione del rapporto di lavoro o dal giorno successivo alla presentazione della domanda, se presentata dopo l'ottavo giorno successivo alla cessazione, entro i termini stabiliti;

    −    dall'ottavo giorno successivo al termine del periodo di malattia/maternità/infortunio o dal giorno successivo se la domanda viene presentata dopo l'ottavo giorno successivo alla cessazione, sempre entro i termini;

    −    dal trentottesimo giorno successivo al licenziamento per giusta causa, se la domanda viene presentata entro il trentottesimo giorno, altrimenti dal giorno successivo alla presentazione della domanda, entro i termini stabiliti dalla legge.

Un'eventuale rioccupazione nel corso degli otto giorni che seguono la cessazione del rapporto di lavoro non dà luogo alla sospensione della prestazione. In caso di nuova cessazione involontaria bisognerà presentare però una nuova domanda. 
Entrando più nel dettaglio, per quanto riguarda la durata, la NASpI viene corrisposta mensilmente per un numero di settimane pari alle settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni del lavoratore licenziato. Non sono computati, ai fini del calcolo, i periodi di contribuzione che hanno già dato luogo a prestazioni di disoccupazione. Ad ogni modo l'erogazione avviene per un massimo di due anni.
Come sapere se la propria domanda è stata accolta o meno? La procedura di accoglimento della domanda prevede, dal 2022, che il beneficiario possa essere informato attraverso una notifica SMS. Tale messaggio invita a prendere visione di un video personalizzato nell'aria MyINPS che spiega ogni dettaglio relativo alla prestazione, calcolo, importo, durata e regole di compatibilità, oltre a ogni altra informazione pratica, utile e necessaria per poter usufruire dell'indennità senza alcun rischio di incappare in errori di natura burocratica che possano portare alla sospensione o al decadere del proprio diritto.

Quali documenti servono per richiedere la Naspi

Sono tre, dunque, i modi per poter richiedere la disoccupazione: in autonomia online, tramite intermediari o al telefono attraverso il contact center INPS. Qualunque sia il metodo prescelto, per poter ottenere l'indennizzo ci sarà però bisogno di presentare necessariamente questi documenti:

    −    documento di identità in corso di validità;
    −    tessera sanitaria o codice fiscale italiano;
    −    autocertificazione che attesti la propria residenza;
    −    modulo SR163 (scaricabile dal sito dell’INPS) regolarmente compilato e timbrato dal proprio istituto di credito;
    −    l'IBAN sul quale dovrà essere versata la NASpI;
    −    una copia dell'ultima busta paga ricevuta;
    −    la denominazione del proprio datore di lavoro;
    −    la data di inizio del contratto e quella in cui è cessato.

Ovviamente sarà necessario anche lasciare un numero di telefono e un indirizzo email valido per poter essere contattati. 

Quando si ha diritto alla disoccupazione e come si calcola

La disoccupazione in Italia spetta dunque a determinate categorie di lavoratori e a determinate condizioni. In particolare, possono richiederla i lavoratori con un rapporto subordinato che abbiano perso l'occupazione involontariamente, compresi gli apprendisti, i soci lavoratori di cooperative, il personale artistico e i dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni (categoria in cui rientrano, ad esempio, i supplenti). I requisiti richiesti, in estrema sintesi, sono la cessazione involontaria del contratto (con l'esclusione dei casi che abbiamo già elencato) e il pagamento di almeno 13 settimane di contributi contro la disoccupazione nei precedenti quattro anni.
Inevitabile a questo punto chiedersi a quanto ammonti la disoccupazione. Come abbiamo accennato, l'importo è infatti variabile e dipende da determinati elementi. In che modo è possibile calcolarlo? Proviamo a vederlo nel dettaglio.
In generale l'importo viene calcolato dividendo la retribuzione degli ultimi quattro anni per il numero di settimane in cui si è lavorato in quel periodo, e moltiplicando il risultato per un coefficiente di anzianità contributiva. Bisogna tenere presente che l'indennità può però essere soggetta ad eventuali limiti massimi e minimi stabiliti dalla normativa vigente.
La misura della prestazione di disoccupazione è pari al 75% della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali dei quattro anni precedenti la cessazione del rapporto di lavoro, ma solo se tale retribuzione è inferiore a un importo di riferimento stabilito dalla legge e rivalutato annualmente sulla base dell'inflazione (nel 2022 è stato di 1250,87 euro). L'importo si riduce del 3% ogni mese a partire dal primo giorno del sesto mese di fruizione (o dall'ottavo mese se il beneficiario ha già compiuto 55 anni nel momento in cui ha richiesto la disoccupazione).
Cosa succede se la propria retribuzione media è stata invece superiore all'importo di riferimento annuo? In questo caso la misura della prestazione è pari al 75% dell'importo di riferimento annuo sommato al 25% della differenza tra la retribuzione media mensile del richiedente e il suddetto importo legislativo. Anche in questo caso esiste però un limite oltre il quale l'indennità non può salire. Tale limite viene rivalutato annualmente sulla base dell'indice ISTAT ed è stato per il 2022 pari a 1360,77 euro.
Per poter calcolare l'indennità bisogna considerare la retribuzione imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni e dividerla per il totale delle settimane di contribuzione, moltiplicando il tutto per il coefficiente numerico 4,33.
In alcuni casi l'importo dell'indennità di disoccupazione può comunque essere ridotto. In particolare, questo accade quando un'attività svolta in forma autonoma genera un reddito annuo corrispondente a un'imposta lorda pari o inferiore alle detrazioni spettanti ai sensi dell'articolo 13 del TUIR (per il 2022 a 5500 euro). In situazioni del geenere viene ridotta dell'80% dei redditi previsti.
Tale prestazione ridotta può essere mantenuta solo quando sono presenti le seguenti condizioni particolari:

    −    l'interessato comunica all'INPS il reddito annuo presunto entro i termini stabiliti, sia in caso di attività autonoma preesistente alla richiesta di disoccupazione sia in caso di attività aperta successivamente;

    −    il datore di lavoro o l'utilizzatore siano diversi dal datore di lavoro o dall'utilizzatore per i quali il beneficiario ha lavorato prima di poter richiedere la NASpI;

    −    se il titolare di due o più rapporti di lavoro subordinato part time cessa uno dei rapporti involontariamente o secondo le modalità previste dalla legge, a patto che il reddito percepito dal rapporto di lavoro ancora in essere corrisponda a un'imposta lorda pari o inferiore alle detrazioni spettanti ai sensi dell'articolo 13 del TUIR (pari a 8173,91 euro per il 2022) e che comunichi all'INPS entro un mese dalla domanda il reddito annuo previsto per questo rapporto in essere;

    −    in caso di rioccupazione con contratto di lavoro intermittente, con o senza obbligo di risposta alla chiamata.

Non è obbligatoria invece la riduzione dell'indennità in caso di lavoro occasionale. I compensi derivanti da questa attività sono infatti cumulabili, ma solo se non superiori al totale di 5000 euro annui. Stesso discorso in caso di servizio civile. Qualora il beneficiario dovesse iniziare servizio dopo la richiesta di disoccupazione, non è tenuto a effettuare alcuna comunicazione all'INPS.
La riscossione dell'indennità può avvenire tramite accredito sul proprio conto corrente, sia bancario che postale, su libretto postale o tramite bonifico presso un ufficio postale nel CAP di residenza o domicilio del richiedente. In caso di conto corrente, l'intestatario deve essere lo stesso beneficiario dell'indennità.
Stando alle attuali norme le pubbliche amministrazioni non possono, ad ogni modo, pagare in contanti prestazioni il cui importo netto sia superiore a una soglia stabilita, attualmente pari a 1000 euro.

Quando è sospesa o decade la NASpI?

Esistono alcune casistiche che porta non alla diminuzione dell'importo dell'indennità di disoccupazione prevista dalla legge, bensì alla sospensione del beneficio o al suo decadere. 
La prestazione viene sospesa quando:

    −    il beneficiario trova una nuova occupazione con contratto di lavoro subordinato di durata non superiore a sei mesi (in tal caso la sospensione d'ufficio dura per l'intero periodo di attività lavorativa, a patto che il beneficiario della prestazione non comunichi un reddito annuo presunto ai fini del cumulo che sia inferiore a 8173,91 euro);

    −    il beneficiario trova una nuova occupazione nei paesi dell'Unione europea o con cui l'Italia ha stipulato convenzioni bilaterali in tema di assicurazione contro la disoccupazione o in paesi extraeuropei.

Le condizioni che portano invece al decadere della prestazione relativa alla NASpI sono:

    −    perdita dello stato di disoccupazione;

    −    inizio di attività di lavoro subordinato di durata superiore a sei mesi o a tempo indeterminato senza comunicazione all'INPS del reddito presunto entro un mese dall'inizio del rapporto;

    −    mancata comunicazione, entro un mese dalla domanda della NASpI, del reddito annuo presunto derivante da rapporti di lavoro subordinato part time rimasti in essere al momento della cessazione del rapporto che ha determinato la disoccupazione;

    −    inizio di un'attività lavorativa, sia autonoma che subordinata, senza comunicare all'INPS il reddito annuo previsto entro un mese dalla data di inizio o dalla data di presentazione della domanda;

    −    raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata;

    −    acquisizione del diritto all'assegno ordinario di invalidità (in tal caso può optare per mantenere la NASpI o l'assegno);

    −    mancata partecipazione o assenza ingiustificata dalle iniziative di orientamento al lavoro predisposte dai centri per l'impiego.

Particolari sono i casi di lavoro all'estero. Per poter comprendere se si ha diritto a percepire ancora l'indennità o se questa deve essere immediatamente sospesa è necessario informarsi sui regolamenti vigenti attraverso il sito ufficiale dell'INPS o telefonando al contact center.

Con uno stipendio di 800 euro quanto prendo di disoccupazione

Abbiamo visto in uno dei precedenti paragrafi come effettuare il calcolo della disoccupazione per poter avere idea dell'importo mensile che si andrà a percepire in caso di accettazione della domanda di disoccupazione.
Proviamo a fornire un esempio sulla base di una retribuzione media non elevata, di 800 euro. In questo caso il beneficiario che ha percepito, in media, negli ultimi 4 anni una retribuzione pari a tale somma, contribuendo per almeno 13 settimane, ha diritto al 75% dell'importo, e quindi a circa 600 euro mensili di indennità.
Per poter avere un'idea più precisa dell'importo è comunque consigliabile contattare il proprio centro per l'impiego o verificare presso il sito web dell'INPS, tenendo conto dei limiti minimi e massimi previsti dalla normativa vigente.

Quanto dura la disoccupazione dopo i 50 anni

La durata dell'indennità dipende dalla propria anzianità contributiva, indipendentemente dall'età. Ad ogni modo, il limite massimo è di 24 mesi. Per poter calcolare i mesi che abbiamo acquisito di indennità bisogna considerare un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni. Non sono conteggiati in questo calcolo i periodi contributivi che abbiano già dato luogo a erogazione delle prestazioni di disoccupazione, mentre sono considerati i periodi di contribuzione successivi all'ultima prestazione di disoccupazione, dal momento che non hanno già dato luogo a erogazione di prestazione. 

Se ho lavorato 3 mesi ho diritto alla disoccupazione?

Per poter comprendere se si abbia o meno diritto a beneficiare dell'indennità di disoccupazione bisogna aver effettuato almeno 13 settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti. Ciò vuol dire che se si è lavorato solo per tre mesi, non si ha ancora diritto all'indennità di disoccupazione, dal momento che non è raggiunta la soglia minima di settimane di contribuzione. Ad ogni modo, per poter avere maggiori certezze sulla propria situazione particolare e sui diritti acquisiti, è consigliabile chiedere assistenza a un centro per l'impiego o informarsi attraverso i canali ufficiali dell'INPS.

Pagamento Naspi: come avviene

Il pagamento della disoccupazione decorre a partire dall'ottavo giorno successivo alla data di cessazione dell'ultimo rapporto di lavoro, se la domanda è stata presentata entro otto giorni, oppure dal primo giorno successivo alla data di presentazione della domanda. 
L'erogazione effettiva del pagamento, dopo accettazione della domanda da parte della domanda, può avvenire in diversi modi, a seconda del metodo preferito dal beneficiario. Li riassumiamo qui:

    −    accredito su conto corrente bancario o postale, previa comunicazione del proprio IBAN all'INPS;
    −    accredito su libretto postale;
    −    bonifico presso un ufficio postale del comune di residenza o domicilio del richiedente (se entro la soglia limite per i pagamenti in contanti da parte della pubblica amministrazione).

Il pagamento dell'indennità avviene mensilmente, per tutta la durata del periodo previsto dalla legge. Qualora ci fossero cambiamenti nei dati del conto corrente, è necessario comunicarlo in maniera tempestiva all'INPS, per evitare problemi nell'erogazione dell'indennità.

NASpI anticipata

Un altro strumento di sussidio alla disoccupazione è la cosiddetta NASpI anticipata. Di cosa si tratta? Di una forma di indennità di disoccupazione che può essere richiesta dai lavoratori che hanno già ottenuto comunicazione scritta della cessazione del lavoro, prima ancora dell'effettiva data di cessazione. Dal punto di vista della durata e dei requisiti, la NASpI anticipata non differisce da quella ordinaria, ma viene erogata in anticipo. 
Qualora il beneficiario dovesse, successivamente alla data di cessazione, scoprire di non essere in possesso dei requisiti per poter ottenere l'indennità, sarà però tenuto a restituire la somma percepita in eccesso. Ad ogni modo, è necessario sottolineare che non tutti i lavoratori possono accedere a questa prestazione. Per questo motivo è sempre consigliabile informarsi sulla propria situazione consultandosi con l'INPS o con degli intermediari.


 

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