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I lavoratori messicani sono i più stressati al mondo

Non c’è bisogno di tornare indietro nel tempo, magari nel 1935, quando Aleksey Stakanov, il lavoratore ucraino morto di fatica in miniera dopo aver scaricato in sei ore 102 tonnellate di carbone, per vedere che, ai giorni nostri, molti lavoratori sono ancora in condizioni disumane e a rischio di vita quotidiana.

 

Ma forse qualcosa comincia a muoversi.

 

In Messico ad esempio è passata una legge che impegna il datore di lavoro a curarsi della salute del proprio dipendente.

In Messico una norma a tutela dei lavoratori

Perché il Messico fa notizia?

 

Il Paese sudamericano purtroppo, secondo l’OCDE ( L’Organizzazione  Internazionale per la Cooperazione e lo Sviluppo, fondata nel 1961e con sede a Parigi,  è un organismo composto da 36 Paesi, che ha l’obiettivo di coordinare le loro politiche economiche e sociali), detiene il non invidiabile primato di Paese dove si fanno più ore di lavoro all’anno.

 

In questa lista figurano per ordine: Costa Rica ( curioso che la pubblicità del Paese sia PURA VIDA, forse per chi non lavora) , Cile, Stati Uniti, Spagna, Francia e Germania.

 

E’ chiaro comunque che il problema non sono le ore lavorate ma quanta cura ha l’imprenditore pubblico o privato ha per il proprio lavoratore.

Un paio di esempi possono dare l’idea.

Edmundo Gomez, impiegato di una casa editrice messicana per 31 anni, quando decise di terminare il lavoro si sentì come liberato da una schiavitù ‘Lavoravo dieci ore al giorno senza fermarmi-commenta- a casa non riuscivo, per la stanchezza quasi a mangiare ,né a vedere una pellicola. E per cinque mesi ho dovuto subire le violenze di una ‘capa’ che mi gridava continuamente e mi chiedeva lavori impossibili’.

In Messico una norma a tutela dei lavoratori

Mónica Carranza, dedicata all’organizzazione di eventi, finì persino in emergenza e dovettero toglierle la bile.

‘A 42 anni mangiavo-dice la giovane- solo quando potevo, per non rovinare qualsiasi tipo di relazione con il cliente, l’impresa mi chiamava a casa, a qualsiasi ora fin dalla sette di mattina,per chiedermi qualcosa’.

 

La norma elaborata dalla Segreteria del Lavoro e della Previdenza Sociale messicana ha imposto finalmente ai datori di lavoro di controllare i carichi di lavoro eccessivi, le ore di riposo,il luogo di lavoro e molto altro ancora. Le sanzioni sono severe: dai 1400 ai 28000 dollari.

 

 

Secondo l’OMS il Messico tiene il non felice primato di essere il Paese dove i lavoratori hanno il più alto indice di stress ( 75%) rispetto ai molti Paesi analizzati. Seconda la Cina con 73% e un po’ più lontani gli Usa con 59%.

 

E’ anche vero che per gli Stati Uniti il discorso è abbastanza diverso da Messico e Cina, in quanto il salario americano è molto differente, in positivo, rispetto ai due primi paesi.

 

Nella nuova norma messicana si vogliono punire molte condotte deplorevoli come : pressioni inopportune, maleducazione di comportamento e pressioni sessuali.

 

Interessante come la norma chieda ai datori di lavoro di spiegare ai propri dipendenti che se subiscono maltrattamenti hanno tutto il diritto di denunciare. La cultura del lavoro in certi paesi non permetteva nemmeno di immaginare una simile cosa.

 

Una norma che sembra essere stata accolta con favore ed attenzione non  solo dai lavoratori ma pure dai datori di lavoro. Dalla Confindustria messicana escono parole come’ questa norma permetterà ai lavoratori di essere maggiormente consapevoli dei propri diritti e soprattutto sapranno come farli valere’.

 

E non solo i lavoratori messicani lo sperano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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