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Innovazione
Il lavoro post Covid, la ripartenza comincia dalle nuove professionalità

Il lockdown vissuto in questi ultimi mesi ha indotto amministratori aziendali e manager a fare importanti riflessioni sulla gestione del proprio personale. Lo rilevano in una ricerca Lang&Partners e Yoinique Human Solutions secondo cui in un momento di cauto ritorno alla normalità, la Felicità e il Benessere sul luogo di lavoro divengono pilastri imprescindibili per tornare a infondere fiducia ad ogni lavoratore, dal momento che il rientro in azienda è vissuto con preoccupazione da molti. Creare un ambiente di lavoro nel quale vi è un costante dialogo e interessamento da parte dei vertici, ridurre al minimo lo stress lavorativo, che è una tra le prime cause di produttività negativa, sono solo alcuni degli obiettivi che si prefiggono le aziende. Sono temi che si intersecano con la e-leadership, la capacità di gestire efficacemente i team da remoto.

Secondo quanto rilevano i due istituti, il 25% dei manager e dei ceo richiedono coaching relativi “Happinessat work e benessere psicologico dei dipendenti” per avvicinarsi a loro, comprenderli meglio, leggerne i bisogni in modo da implementare la capacità di influenzare positivamente ed essere rispettati e riconosciuti come leader di valore. Un leader che oggi deve avere competenze sempre più trasversali e sia in grado di sviluppare la così detta e-leadership, ossia la capacità di utilizzare al meglio le tecnologie digitali, di introdurre innovazioni digitali nella propria azienda e di essere in grado di garantire ai dipendenti le giuste strumentazioni e la formazione necessaria per essere al passo con l’evoluzione digitale che si sta attraversando, soprattutto in questi mesi, nei quali si assiste all’affermazione di modalità di lavoro a distanza, come lo smart working.

Inoltre, il 30% delle aziende chiedono supporto nello sviluppo di progetti di Diversity&Inclusion, fanno comprendere quanto attuale e sentito sia questo tema e quanto le aziende stiano iniziando a prenderne consapevolezza. Lang&Partners, società creata da Roberto D’Incau (nella foto), è stata tra le prime in Italia ad aiutare i clienti in quest’ambito, con una metodologia consolidata di Diversity Executive Coaching e solo nel 2019 questa attività ha occupato il 30% dell’intera attività di coaching.

Allo stesso modo, molto sentito è il tema della leadership femminile: le donne sono ancora considerate meno adatte a ricoprire un ruolo di comando e l’Italia, per quel che riguarda la presenza femminile ai vertici, si posiziona molto in basso rispetto alla media europea: solo due dirigenti su dieci sono donnea causa di pregiudizi persistenti che adeguati programmi di coaching e formazione possono aiutare a scardinare. Qualcosa però inizia a muoversi e si registra un interesse molto forte, unito ad un’accresciuta sensibilità, verso la leadership inclusiva e i bias nel recruitment: le aziende stanno vivendo un vero e proprio ricambio generazionale e di stile di leadership che lascia dietro di sé l’idea ormai anacronistica che ai vertici di un’impresa possa esserci solo un maschio. Oggi le aziende devono prendere posizione in merito ai cambiamenti sociali che si stanno verificando, facendo sentire i dipendenti parte di un gruppo, nel quale la diversità e le peculiarità di ognuno diventino la vera ricchezza.

Questi i numeri raccolti da Lang&Partners nel primo semestre del 2020 relativi ai coaching più richiesti: 30% leadership inclusiva e D&I; 25% happinessat work e benessere psicologico dei dipendenti; 25% e-leadership: come gestire efficacemente i team da remoto; 20% sviluppo competenze manageriali

Le nuove professioni                                                                                                                                                    Accanto a questi bisogni nella ricerca sono emersi i dati sulla crescita di domanda di alcune figureprofessionali legate al comparto del digitale, fondamentali per la ripresa post lockdown: in primis lo specialista di Seo e Sem che si occupa di incrementare l’adesione del consumatore sui social e sui siti web delle aziende, rendendo operative le strategie di marketing.Durante l’emergenza sanitaria e l’obbligo della quarantena, l’ecommerce delle aziende è stato spesso il fattore decisivo per la sopravvivenza del business. Per poter avere un ecommerce efficiente è necessario avere un team formato appositamente, che comprenda figure quali l’e-commerce business analyst, responsabile dell’analisi dei dati di vendita online. Il suo compito è di generare report sulle vendite online, analizzare le tendenze degli acquisti dei clienti e la valutazione dei competitor e l’e-commerce manager/directorche corrisponde al direttore commerciale e coordina le funzioni aziendali che strutturano l’e-commerce. Definisce la strategia delle attività di vendita tramite i canali digitali, il business planning, la definizione delle linee guida del marketing.In questi mesi il volume di affari delle vendite online ha visto un aumento di oltre il 74% delle transizioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (Aci Worldwide Inc.).

Lang&Partners afferma che il comparto del digitale in questo primo semestre del 2020 ha pesato per circa il 60% delle figure professionali ricercate, quali, ad esempio, digital marketing manager, coordinatore delle attività di marketing legate al digital, e chief trasformation officer che gestisce tutta l’attività di digitaltransformation interno all’azienda. Anche nel secondo semestre è previsto un ulteriore sviluppo nella ricerca di specialisti legati al digitale mentre si registra un rallentamento (-30%) nella ricerca di figure di altro tipo. La crisi vissuta in questi mesi ha generato un’atmosfera simile ad un post war, o meglio, una “Post Covid War” ed un confronto con i clienti, desiderosi di ripartire, induce a stimare una ripresa nel 2021.

 

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    felicità professionalitàlavoro ripartenza





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