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Anilda Ibrahimi, in libreria con “Volevo essere Madame Bovary”

Una educazione sentimentale ironica e intelligente, capace di rovesciare molti stereotipi su ciò che crediamo di sapere delle donne
Esce il 24 maggio per Einaudi il nuovo romanzo di Anilda Ibrahimi
Anilda Ibrahimi torna in libreria con un nuovo romanzo, “Volevo essere Madame Bovary” che esce per Einaudi il 24 maggio. La scrittrice, come nei suoi precedenti romanzi, indaga e ricostruisce quella Storia rimossa del Novecento dall’altra sponda dell’Adriatico. Una storia che parte dal socialismo reale, dove la donna lavorava quanto l’uomo e si pensava che l’emancipazione femminile fosse avvenuta con successo, ma la verità era tutt’altra ed essa era passata dal patriarcato tradizionale a quello socialista.
Il personaggio del romanzo, Hera, torna a casa dopo tanti anni, per una fuga d'amore. Chissà cosa direbbero le sue antenate, ora che anche lei ha fatto una brutta fine come Emma Bovary: l'uomo con cui viaggia parla la sua stessa lingua ma non è suo marito. Skerd le fa sentire di nuovo che la bellezza è un rischio, il desiderio una provocazione, le donne seducenti come lei una minaccia. Certo, appartenere a qualcuno può sembrare rassicurante, ma presto si mostra per ciò che è davvero: una gabbia. E da quella gabbia, anche se dentro non si sta poi cosí male, Hera dovrà fuggire ancora una volta, come tanto tempo prima.
Un'educazione sentimentale ironica e intelligente, capace di rovesciare molti stereotipi su ciò che crediamo di sapere delle donne. Con la sua voce essenziale e un umorismo piú tagliente che mai, Anilda Ibrahimi ha scritto un romanzo sulle insidie dell'appartenenza e della memoria, sui modelli femminili da incarnare e ribaltare, sull'importanza di rimanere fedeli a ciò che siamo diventati quando il tempo insiste per riportarci indietro.
