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Bisogna tagliare lo filo: l'estasi di S. Giuseppe da Copertino per Orodé Deoro

Estasi: stupore, elevazione dell’anima alla bellezza, all’arte. È ciò che dovrebbe accadere leggendo e guardando “Bisogna tagliare lo filo. L’estasi di San Giuseppe da Copertino tra Carmelo Bene e Orodè Deoro” per i tipi di Musicaos Editore.

Una contemplazione del bello. “L’arte, secondo Carmelo Bene, non dev’essere narcisistica esibizione, trastullo dell’«incorreggibile convinzione d’esser-ci», o, peggio, talentuoso virtuosismo”, scrive Simone Giorgino commentando “l’estasi di San Giuseppe da Copertino e Orodè Deoro”.

Orodè Deoro è l’artista che in “Bisogna tagliare lo filo” presenta il Trittico del Santo oltre alle opere realizzate nell’arco dei primi venti anni di attività. Il volume rapisce gli occhi e rapina l’anima. Si resta immobili a osservare e a lasciarsi coinvolgere dalle parole dense e profonde del filosofo Massimo Donà che analizza i contenuti critici di Orodè tra decoro, bellezza e nobiltà.

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È un inneggiare ai colori, ai colori della festa ai quali lo stesso Autore ci crede “imbevuto, da buon salentino, anche delle forme sinuose e sovrabbondanti (mai statiche o scarne, cioè) del barocco leccese”. Sebbene Lecce e il Salento non siano solo “barocco”. Emerge in “Bisogna tagliare lo filo” quell’anima conflittuale che nel contraddittorio produce stupore, magia, stordimento. Quella Wille zur Macht di ritrarre gli abissi dell’anima nel congiungimento con Dio, con la donna, la magnificenza. Senza ghirigori.

Da un’ermeneutica indirizzata a carpire l’esteriorità e le intenzioni di Orodè comprendendone una “ri-nascita”, un “inizio” di un vero e proprio Evo giungono le considerazioni di Luca Nolasco, curatore del volume, di Simone Giorgino, di Fabio Novembre, Dario Giancane, Elena Licchetta, Andrea Novembre. Mentre il critico d’arte Alessandra Radaelli osserva: “Orodè sta facendo un lavoro pressoché unico nel panorama italiano. La pratica del mosaico assume nelle sue mani un volto attuale, pop nelle cromie ma potente nei contenuti: i riferimenti vanno dal classico ai maestri del contemporaneo”.

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Si tratta - è evidente - di un prezioso volume e di un lavoro originale che non vede svettare solo il genius loci, ma l’Arte, nella sua complessità: tra scrittura e immagini. Nella storia. Nell’arte. Una “joie de vivre” eterna. L’arte ha questa capacità: di rendere eterno il presente, conciliarlo col passato, abbracciando il futuro. L’αἰών.                      

Orodè Deoro

Taranto (1974). Vive e lavora a Lecce. Artista eclettico, si occupa di mosaico, pittura e action painting in spettacoli multidisciplinari. Le sue caratteristiche opere in mosaico ceramico nascono nella Casa Museo Vincent City, a Guagnano (LE), dove tra il 2000 e il 2004 l’artista vive, realizzando venti opere di grandi dimensioni sui muri interni ed esterni della struttura.

Nel 2014 il Museo MAR di Ravenna acquisisce una sua opera. Il 2014 lo vede protagonista a Milano, con un trittico in mostra alla Triennale Design Museum e un’opera in mosaico ceramico di grandi dimensioni realizzato su un muro esterno della casa studio dell’archistar Fabio Novembre.

Nel 2015 vince la Targa d’oro del Premio Arte, per la sezione scultura, e una sua opera è acquisita dal Museo MAR di Ravenna. In precedenza nel 2009 ha vinto il Premio Nazionale Enzo Fani (sezione pittura) e il Premio Celeste Voto Online. Collabora con brand internazionali, come il marchio inglese Victoria+Albert, per cui realizza una vasca d’artista.

Nel 2018 è invitato al Secondo Simposio del mosaico contemporaneo, presso l’Accademia d’Egitto di Roma, che acquisisce la scultura in mosaico realizzata durante la residenza. Nel 2019 è stato docente di Tecniche del mosaico presso l’Accademia delle Belle Arti di Lecce. Tra le sue performances pittoriche si ricordano: VariAzioni belliche (durante il Festival Linea 35), presso il Teatro Sala Uno di Roma (2011), col progetto Impromptu Theatre fondato con la poetessa e attrice romana Alessia D’Errigo e, sempre nella Capitale, Bruciando Bruciando, al Teatro Valle Occupato (2012).

Si è esibito inoltre, in occasione di festival d’arte e di musica, con musicisti del calibro di Paolo Fresu, Virgil Donati, Paolo Damiani, Nicola Stilo, oltre a gran parte della nuova scena musicale salentina.

(profilo biografico a cura di Elena Licchetta)

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