Diego Galdino: al destino non interessano i tuoi sogni se tu non credi in loro - Affaritaliani.it

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Diego Galdino: al destino non interessano i tuoi sogni se tu non credi in loro

Barista e scrittore, Diego Galdino è stato definito il “Nicholas Sparks italiano”. In libreria con “Una storia straordinaria”

Come è possibile alimentare i propri sogni, in questo momento difficile? L'intervista di Affari a Diego Galdino

 

Di Andrea Lorusso

“Una storia straordinaria” è l’ultimo libro di Diego Galdino, in libreria dal 14 febbraio (https://www.fanucci.it/products/una-storia-straordinaria). Un autore internazionale ma romano d’anima, definito il “Nicholas Sparks italiano.” Classe 1971, è un imprenditore e scrittore, che dopo il diploma si è messo all’opera nel Bar di famiglia. Ha esordito per la Mondadori con “Il primo caffè del mattino” nel 2013, adesso è nel catalogo della Fanucci Editore. I suoi testi son sbarcati anche in Germania, Austria, Svizzera, Polonia, Bulgaria, Serbia, Spagna e Sud America.

Per Ibs.it a febbraio 2020 ha rilasciato questa romantica videointervista (https://www.youtube.com/watch?v=P3EfBvIjZc8). Quello che mi chiedevo è come…

…Nascesse un romanzo. Diego Galdino, il barista è un mestiere delicato, complicato nel suo particolare equilibrio psicologico con la clientela. È più difficile scrivere od offrire un caffè con simpatia?

“Se in ogni cosa che fai ci metti l'amore verrà tutto più buono, che si tratti di un caffè od un libro. A mia madre le si sono rotte le acque proprio su quello stesso bancone da cui sono partito per diventare uno scrittore di fama internazionale e dove ancora oggi preparo il caffè ai miei clienti, anzi famigliari aggiunti. Ho imparato a camminare davanti a quel bancone, dormivo in una culla accanto a quel bancone, mi sono innamorato per la prima volta dietro a quel bancone. Come può essere difficile per me scrivere un romanzo d'amore od offrire un caffè con il sorriso sulle labbra?”

L’imprenditore nell’immaginario collettivo è il self-made-man. Pensi sia una etichetta sbagliata, oppure ti senti un’eccezione nella doppia ambivalenza?

“Per quanto riguarda il barista, ho lasciato gli studi per aiutare i miei genitori nel Bar di famiglia, ma sono arrivato lì quando il Bar era già ben avviato grazie al grande lavoro fatto da mio padre che vi era entrato da banchista, per poi diventarne il proprietario rendendolo un punto di riferimento per tutto il quartiere. In realtà credo che in questo caso il vero self-made-man sia stato mio padre. Come scrittore ho avuto la fortuna di essere scoperto da Vicki Satlow, uno dei più importanti agenti letterari al mondo, che ha creduto da subito in me, dandomi la possibilità d'iniziare a scrivere per una delle più stimate case editrici d'Italia. Quindi né come barista né come scrittore mi sono fatto da solo, ma di sicuro non ho tradito la fiducia e le aspettative di chi mi ha voluto donare un'opportunità reputandomi all'altezza.”

In questo momento pandemico il barista è uno di quei lavori bistrattati. Invece l’arte dello scrivere è in crisi da ancora molto più tempo. Il futuro di queste attività come lo vedi?

La situazione è estremamente difficile per tutti i settori. Si ha come l'impressione di essere abbandonati a sé stessi e di essere fidanzati con il famoso marinaio che non mantiene mai le promesse. Però il futuro di queste attività sono le persone che non si arrendono, che lavorano con la mascherina, i guanti e la passione per il loro lavoro; facendo i caffè da asporto e portandoli porta a porta aspettando tempi migliori, sono i librai che riaprono le librerie dando rifugio al cuore della gente ed al cuore dell'editoria.

Arriviamo ad “Una storia straordinaria”. Qui senza neanche farlo apposta tiri in ballo un altro filone sotto stress, quello del cinema che riannoda i fili di un amore. Esiste un destino più forte delle circostanze esterne?

“Esiste la fiducia, l'avere fede nel sogno che stiamo perseguendo, o nell'amore che stiamo provando. Esistono le circostanze esterne e un destino a volte infame. Se smettessimo di fare film perché poche persone vanno al cinema, o di scrivere libri perché poche persone li leggono, o di alimentare il fuoco - perché stanchi di farlo sempre e solo noi - vorrebbe dire smettere di credere in quello che amiamo; e se non ci credi tu che ami il cinema, i libri, o una persona, al destino non frega niente di come andrà a finire.”

A chi oggi volesse esordire con un libro, cosa consiglieresti?

“Visti i tempi che corrono consiglierei realisticamente di diventare prima molto social cercando di crearsi un seguito di persone più nutrito possibile e poi provare a pubblicare un libro. Io sono nato prima scrittore e poi social, ma in questi ultimi anni l'editoria è piena di persone che sono diventate prima social e poi scrittori, in un Paese dove sono più quelli che scrivono che quelli che leggono. Per questo motivo, da romantico e sognatore, l'unico consiglio che mi sento di dare è quello di non spendere mai un euro per pubblicare il proprio libro, di evitare quelle case editrici che fanno del mercimonio sui sogni letterari delle persone. Perché secondo me i sogni non si comprano, si realizzano... Con un po' di fortuna.”