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Libri & Editori
“Grazie Russia” Il manuale dei putiniani in Italia. Esclusivo ecco una sintesi
libro

Esclusivo una sintesi in anteprima. In libreria ma in sordina “GRAZIE RUSSIA”, il manuale dei putiniani d'Italia.

Scritto a quattro mani dal politologo russo Akexandr Dugin e dal suo editore italiano, Maurizio  Murelli,  ecco  tra pochi giorni in libreria (un po’in sordina, ma già  tra i   rumors degli addetti ai lavori)   il libro maledetto dell’estate, da gustare  (amaramente ) sotto l’ombrellone carissimo  nel clima di catastrofe energetica che ci circonda , dalla mancanza d’acqua al caro benzina e  bollette: un vero manuale del Putiniano . Il ponderoso volume di 500 pagine,  “Grazie Russa” ( ed, Aga , 36 eurto ) ha debuttato  venerdì scorso nel tempio-libreria  della editoria rossobuna “Spazio Ritter” di Milano. Un grosso tomo  fresco di stampa è stato portato  alla Ritter durante la presentazione di un saggio dello scrittore russo   Leonid Savin  appena pubblicato in Italia ,Ordo Pluriversalis, ed  è stato adagiato da Marco Ritter sulla scrivania dove Francesco Borgonovo che  dissertava di multipolarismo e guerra fredda.  Clamori in sala, stupore, sorpresa e  corsa  alle prenotazioni appena sarà disponibile. “Grazie Russia”  ( di cui proponiamo in pillole una sintesi  in anteprima ) cerca di fare ordine  nei primi 90 giorni della invasione russa in Ucraina (  guerra che nel sottotitolo del libro viene chiamata Operazione  militare speciale)  ed è   ricco di riflessioni fatte  da Dugin sul multipolarismo, sullo  “great game” in corso in Ucraina, sul nazionalismo e  sulla fine della storia. L’ operazione Zeta ha  ora  cosi il suo manuale : liberalismo, geopolitca anglosassone, dottrina Monroe, politica euroasiasica , antiglobalismo, ,multipolarità, Anticristo , denazificazione, etc.

Insomma , un utile Bignami   per il militante non conforme, il liberale imbruttito, il leghista scettico, il  grillino smarrito  della galassia putiniana.

Interessatissimo  di quell’unica copia fresca di stampa, il politologo e scrittore Francesco Borgonovo che in questa  improvvisata “ prima” non ufficiale  già dissertava su “ civiltà dell’hamburger ” in crisi  e sull’inizio di una nuova guerra fredda tra Asia e Occidente. Il dibattito  su “Grazie Russia “ è   ovviamente già in corso sui social rossobruni  e si aspetta la presentazione ufficiale che si prospetta  affollatissima. Un  evento degno di un Fuorisalone.  Aspettando  la serata , avverte intanto  Borgonovo:

“L’Europa è forza motrice dell’umanità,   ma  viviamo ora in un clima di subcultura, frutto  del neo liberalismo , siamo in preda al delirio della fine del pensiero .

La nostra missione è  quella di celebrare  l’Europa che pensa, perché  la cosa nuova oggi è l’assenza del pensiero, le nuove generazioni non leggono libri. O creiamo una nuova classe dirigente, o ci estingueremo guardando Netflix”.

Le 500 pagine di “Grazie Russia “ potranno essere una tisana  letteraria curativa? Leggere per credere  ( sotto ) il libro in pillole.

 

 

Grazie Russia, Il libro ( 498 pagine, ed. Aga, euro 36)  in pillole

I RINGRAZIAMENTI DELL’EDITORE

 

Noi europei, i colonizzati e ubriacati da false equazioni (liberismo = democrazia, democrazia liberale = libertà), zombizzati e ridotti a schiavi volontari nell’interesse statunitense, privati della possibilità di filarci la nostra storia e di edificarla richiamandoci alle nostre radici, dovremmo come minimo essere grati alla Russia di aver rimesso in moto la Storia, di aver reagito alla prepotenza USA. E se ancora esiste un luogo ove un Dio manifesta la propria presenza, quel luogo è appunto Mosca, che nel Terzo millennio invera le istanze di Roma — e precisamente per questo Mosca è considerata la “Terza Roma”.Spasibo, Russia.

 

L’AIUTO DI PUTIN

 

È per aiutare il nostro popolo nel Donbass, che da quasi otto anni con i metodi più barbari (il blocco, le azioni punitive su larga scala, attacchi terroristici e continui attacchi di artiglieria) è sottoposto ad un vero e proprio genocidio. E per che cosa? Solo perché cercavano di ottenere i diritti umani elementari: vivere secondo le leggi e le tradizioni dei loro antenati, parlare la loro lingua madre e crescere i loro figli come volevano.

 

 

TRUMP

 

Il fatto che il conflitto sia rimasto dormiente fino ad ora è dovuto allo iato generato dall’amministrazione Trump, che non era interessata alle questioni geopolitiche esterne e sperava di risolvere prima diverse questioni interne. Il nazionalismo nordamericano di Trump – di natura paleoconservatrice – era compatibile con il multipolarismo. Il fatto che Trump si sia

scontrato con i globalisti (la Palude, che non è mai scomparsa del tutto) ha fatto sì che il presidente americano rompesse con la politica estera degli strateghi statunitensi e ha portato molti a etichettare Trump come russofilo. Naturalmente, Trump non aveva alcuna simpatia per la Russia, ma detestava i globalisti. Ma una tale accusa era già sufficiente per rimuoverlo dal potere. La geopolitica atlantista è tornata alla Casa Bianca per mano di Joe Biden insieme ai “falchi” liberali e ai neoconservatori.

 

L’IMPERO

 

Costruire un impero – o far rivivere un impero perduto – è un’arte complicata, poiché non è un processo lineare o monotono.

 

LA RECONQUISTA

 

I miei amici, fratelli e sorelle del Donbass hanno aspettato. Come sono stati insopportabili questi 7 anni. Non potevo guardarli negli occhi come ho fatto con i serbi dopo il bombardamento di Belgrado da parte della NATO. Allora dovevamo aiutare. E loro non hanno aiutato. Con la gente del Donbass, non è meno spaventoso e umiliante. Sì, non li abbiamo abbandonati, non li abbiamo traditi fino alla fine. Ma loro non l’hanno fatto. Mi sono svegliato solo ora….Il presidente ha parlato di de-comunicazione. Penso che intendesse solo che la Russia ha più di un secolo e che noi siamo portatori di una nuova ideologia – non liberale, ovviamente, ma nemmeno comunista. Siamo il popolo dell’Impero. Noi russi non siamo per il passato, siamo per il futuro….Gloria alla Novorossiya! Il secondo inizio della grande Reconquista slava è iniziato.

 

I GIORNALISTI E INVIATI DI GUERRA

 

Magari vi siete fatti convinti che i media hanno in Ucraina corrispondenti di guerra. Comunque la pensiate su le ragioni e i torti di Russia e Ucraina, quel che vi stanno facendo vedere non è la guerra o, come la chiamano i russi, “operazione militare speciale per la denazificazione-demilitarizzazione”. La guerra, in ogni caso, è altrove, altrove il suo vero teatro e quel teatro di guerra, che è già mondiale, ha ancor meno inviati, non viene raccontata e il suo esito finale sarà, per i telespettatori, una sorpresa.Relativamente all’Ucraina i “giornalisti di guerra” stanno nelle principali città ucraine dove le notizie delle operazioni militari giungono filtrate da una delle due parti in campo, quella ucraina.

 

IL VACCARO

 

Gli USA concepiscono il mondo come un immenso saloon. Vi imperversano come vaccari dove tra avventori ubriachi (nella metafora i vari uomini dell’Amministrazione) usano porre sul tavolo la Colt e il sacchetto di dollari: minaccia e profferte. Fai quel che voglio io, accetta i dollari oppure c’è un colpo di pistola (fuori di metafora: sanzioni, congelamento dei beni etc.). Ci hanno provato anche con il cinese di passaggio nel saloon e gli è andata male: è rimasto impassibile sulla sua sedia a dondolo con stampato sul viso un serafico sorriso. Esattamente come nella narrazione western hollywoodiana, capita che a fonte dell’agitato vaccaro che minaccia sfracelli, si materializza il Terence Hill di turno oppure un impassibile monaco cinese che è anche maestro di arti marziali. E allora il vaccaro viene ridotto a più miti consigli. Salvo poi cercare di rivalersi.

 

LA GUERRA

 

L’unica cosa vera che molti media sostengono è: «Putin non vuole la pace». Verissimo. Ma bisognerebbe aggiungere che la guerra l’ha iniziata l’Occidente e non a seguito dell’operazione militare speciale. La guerra non dichiarata l’Occidente contro la Russia l’ha intrapresa a partire dal 2007 (ne riparleremo) e la “battaglia” in Ucraina è appunto solo una battaglia che sta alla grande guerra (che solo ora entra nella fase acuta e durerà a lungo) come una sparatoria a Scampia rispetto allo sbarco in Normandia.

 

LA DOTTRINA MONROE

 

Tema: chi è l’aggressore e chi l’aggredito?Svolgimento. L’aggredita è la Russia, l’aggressore gli USA.

Fine svolgimento tema.

Gli ottusi possono continuare con la filastrocca a premessa di ogni loro dire su quanto accade in Ucraina. La potremmo dunque chiudere qui che tanto l’esposizione di fatti oggettivi non fa mutare di posizione a nessuno. Per gli ottusi infatti tutto parte il 24 febbraio di quest’anno. Per i moderati tutto parte con il golpe atlantista di Maidan nel 2014. Per quelli come me tutto parte nel 1823 con la “dottrina Monroe” in seguito riveduta, corretta e ampliata. Se agli inizi il succo era che gli Stati Uniti non avrebbero tollerato che una nazione europea colonizzasse una nazione indipendente nel Nord o nel Sud America considerando un eventuale intervento in tal senso nell’emisfero occidentale un atto ostile, in seguito, a partire dalla fine della Prima Guerra Mondiale, è diventato atto ostile l’ostacolare il loro espansionismo imperialista in ogni luogo del pianeta dove loro ritengano avere un qualsiasi interesse.

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