Libri & Editori
Penombra, di Gian Luca A. Lamborizio, Eretica Edizioni 2015

di Alessandra Peluso
In una zona intermedia di luce e ombra, si dipanano i racconti di Gian Luca A. Lamborizio, raccolti nel libro dal titolo "Penombra" edito da Eretica Edizioni.
I brani descritti appaiono come fatti di cronaca, come i tanti che ogni giorno leggiamo sui giornali e guardiamo in tv attraverso telegiornali, talk show, e quant'altro. L'autore, Gian Luca Lamborizio, è l'intervistatore, un giornalista forse, che in modo neutrale, in penombra, non giudica né addita la vittima o il carnefice, semplicemente descrive dettagliatamente ciò che accade.
Non è un caso infatti, che lo stesso affermi la sua volontà a delineare l'aspetto psicologico dei personaggi: "Indagare, da un lato, i loro sentimenti e la loro mente e, dall'altro, i moventi, le cause che hanno spinto a compiere azioni delittuose o folli. Tutto ha un motivo, reale o meno. Siamo abituati, ormai, ad additare il "mostro", ci stupiamo e indigniamo per quello che ha fatto, senza cercare di capire come e perché è arrivato a tanto. Ecco, questo invece è proprio il mio obiettivo" (www.paginatre.it).
Sono racconti, nei quali si manifestano l'elemento incomprensibile ai più, l'inconscio e quello razionale. C'è un altalenarsi di omicidi, forse per questo potrebbe richiamare il genere giallo, che si succedono tra una scrittura semplice e chiara. C'è la presenza di un commissario, Molteni, che appare come l'alter ego di ogni lettore, ossia l'occhio che osserva, cerca di trovare il colpevole, ma poi si accorge che forse si è tutti colpevoli o vittime, perché secondo Lamborizio, ogni accadimento è l'effetto di un precedente. Pertanto, ciò che accade è qualcosa di desiderato, o del quale si ha paura, o si immagina con la propria facoltà inconscia e di conseguenza tenderà a realizzarsi.
Insomma, "Penombra" di Gian Luca A. Lamborizio, più che un giallo o noir, come è stato definito, semmai si volesse dare una classificazione, appare come una lente d'ingrandimento della realtà, o meglio di spicchi di realtà. Forse ognuno di noi ha in sé la potenzialità distruttiva come ricorda Hobbes, ma per fortuna, ci sono umani che trascendono da questa istintività animalesca e scendendo sul piano della realtà sono in grado di conciliarsi con se stessi e con l'altro, disposti a raggiungere anche dei compromessi.
Ecco sì, forse il titolo è un compromesso - un po' inquietante - di scrivere dei racconti lontani dalla completa e offuscante luce e dal paralizzante buio.