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Storia e arte nell’ultimo libro del Premio Strega Melania Mazzucco

Nessuno fino ad oggi aveva raccontato la storia di Plautilla Bricci, poiché probabilmente sono pochissimi gli scrittori che ne hanno sentito parlare; anche volendo estendere la ricerca al mondo dell’arte – professori, scultori, architetti, pittori, critici, restauratori – resta comunque minimo il numero di coloro che saprebbero dire chi era e che cosa fece questa straordinaria donna vissuta nel XVII secolo. Un vero peccato, perché Plautilla, nata e cresciuta nella Roma di Caravaggio, del Bernini e di Borromini, risulta essere il primo architetto di sesso femminile in Occidente.

Dopo “La lunga attesa dell’angelo”, il Premio Strega Melania G. Mazzucco torna a regalarci un romanzo storico la cui grande protagonista è l’arte, in tutte le sue forme. L’architettrice è uscito di recente edito da Einaudi ed è il racconto di un’artista – pittrice e architetto – fatto da un’altra artista – scrittrice. Ne esce fuori un libro meraviglioso, sia perché il personaggio scelto dall’autrice è effettivamente molto interessante da scoprire, sia perché la capacità narrativa della Mazzucco è, come sempre, sublime. Ma andiamo con ordine.

Plautilla Bricci nasce il 13 agosto del 1616 nella parrocchia di San Lorenzo in Lucia. Suo padre Giovanni è un uomo dalle mille risorse, capace di tutto eppure destinato a non eccellere in niente: scrittore, attore, pittore, curioso di ogni scienza o arte, il Briccio rincorre per l’intera durata della sua vita il sogno di essere accolto in un’accademia, di ricevere commissioni importanti e di raggiungere la fama. A realizzare questo sogno non sarà però né lui, né il figlio maschio Basilio, né il genero Rutilio, ma la figlia femmina meno amata, quella da mantenere zitella a causa dei sonni improvvisi che la colpiscono e dell’aspetto fisico non troppo attraente. L’amore tra il Briccio e la sua secondogenita non nasce spontaneamente, ma cresce e si fortifica giorno dopo giorno grazie alla dedizione che il padre mette per insegnare tutto ciò che sa alla figlia: un sapere che non andrà disperso, poiché Plautilla ascolta, apprende, si esercita, esegue senza mai dire di no e arriva al punto di sacrificare sé stessa, il suo desiderio di essere donna, moglie e madre, per dedicarsi in esclusiva all’arte.

Tra le poche privilegiate a poter accedere all’Accademia di San Luca, Plautilla Bricci realizzò svariate opere pittoriche, ma la sua fatica più grande coincise con la sua massima soddisfazione: la progettazione e costruzione di Villa Benedetta, ribattezzata il Vascello per le sue forme originali ispirate a un veliero. La stravagante dimora rappresentò per lei ed Elpidio Benedetti – l’abate con cui Plautilla visse una storia d’amore travagliata, mai completamente libera di potersi esprimere –la tanto desiderata figlia che non ebbero mai. Non solo, insieme ristrutturarono una cappella all’interno della chiesa di San Luigi dei Francesi, la stessa in cui sono conservate le opere di Caravaggio.

Che cosa significava essere una donna architetto a Roma nel XVII secolo? Quanta forza d’animo era necessaria per trovare un posto tra gli artisti, e tra gli uomini? Melania Mazzucco ci racconta in un romanzo avvolgente e curato, frutto di ben diciassette anni di studi e ricerche, la vita, il pensiero, le passioni, i dolori di Plautilla Bricci, alternando le sue vicende con quelle che riguardano la sua adorata creatura: Villa Benedetta fu infatti gravemente danneggiata nel 1849, durante la guerra dei romani contro l’esercito francese, accorso in Italia per restaurare Pio IX sul soglio pontificio.

Ogni personaggio è realmente esistito, ogni dettaglio pensato con estrema attenzione, ogni frase soppesata; nulla è lasciato al caso in questo libro che ha visto la luce dopo una lunghissima gestazione, ma è senza dubbio una delle opere meglio riuscite della Mazzucco. Narratrice, ricercatrice, appassionata d’arte, Melania G. Mazzucco riesce ancora una volta a imprigionare il lettore nel mondo della sua protagonista e non lo lascia andare fino all’ultima pagina. Il tutto, senza dimenticare di tracciare un prodigioso affresco della Roma barocca, tra papi, pittori, cardinali,scultori e accademici, tra la peste e la povertà, l’opulenza e la volontà di sconfiggere la morte attraverso la grandiosità dell’arte. Un romanzo eccelso che non potrete non amare.

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