Achille Costacurta: "Al liceo fumavo hashish tutti giorni, ma non mi pento. Sogno l'Australia: ecco che lavoro farò da grande" - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 09:52

Achille Costacurta: "Al liceo fumavo hashish tutti giorni, ma non mi pento. Sogno l'Australia: ecco che lavoro farò da grande"

Il 21enne sul rapporto con i genitori: "Col tempo è diventato pesante"

di Matteo Posci

Achille Costacurta: "In prima liceo fumavo hashish tutti i giorni ma non mi pento. Ha fatto di me quello che sono oggi. Sogno di aprire un centro per disabili in Australia"

Achille Costacurta, figlio di Martina Colombari e dell'ex calciatore del Milan Alessandro Costacurta, è tornato a parlare dei momenti difficili vissuti personalmente e in famiglia tra droga e comportamenti inappropriati in una lunga intervista al Corriere della Sera.

Achille Costacurta dichiara di aver smesso di assumere sostanze "da quando ho preso consapevolezza della necessità di iniziare un percorso per guardare avanti. La mia rinascita risale a maggio del 2024: è avvenuta nella clinica Santa Croce, in Svizzera, dove ho incontrato medici che mi hanno aperto gli occhi su tante cose".

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La svolta arriva con la diagnosi di disturbo da deficit dell'attenzione o Adhd: "Ero già stato in quella struttura in passato, dovevo affrontare il depot ma ero depresso e dovevo essere pulito. Poi quando sono tornato da un viaggio in Colombia invece di curarmi in ospedale sono andato in Svizzera

Il 21enne svela di aver cominciato a fumare hashish tutti i giorni in prima liceo e nella sua breve vita ha subito ben sette tso, oltre ad aver tentato il suicidio e aver perso tanti amici per la droga lungo la strada: "Non ricordo più quante volte sono finito in comunità, quanti tentativi di scappare.  - racconta Achille Costacurta - Non mi rendevo conto che quando cerchi di fuggire poi gli infermieri ti prendono sempre. Ma è il passato e per me ora è chiuso come un ricordo in una scatoletta. Ciò che è successo non si può più cambiare. Ciò che abbiamo davanti dipende da noi".

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Il rapporto con i genitori famosi non è stato di certo di semplice: "Da piccolo poteva essere stimolante, col tempo è diventato pesante. Ero un ragazzino con tanta gente attorno, molti ragazzi — e lo capisci dopo — si avvicinavano perché ero nato in quel contesto. Oggi, mi rendo conto che quel mondo non era normale. E meno male che non ho fatto il calciatore altrimenti il paragone sarebbe stato ancora più schiacciante".

Achille Costacurta non sa bene a che punto sia arrivato del suo percorso di riabilitazione ma in futuro sogna di aprire un "centro per ragazzi disabili", magari in Australia: "Lavorare lì quattro cinque mesi all’anno nei campi e frequentare l’università. Ti pagano sa? Cinquemila euro al mese", conclude così l'intervista. 

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