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Ascolti Tv, Affari apre caso Renzi-Striscia. Anzaldi: "Intervenga Vigilanza"
Un frammento del deep fake di Matteo Renzi
andato in onda a Striscia la Notizia 

Il caso deep fake di Striscia la Notizia sollevato da affaritaliani.it, quello che vede protagonista Matteo Renzi e con il quale il Tg Satirico di Canale 5 ideato da Antonio Ricci ha aperto la nuova stagione lunedì scorso, sta  oggi dilagando e spopolando su tutti i giornali.

Prima della nostra segnalazione (clicca qui per leggere), martedì mattina, nessuno aveva eccepito e il video manipolato digitalmente in cui Renzi si faceva beffe di Conte, Zingaretti, D'Alema, Di Maio e perfino del Presidente Mattarella, la sera prima, era andato in onda senza che anima viva dicesse alcunché. 

A parte l'Onorevole Michele Anzaldi, segretario della Commissione di Vigilanza Rai e deputato della Commissione Cultura di Italia Viva, che ci aveva rilasciato immediatamente una dichiarazione, preoccupato quanto noi delle implicazioni di quanto era andato in onda, in un àmbito scherzoso e parodistico.

Oggi, il Segretario indirizza una lettera al Presidente della Commissione di Vigilanza Alberto Barachini, sollevando diverse questioni cruciali. "Gentile Presidente" scrive l'on. Anzaldi, "un filmato andato in onda nella prima puntata della nuova stagione di “Striscia la notizia” ha aperto un ampio dibattito sui mezzi di comunicazione a proposito delle deep fake news. Come ha mostrato “Striscia” al grande pubblico, è possibile realizzare grazie all’intelligenza artificiale filmati sostanzialmente indistinguibili dal vero ma totalmente falsi. Da tempo esistono esempi di deep fake ma è la prima volta che questa tecnologia viene applicata sulla politica italiana. Lo hanno sperimentato due leader di segno opposto come Matteo Renzi e Matteo Salvini".

E ancora: "Il video di Renzi, in particolare, nella messa in onda ha tratto in inganno tantissimi telespettatori, che poi hanno riversato sbigottimento e incredulità sui social network. Dopo lo sdoganamento del deep fake sulla tv generalista italiana, nulla ci assicura che filmati del genere non vengano trasmessi anche sulle reti del servizio pubblico, per questo credo che sia opportuno che la commissione di Vigilanza Rai accenda un faro sulla questione. La commissione dispone dei mezzi e dell’autorevolezza per un serio approfondimento. Si potrebbe valutare di effettuare audizioni con esperti e istituzioni di controllo, come Agcom, Ordine dei Giornalisti, sindacati. Attraverso le audizioni si potrebbe verificare in che modo questa tecnologia possa essere regolamentata, almeno per quello che riguarda le emittenti televisive. Il rapporto tra nuove tecnologie, social network e tradizionale emittenza tv rappresenta un campo che vede ormai impegnata da tempo la nostra commissione, come conferma anche la Risoluzione sull’utilizzo dei social network da parte dei dipendenti Rai, attualmente al centro dei nostri lavori e sulla quale è opportuno arrivare al più presto ad un documento approvato". 

Attendiamo sviluppi sul caso, lieti e orgogliosi di aver contribuito ad accendere un riflettore su un fenomeno dai risvolti imprevedibili e di potenziale estrema pericolosità mediatica, sociale, istituzionale, politica ed etica. 

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