Auditel Coronavirus: Nella tragedia, pessimo gusto esultare per gli ascolti Tv
Autolodarsi per l'audience ottenuta nel momento di crisi è irrispettoso di chi soffre per l'emergenza. Specie da parte del Servizio Pubblico
In emergenza Coronavirus appare inopportuno vantarsi dei risultati Auditel delle trasmissioni d'informazione e approfondimento, soprattutto del Servizio Pubblico.
Occuparsi di Ascolti Tv e di dati Auditel non è soltanto riportare cifre, percentuali, numeri e statistiche, ma è anche fotografare gli andamenti dei gusti televisivi degli italiani, i loro piaceri proibiti, le loro idiosincrasie, i loro amori, le loro passioni, le loro avversioni nei confronti di trasmissioni, conduttori, personaggi.
In tempi di emergenze, per quanto riguarda almeno il sottoscritto, diviene penoso dover sottolineare le vittorie dell'uno e le sconfitte dell'altro - specie per ciò che concerne gli spazi di approfondimento, i talk show, i notiziari. Se ai tempi del terremoto dell'Aquila, i risultati del Tg1 sbandierati trionfalmente dall'allora direttore Gianni Riotta erano di pessimo gusto, oggi - con un'emergenza nazionale relativa a un'epidemia che ancora non vede soluzione ma che potrebbe addirittura aggravarsi nei prossimi giorni - lo sono a maggior ragione. Soprattutto se ciò proviene dal Servizio Pubblico. Non è il massimo vedere Alberto Matano condividere a ogni piè sospinto i risultati della Vita in Diretta in questi giorni di approfondimento sul Coronavirus, né tantomeno vedere lo stesso comportamento da parte del direttore di Rai1 Stefano Coletta.
Che gli operatori del settore siano lieti che il loro servizio d'informazione sia gradito dal cittadino è sacrosanto, che esultino come potrebbe esultare il conduttore di un reality o di un talent show in condizioni normali appare decisamente inopportuno. Non parliamo poi di quei personaggi televisivi che, malgrado la situazione di emergenza, pubblicano a ogni piè sospinto bollettini dei loro trionfi, talvolta addirittura gonfiati. Un'assoluta iniquità.
Quanto all'emergenza Coronavirus e alle misure restrittive introdotte dal Governo, forse sarebbe il caso che la Tv (pubblica e privata) desse il buon esempio e interrompesse la programmazione normale, sostituendola con trasmissioni educative per i bambini e i ragazzi costretti a casa, film, telefilm e, in vari momenti della giornata, dei brevi spazi di approfondimento (salvo casi straordinari), da aggiungere ai Tg. E con ogni probabilità sarebbe davvero opportuno sospendere il resoconto delle rilevazioni Auditel e occuparsi semplicemente di denunciare le carenze informative o, al contrario, lodare la professionalità degli operatori televisivi durante l'emergenza. L'impegno civico passa anche da questi gesti.