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Cinema, cresce export di film italiani. Salgono anche le coproduzioni
Rutelli 

Cinema, cresce la circolazione dei film italiani all'estero: "Risultati legati a una diversa modalità di fruizione"

In tutti i comparti “le esportazioni del prodotto italiano sono in crescita, lo dimostrano i dati. E’ una filiera integrata e i suoi risultati sono legati alla diversa modalità di fruizione”: a dirlo è il presidente dell’Anica Francesco Rutelli, introducendo la presentazione a Roma della Ricerca sull’export di film italiani, che registra un segno più su coproduzioni e circolazione di film all’estero.
“Resta la priorità della fruizione nelle sale – ha sottolineato – ma sappiamo che ora siamo in un scenario completamente diverso, con diversi fattori competitivi. Abbiamo un mondo in cui tutti i Paesi si muovono su un mercato integrato e sfidante, noi dobbiamo essere più bravi. La ricerca dimostra che ne abbiamo la capacità”.

I dati illustrati da Emilio Pucci, direttore dell’Istituto di Ricerca eMadia, infatti, raccontano che tra il 2017 e il 2021 i film italiani prodotti sono stati 1.130 nei tre generi principali, finzione, documentario e animazione, per una media di 226 titoli all’anno. I titoli di finzione hanno costituito la maggior fetta di prodotto, attestandosi al 68% del totale, con i documentari, in crescita negli anni, al 31%. Uno dei pochi dati critici dell’intero lavoro è rappresentato dal numero di lungometraggi di animazione prodotti in Italia nel quinquennio: solo 8, in totale, pari all’1% dell’offerta.

Cinema, cresce l'export dei film italiani all'estero. Merito anche delle coproduzioni 

Il principale veicolo per la circolazione internazionale del made in Italy sono le coproduzioni; gli accordi siglati nel periodo 2017-2021 tra produttori italiani e operatori esteri sono 209 (dato parziale a fine 2022), di cui ben 190 con partner europei (il 70%): Francia (nel 2021 l’Italia è stato il principale partner), Germania, Svizzera, Spagna e Belgio sono i principali Paesi coproduttori. Sono invece 19 gli accordi stipulati con operatori extraeuropei per film per la sala cinematografica e sono concentrati, in gran parte, nell’America Centro-Meridionale.
Il valore economico complessivo generato dalle collaborazioni internazionali sul quadriennio 2017-2020 è stimato in circa 92 milioni di euro, con un incremento del +124% rispetto ai quattro anni precedenti.

“Il sistema italiano ha dei punti di forza – ha spiegato Pucci – come la progressiva internazionalizzazione della industry e del mercato e il tax credit a sostegno della produzione. Ci sono però anche dei punti di debolezza come i budget medi di produzione troppo bassi e la tendenza a realizzare produzioni tendenzialmente orientate al mercato domestico e con una limitata vocazione alla ricerca di opere o storie con capacità di circolazione internazionale.

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