Contenuti a pagamento per i big: solo i piccoli sfuggono al paywall
L'ultimo a provarci è l'Espresso. Il sito del settimanale segnalerà con E+ i contenuti a pagamento, disponibili solo per gli abbonati. Il prodotto sarà varato il 15 maggio, con un due settimane di lancio gratuite e la possibilità di sottoscrivre due tipi di abbonamento: 5,99 euro al mese o 49,99 all'anno.
La strada dei grandi gruppi editoriali pare tracciata: è quella dei contenuti a pagamento. Lo ha affermato anche Pietro Scott Jovane, ad di Rcs. "In Spagna il gruppo ha lanciato il paywall", un sistema che consente di accedere a un numero limitato di contenuti gratuiti, superato il quale gli utenti devono pagare. "Il lettore - è convinto Jovane - è disposto a pagare di più se riceve di più".
Negli Stati Uniti sono circa 450 (compresi New York Times e Wall Street Journal),su 1380 i quotidiani che hanno adottato i contenuti a pagamento. Non riguarda solo i cartacei convertiti sulla via del web. Ci ha provato anche Slate, che ha preferito la strada di un abbonamento vicino alle cifre dell'Espresso (5 dollari al mese e 50 all'anno). Jeff Bezos, che di internet ne capisce qualcosa, ha messo le mani sul Washington Post e manifestato i suoi dubbi sul paywall. Ha optato per un strada intermedia, ampliando l'offerta contenuta nell'abbonamento: 7,99 dollari consento di accedere non solo ai contenuti del Washington Post, ma anche a quelli di alcuni fogli locali, con i quali il boss di Amazon ha conluso degli accordi.
E' davvero la soluzione? Se i grandi gruppi probabilmente non possono farne a meno, per le aziende native digitali, più agili ed essenziali, l'idea che la pubblicità possa essere l'unica fonte di guadagno non è utopica. E anche tra i grandi giornali c'è qualcuno che va controcorrente. Il Guardian ha ribadito: nessun paywall. Una scelta che sta pagando. Il giornale inglese ha chiuso il primo trimestre del 2014 con rivavi record: 70 milioni di sterline (80 milioni di euro), contro i 56 di un anno fa. La proiezione sull'intero anno prevede un fatturato di 206 milioni di sterline, in aumento del 5%. Un dato spinto dai ricavi digitali, che crescono a una velocità doppia (+25% contro +11%) rispetto al New York Times e al suo modello paywall.