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MediaTech
Fake news, come nasce la bufala di Antonio Di Pietro candidato in Molise
anni '90. Il magistrato Antonio Di Pietro con il collega Gherardo Colombo

 

Dunque Antonio Di Pietro non si candida al ruolo di governatore della sua terra, il Molise.

Tuttavia, ieri nel primo pomeriggio si era diffusa con la velocità della luce una notizia dirompente e politicamente rilevantissima e cioè che Di Pietro invece si candidava e lo faceva con l’apporto del Pd locale e nazionale.

Una notizia di primaria importanza, visto che ciò avveniva dopo la caduta di Matteo Renzi che era stato il principale avversario per una sua candidatura al Senato arrivando ad affermare: “'Non candiderò mai quel giustizialista di Di Pietro finché sarò segretario”.

Dunque c’era la plausibilità del contesto politico e, per conseguenza logica, la notizia poteva essere “vera”.

Come noto, si parla in continuazione di “fake news”, di notizie manipolate, false, distorte (non entro nella complessa e differenziata definizione tecnica esatta perché non è questo lo scopo dell’articolo): un fenomeno assai pericoloso e sempre più diffuso che inquina un bene primario: l’informazione.

Prendo dunque lo spunto di quanto successo ieri per cercare di ricostruire quanto accaduto.

Il primo lancio è un’Ansa delle ore 13.01:

 

ZCZC2892/SXR OAQ43179_SXR_QBKX U REG S43 QBKX Regionali: Molise; Ulivo.2, via libera a Di Pietro Centrosinistra: dopo stop Frattura, anche Ruta ritira candidatura (ANSA) – CAMPOBASSO, 9 MAR – “Di Pietro non e’ Frattura”. Nel linguaggio della politica basterebbe solo questa dichiarazione per affermare che le quotazioni Di Antonio Di Pietro quale candidato del centro sinistra alla carica Di Governatore del Molise, ora salgono notevolmente. Parole del senatore uscente del Pd, Roberto Ruta, e leader della coalizione ‘Molise 2.0’, che stamani in una conferenza stampa ha annunciato anche Di ritirarsi dalla competizione elettorale dopo il ‘via libera’ ricevuto dall’assemblea dei ‘mille’ che per acclamazione lo aveva ‘incoronato’ candidato alla presidenza della Regione. Il passo indietro Di Ruta arriva a poche ore dall’analoga decisione del Governatore uscente, Paolo Di Laura Frattura (Pd), presa nell’ottica Di ricompattare il centro sinistra e puntare su un nome che faccia sintesi. Identica anche la ‘sostanza’: non sara’ candidato, come Frattura, nel proporzionale. YM9-PRO 09-MAR-18 13:01 NNNN

 

Dunque, leggendola, si può notare che la notizia non è affatto acclarata, ma si tratta solo di una supposizione del redattore e cioè che “le quotazioni Di Antonio Di Pietro quale candidato del centro sinistra alla carica Di Governatore del Molise, ora salgono notevolmente”, basata sulle dichiarazioni di un politico Pd, Roberto Ruta, che magari aveva le sue buone ragioni per sperare che fosse finita così, e cioè Di Pietro candidato.

Successivamente, questa semplice, ancorché ripeto plausibile supposizione, e cioè che le “quotazioni di Di Pietro candidato salgono notevolmente”, raggiungeva i media in Rete, tra cui il Corriere della Sera, la Repubblica, Il Fatto Quotidiano, Il Giornale, Libero, Fan Page, Il Giornale del Molise, il Globalist, l’Unione Sarda, Momento Sera, l’Avanti! che “aprivano” con la notizia della candidatura di Di Pietro, sparata in prima pagina. Il miracolo era compiuto e cioè una semplice supposizione era diventata magicamente la realtà. Ma chi batteva tutti è Il Tempo che la metteva nel cartaceo odierno.

Sia chiaro, con questo non voglio assolutamente giudicare il lavoro altrui, ma semplicemente dare un contributo puramente descrittivo ad un fenomeno che preoccupa il mondo intero.

Alcuni quotidiani, ad esempio come Il Manifesto, pubblicavano addirittura la notizia falsa alle 23.59: https://ilmanifesto.it/elezioni-regionali-molise-tonino-di-piero-sara-il-candidato-del-centrosinistra/, quando era già stata ufficialmente smentita e tuttora (11) la conservano.

Come dicevo, prima di pubblicare il mio articolo, ho voluto fare una cosa basilare nel giornalismo e cioè una semplice verifica dalla fonte primaria, in questo caso lo stesso Antonio Di Pietro che al telefono mi diceva testualmente “Lascia perdere, si tratta di una fake news!”.

Dunque alle 17.42 pubblicavamo su Affaritaliani.it la smentita con il titolo: “Di Pietro candidato del centrosinistra in Molise è una fake news” ed io personalmente sul mio sito:

 

http://www.affaritaliani.it/politica/antonio-di-pietro-candidato-centrosinistra-in-molise-una-fake-news-529351.html

http://www.giuseppevatinno.it/wordpress/?p=2690

 

 

Solo Il Sussidiario e Il Secolo d’Italia (a mia conoscenza) riprendevano la smentita di Affari, si badi bene, da fonte primaria:

 

http://www.ilsussidiario.net/News/Politica/2018/3/9/FAKE-NEWS-ANTONIO-DI-PIETRO-CANDIDATO-PRESIDENTE-MOLISE-Il-Centrosinistra-non-ha-scelto-ancora-l-ex-pm/810711/

http://www.secoloditalia.it/2018/03/molise-il-centrosinistra-alla-frutta-scongela-di-pietro/

 

Nonostante questo la notizia continuava a dilagare on-line, tanto che il TG1 della Rai, cioè la più importante testata pubblica italiana, ci apriva l’edizione principale della giornata e cioè quella serale delle 20, con tanto di foto dell’ex PM di Mani Pulite.

A quel punto avvertivo Di Pietro che, nonostante la smentita che mi aveva chiesto di pubblicare, la fake news era giunta al telegiornale serale di Rai 1, considerato molto autorevole (quindi sicuro) dal pubblico, e stava già trasferendosi all’estero, visto che per il Web l’ “estero” non esiste trattandosi di un unico territorio mediatico in cui la “metrica” informativa è annullata come distanza spaziale.

Allora Di Pietro chiamava in diretta una emittente locale, TeleMolise e smentiva a voce durante un programma, intorno alle 22.

Dopo un paio d’ore anche l’Ansa, ribatteva la vera notizia e alcuni media aggiornavano il sito, verso le 23, tra cui Il Corriere della Sera, e la Repubblica, mentre altri la mantenevano, come Il Fatto Quotidiano, nonostante la smentita.

Poi tutti gli altri (o quasi) si adeguavano.

La cosa “interessante” ed invero un po’ fastidiosa per l’etica giornalistica è che venisse citata nella smentita solo TeleMolise e non Affaritaliani.it, che per primo aveva reso nota la falsa notizia in maniera chiara e netta, riportando nel titolo le parole del diretto interessato.

Dunque, ho avuto la fortuna professionale di esperire personalmente come nasce e si propaga una fake news: lancio di agenzia (la più nota e quindi la più autorevole) su una ipotesi di un politico (quindi debole per definizione), ripresa immediata dei media nazionali più importanti (e quindi più autorevoli), e, soprattutto, dal telegiornale della rete ammiraglia del servizio pubblico (quindi percepita autorevolissima).

A quel punto la notizia falsa diviene vera.

Tutto il meccanismo si regge su una regola basilare del giornalismo violata sempre più spesso: la verifica della fonte primaria e la ripresa da fonti secondarie sempre più “autorevoli”, tra cui il più importante quotidiano nazionale e la più importante rete televisiva pubblica che hanno dato l’imprimatur di verità alla falsa notizia.

Bastava infatti telefonare a Di Pietro per chiedere conferma, visto l’ambiguo lancio dell’Ansa, ed invece si è sparata la notizia in prima pagina. Adesso si può anche sapere chi è stato il primo (e questo lo lascio agli studiosi della materia), ma non importa questo, importa il meccanismo perverso dell’informazione digitale (basata sulle velocità) che poi porta tutti gli altri, tranne poche eccezioni, a seguire il primo per non rimanere indietro e non “perdere traffico”.

 

 

 

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