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MediaTech
Il Covid massacra gli ascolti Rai, bene Mediaset. Si investe sul digitale

L'emergenza Covid, stando a Dagospia, ha determinato un calo drammatico degli ascoltatori Rai. Giù anche Sky, "senza calcio era inevitabile" commenta il sito, mentre Mediaset ha guadagnato ascolti (nella fascia 4-44 anni, "la più ambita dagli inserzionisti"), così come Netflix e Amazon durante il lockdown hanno esteso ulteriormente il proprio dominio. Crescono sempre di più gli investimenti sul digitale, meno quelli sulla stampa. A fotografare la situazione italiana è una ricerca della Rai rivelata, riporta Dagospia, da Huffpost.

“Nel primo semestre 2020 – si legge nello studio - rispetto ai servizi di pay tv tradizionali, si segnala il calo del 7,4% delle famiglie abbonate a Sky, che passano dai poco più di 4 milioni di maggio 2019 ai circa 3,8 milioni di maggio 2020 (i dati però non comprendono la quota delle famiglie abbonate a Sky attraverso il canale solo digitale)”. Le famiglie che hanno Sky sarebbero nel 2020 il 15,3% del totale. Secondo gli analisti il calo è da imputare soprattutto alla sospensione e al rinvio degli eventi sportivi durante il primo lockdown.

Miglior fortuna invece per le tv solo digitali: Netflix passerebbe dall’8,7% delle famiglie italiane nel 2019 al 14,1% alla fine di quest’anno, secondo lo scenario elaborato dalla Direzione marketing della Rai. Più tenue la salita di Amazon Prime, dal 7,2 all’8,9%. Anche Tim Vision cresce, dal 7,2 all’8,3%. Apple Tv arriverà invece a fine 2020 al 4,3% delle famiglie, contro l’1,8 del 2019. Dazn perderebbe quota (dal 6,8 al 6,4%) penalizzata dal crollo degli eventi sportivi. Infinity sarebbe in calo dal 5,5 al 5% di quest’anno, mentre Disney Plus, uscita quest’anno, avrebbe già raggiunto il 2,6% delle famiglie italiane.

Un buon risultato anche per Tivù Sat, la piattaforma satellitare gratuita che, a giugno 2020, ha raggiunto i 3,7 milioni di Smart Card attive (erano 3,5 nel primo semestre dello scorso anno)e oltre 2,5 milioni di utenti nominativi attivi (erano 2,4).

Fra le tv, si legge nello studio, “Il Gruppo Rai si conferma nel primo semestre 2020 leader del mercato con il 35,7% di share nell’intera giornata (-0,7 punti percentuali rispetto al pari periodo del 2019) e con il 36,6% in prime time (-0,8 punti)”. Ma, mentre la Rai era in calo, Mediaset è cresciuta raggiungendo, nell’intera giornata, il 31,9% di share (+0,3 punti) e, in prime time, il 33,6% (+1,7 punti). 

Le reti generaliste tradizionali nel loro complesso (Rai1, Rai2, Rai3, Canale 5, Italia 1, Rete 4 e La7) registrano, nell’intera giornata, un calo di 2 punti percentuali dello share, passando dal 58% del primo semestre 2019 al 56% del primo semestre 2020. Più vivaci le reti semigeneraliste (Tv8, Nove, Rai4, Cielo, Real Time, Sky Uno) che crescono e arrivano al 9,6% di share nell’intera giornata (più 0,3 punti). Ancora più brillanti i canali specializzati, che passano dal 32,7 al 34,4 per cento nel confronto tra primo trimestre 2019 e analogo periodo 2020.

Altra preoccupazione per la Rai sarebbe, in base allo studio riportato da Dagospia, che sebbene risulti "leader sul totale individui e sugli over 45, emerge, rispetto al semestre di riferimento, una flessione sul pubblico giovane, più marcata sui 4-7 anni (-4,1 punti %). Mediaset, invece, è leader tra i segmenti tra i 4 e i 44 anni. Da segnalare, la buona performance dell’editore Viacom molto marcata tra gli spettatori under 14”. "Le performance del Gruppo Rai" risulterebbero invece trainate "dall’ascolto dei segmenti adulto-anziani e da Rai Yoyo”.

 

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