Sfida alla Silicon Valley: i big cinesi alla conquista di internet
Il gigante ha rotto il recinto: la Cina è pronta a conquistare il web. Fino a ora, alle imprese asiatiche nate e prosperate su internet è bastato l'enorme mercato interno. Adesso è tempo di navigare fuori dall'area protetta. A fare da ariete è Alibaba. Il colosso dell'e-commerce è pronto a quotarsi a New York. Contenderà a Facebook il titolo di maggiore Ipo della "nuova new economy". Secondo il Financial Times potrebbe superare i 16 miliardi che portarono (non senza scossoni) mr Zuckerberg a Wall Street.
Sarà una matricola pesante. La capitalizzazione di Alibaba potrebbe toccare i 200 miliardi di dollari. Una cifra che ne farebbe la seconda società di internet, alle spalle di Google. Per dare il senso delle proporzioni, e-Bay si ferma a 73. Le vendite del 2013 sono ammontate a 240 miliardi di dollari mentre Amazon arriva a 100.
E con sè Alibaba porta i suoi fratelli minori. Taobao, che punta sullo scambio gratuito di merci e prodotti, conta oltre 6 milioni di utenti. Il neonato Tmall, specializzato in grandi marche (tra le quali Apple), mira a intercettare un nuovo pubblico. Anche fuori dalla Cina, dove navigano 600 milioni di utenti, il doppio dei navigatori Usa.
In rampa di lancio c'è anche Weibo, il Twitter cinese. Il social ha gli stessi problemi dell'uccellino azzurro: ha i conti in rosso ma un potenziale enorme, con un fatturato triplicato rispetto a un anno fa. Gli utenti sono 129 milioni (più o meno la metà di Twitter). E un alleato: la censura. Weibo non è libero, ma non deve sopportare la concorrenza di Twitter e Facebook, vietati in Cina.
Da est arriva anche l'anti-Google. Baidu non è solo una copia di Big G, ma è capace di alcune innovazioni, come la possibilità di fare ricerche a partire da una foto. In attesa di sfondare all'estero, Baidu si allena in casa (dove attira il 71% delle ricerche) ma guarda già oltreconfine. Nel 2013 ha stretto un accordo con Orange per creare servizi di telefonia mobile. Come Google, quindi, non solo internet.
Ogni gigante ha il suo rivale: Baidu vs Google; Alibaba vs Amazon; Weibo vs Twitter. E Tencent contro WhatsApp. Il gruppo cinese è lo sviluppatore di WeChat, applicazione arrivata in Europa con un testimonial dal cachet pesante come Leo Messi. Una mossa che la dice lunga sulla forza del gruppo, ormai in grado di competere su scala globale con i colossi americani. Ma già ecco spuntare un altro concorrente: tra Cina e Stati Uniti è pronto a inserirsi il russo Telegram, astro nascente della messaggistica istantanea.
@paolofiore