Kim Dotcom, ascesa e rovina di un pirata
Kim Dotcom, all'anagrafe Kim Schmitz, è diventato famoso per due cose: essere il fondatore del sito di file-sharing Megaupload.com e per aver vissuto da nababbo. Adesso non ha né l'uno né l'altro. Megaupload è stato chiuso e l'accusa di frode fiscale da 170 milioni di dollari ha prosciugato le sue un tempo capienti tasche.
Niente più jet privato. Niente elicottero e collezione di Rolls Royce. Kim Dotcom ha comprato qualche mese di libertà pagando una cauzione da dieci milioni. Ma adesso i soldi non ci sono più. E Schmitz potrebbe tornare in prigione. Con il rischio che la Nuova Zelanda, Paese nel quale risiede, accolga la richiesta di estradizione degli Stati Uniti.
Dotcom lancia l'allarme. "Sono in rovina e potrei finire in prigione". Il fondatore di Megaupload sostiene che l'errore più grande non sia stata la frode ma la discesa in politica. Aveva infatti creato "Il partito di Internet", ignorato dagli elettori neozelandesi e preso di mira dagli avversari politici. La dura campagna elettorale sarebbe stata la causa del disastro. "Un tempo avevo molti sostenito, ma i miei avversari politici mi hanno fatto apparire come un nazista". E la rete, che tanto si era mobilitata all'inizio, adesso ha voltato le spalle a uno dei profeti del file-sharing.