MediaTech
Mentana Grillo: la guerra continua
Di Battista e Di Maio coinvolti insieme a Grillo e Mentana nella lite mediatica
Qualche giorno fa Enrico Mentana, direttore del TG La7 e quindi appartenente alla corazzata Cairo che include il Corriere della Sera, aveva minacciato di querela Beppe Grillo in risposta ad un post che era comparso nel sito del Federale Genovese contro i media tradizionali produttori di bufale.
Questa tesi di complottismo giornalistico vede anche altri fautori anche se poco conosciuti sebbene sempre alla ricerca della ribalta mediatica: uno di questi è, ad esempio, Paolo Attivissimo “ingaggiato” da poco come “Ministro della Verità” dalla Presidente Boldrini:
Tuttavia, il post di Grillo ha fatto infuriare Mentana che appunto, come detto, rivendicando una sua diversità ha minacciato querela però prontamente ritirata dopo che Grillo dal suo blog si era “scusato” dicendo che lo aveva dovuto inserire per una sorta di par condicio mediatica anche se, osservando bene il mosaico delle testate riprodotte, mancavano Il fatto Quotidiano e Il Messaggero, due quotidiani tradizionalmente vicini al Movimento Cinque Stelle.
Quindi una menzogna quelle di Grillo sulla par condicio mediatica rappresentata (ma, come noto, abbiamo lasciato l’antropocene per il “mediacene” della post - verità).
La partita sembrava finita così in parità con un 1 - 1 e palla al centro quando ieri Mentana ha dovuto subire gli attacchi dei fans grillini inviperiti contro di lui per la minaccia fatta all’idolo, seppur ritirata.
Tra i vari post diversi che alludevano ad un rapporto tra il figlio di Mentana (che è stato candidato nelle fila del Pd) e la ministra ora sottosegretaria renziana Maria Elena Boschi.
A questo punto Mentana è ripartito all’attacco per il 2 -1 (risultato parziale) chiedendo a Di Maio e Di Battista di intervenire dandosi una sorta di codice etico per impedire questo tipo di uscite.
Ecco il post pubblicato dal giornalista su Facebook:
Cari Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio, il fan club che porta il vostro nome si è esibito in questo post corredato da 133 commenti di vostri simpatizzanti e iscritti. Devo dedurre che il club a voi intitolato non ha ancora adottato un adeguato codice etico...
In realtà, come si può appurare, i club su FB sono gruppi pubblici e sono amministrati da utenti: Carlo Aprea, Alessio Dioguardi e Annunzia Cecere e non direttamente dai Deputati.
Proposta difficile da mettere in pratica data la concezione grillina di assoluta libertà per la Rete.