MediaTech
Oman segreto, l’altra faccia dell’Arabia
Un Paese moderno e sicuro che ha saputo rinnovarsi senza rinnegare le proprie radici. E chi entra nella capitale Muscat con l’auto sporca viene multato

Oman segreto, l’altra faccia dell’Arabia
Il Sultanato dell’Oman è lontano dagli eccessi del turismo di massa: ha saputo guardare al futuro restando fedele alla propria anima. Qui le tradizioni non sono folclore per turisti, ma vita quotidiana, orgoglio e rispetto. Si trova nell’area Sud-orientale della Penisola Arabica, al confine con il Regno dell’Arabia Saudita ad Ovest, Yemen a Sud-Ovest ed Emirati Arabi Uniti a Nord-Ovest.
La sua posizione è quindi strategica. È il terzo Paese per dimensione della Penisola Arabica (dopo l’Arabia Saudita e lo Yemen), ha una popolazione di circa 4 milioni 600 mila abitanti e il suo territorio è per l’80 per cento desertico. Si caratterizza per tre climi diversi: temperato, desertico e tropicale.
Si raggiunge dall’Italia in meno di 7 ore di volo. Il fuso orario è di più tre ore (più due quando da noi vige l’ora legale). Oman Air (www.omanair.com) ha voli diretti da Roma Fiumicino e Milano Malpensa verso la capitale Muscat (in inglese) o Mascate (forma italianizzata) a orari molto comodi. Vasta l’offerta di intrattenimento in italiano. Gli aerei sono moderni e l’ospitalità a bordo è impeccabile. Grande, confortevole e con ottimo servizio di ristorazione, anche alla carta e la business lounge della Compagnia all’aeroporto internazionale di Muscat.
Quando visitarlo
Il periodo migliore per visitare l’Oman va da ottobre a fine aprile, quando le temperature si attestano tra i 25 e i 30 gradi. L’estate, a causa delle temperature elevate, può essere un periodo di viaggio sconsigliato per i bambini e gli anziani, ma anche per coloro che vogliano provare l’esperienza di vivere il deserto.
I sub, invece, potranno approfittare dell’eccezionale visibilità di cui si gode sott’acqua nel periodo che va da aprile a dicembre, e delle temperature dell’acqua che in media sono di circa 29 gradi nel periodo estivo. Chiunque prevede di fare un viaggio in Oman durante il periodo estivo, da giugno a settembre, dovrà tenere conto del fatto che sarà caratterizzato da temperature che superano i 40 gradi e da una forte umidità che tende ad amplificare la sensazione di calore.
Ponte naturale tra Asia e Africa
Il Sultanato dell’Oman è uno dei quattro assieme a quello del Brunei, della Federazione della Malaysia e dello Stato di Yogyakarta in Indonesia. Per il Paese, l’Italia rappresenta il terzo mercato europeo per il turismo.
L’Oman è un ponte naturale tra Asia e Africa, dove le montagne dividono il deserto dal mare, tra incenso, datteri, dune dorate che si tuffano nell’Oceano, wadi dalle acque turchesi o color smeraldo, riserve naturali dove osservare tartarughe e delfini e notti sotto le stelle. Questa terra, citata già da Marco Polo nel “Milione”, è un Paese sicuro (non ci sono senzatetto, mendicanti o immigrati clandestini e i crimini e le violazioni sono punite in modo severo), ospitale, dalla gentilezza non ostentata, aperto ma legato alle proprie tradizioni e alla propria identità.
Non è stato contaminato dal turismo di massa anche perché gli omaniti, sempre disponibili e accoglienti, non modellano le loro tradizioni per compiacere chi va a visitarli, sono piuttosto i viaggiatori a doversi adeguare al ritmo e all’autenticità della loro cultura. Qui il turismo non impone, ascolta. La modernità non passa dai grattacieli, ma dal rispetto per la propria storia. Un sultanato che brilla per discrezione e autenticità. Un equilibrio raro tra orgoglio e ospitalità.
Eredità millenaria
L’Oman custodisce un’eredità millenaria: gli antichi Sumeri lo conoscevano come Magan, i Persiani vi lasciarono sistemi d’irrigazione ingegnosi ancora in uso e i portoghesi, nel XVI secolo, ne fecero una roccaforte lungo la via per l’India. Dopo la loro cacciata, il Sultanato si aprì ai commerci con l’Africa orientale, stabilendo forti legami con Zanzibar e trasformandosi in una potenza marittima. Ovunque si vada nel Paese si sente l’odore pungente e aromatico dell’incenso, simbolo dell’orgoglio nazionale e ricco di antiche tradizioni.
Oggi lo spirito del “Risorgimento omanita”, inaugurato dal Sultano Qaboos nel 1970, è ancora vivo: un Paese moderno che ha saputo rinnovarsi senza rinnegare le proprie radici. L’attuale Sultano Haytham bin Ṭāriq, cugino del precedente, prosegue la linea di stabilità e apertura, mantenendo saldo il ruolo dell’Oman come nazione accogliente e neutrale nello scacchiere mediorientale. Qui il viaggio è un ritorno al fascino dell’Arabia felix: notti nel deserto sotto un cielo costellato di stelle, villaggi beduini, suq dai mille colori e il calore di un popolo ospitale che accoglie il viaggiatore come un ospite privilegiato.
Il reportage è stato realizzato grazie al prezioso supporto del Ministero del Patrimonio culturale e del turismo del Sultanato dell’Oman (info@oman-turismo.com - www.experienceoman.com) e di Originaltour (www.originaltour.it) di Roma, di cui general manager è Loredana Arcangeli, uno dei primi tour operator italiani specializzati in viaggi di gruppo e personalizzati in Oman da oltre 25 anni.
Grazie alla sua posizione all’imboccatura del Golfo d’Arabia, il Sultanato dell’Oman controlla, assieme all’Iran, l’accesso alla regione petrolifera più ricca del mondo: il 60 per cento del consumo petrolifero mondiale transita dal suo stretto di Hormuz.
Il 60 per cento della popolazione omanita ha meno di 25 anni. Gli uomini omaniti indossano la dishdasha (chiamata anche Kandura soprattutto negli Emirati Arabi Uniti): è un abito lungo fino a piedi simile a una tunica che presenta un piccolo nodo che può essere profumato mentre il kumah (o kuma) è un copricapo cilindrico ricamato portato in alternativa al turbante o alla kefiah. Molte donne indossano l’abito tradizionale del Golfo, l’abaya, una lunga tunica nera con o senza velo con braccia e gambe sempre coperte. Tante giovani portano quelle colorate: blu, arancio o fantasia oppure decorate con pizzi, ricami e disegni. Altre, invece, vestono all’occidentale. Ovviamente la capitale, come sempre accade, è più aperta rispetto alle altre piccole città del Paese o ai villaggi. Ma in Oman non c’è alcun obbligo a indossare gli abiti tradizionali.
La sanità e l’istruzione sono gratuite per tutti. I lavori più umili sono quasi sempre svolti da persone di provenienza indiana o di altri Paesi ma non dagli omaniti. La vita quotidiana e la cultura di un popolo si possono scoprire anche nei supermercati. Tra gli scaffali si incontrano frutta e verdura tipiche del posto o delle nazioni vicine, mai viste prima, e ci si rende conto delle abitudini alimentari locali. Per questo consiglio una visita ai supermercati Lulu. Qui si osservano scene che raccontano molto della vita omanita: per esempio, donne completamente velate che, per leggere meglio i prezzi, sollevano leggermente il velo dagli occhi. In un semplice gesto quotidiano si riflettono cultura, tradizioni, cucina e prodotti che fanno parte dell’identità degli abitanti. Lulu ha oltre 250 ipermercati sparsi in 25 Paesi tra Medio Oriente e Asia. Con un fatturato di 8 miliardi di dollari all’anno, il gruppo ha sede ad Abu Dhabi ma è stato fondato da un imprenditore indiano, Yusuff Ali. Tanti anche i prodotti italiani presenti grazie alla centrale acquisti che Lulu ha a Malpensa.
Come spostarsi
Il modo migliore per spostarsi in Oman è noleggiare un’auto, preferibilmente un 4x4 se si vogliono esplorare zone remote, montagne e deserto. In alternativa, nelle città come Muscat ci si può muovere a piedi o in taxi, anche se non economici. I mezzi di trasporto pubblici sono molto scarsi. Gli omaniti preferiscono usare la propria auto (del resto il carburante ha prezzi irrisori). Per viaggi lunghi e per visitare luoghi remoti è consigliato un tour organizzato o un’auto a noleggio. Attualmente in Oman non esiste una rete ferroviaria funzionante per il trasporto passeggeri o merci.
La cucina
La cucina locale è un mix di influenze arabe, mediorientali e indiane, dovute in parte alla vicinanza geografica e alla storia commerciale, oltre che alla presenza di una grande comunità indiana nel Paese. Qualche ristorante italiano si trova soltanto negli hotel di lusso della capitale. In Oman non esistono gli stabilimenti balneari nel senso tradizionale e pubblico che potremmo trovare altrove; le spiagge sono per lo più deserte e incontaminate. Tuttavia è possibile trovare i servizi in alcuni resort esclusivi e hotel di lusso. Del resto agli omaniti non piace andare al mare per fare il bagno. Lo vedono soltanto per la pesca o per fare pic-nic. La vita notturna si trova nei lounge bar degli hotel di lusso dove vengono serviti anche gli alcolici.
Alla scoperta della capitale Muscat, la città senza grattacieli
Con la guida di Originaltour Elena Innocenti che vive tra l’Oman e Roma e l’autista omanita Mohammed si parte dalla scoperta della capitale Muscat. Elena Innocenti non è soltanto una guida: è un ponte autentico con l’anima dell’Oman, un’enciclopedia vivente del Paese: conosce ogni angolo, ogni tradizione e ogni sfumatura culturale con una passione contagiosa. Con il fuoristrada 4x4 di Originaltour si visitano i luoghi meno noti e più autentici della nazione.
Muscat colpisce per le tante aiuole e prati all’inglese, i viali di palme di dattero, la pulizia impeccabile di strade e marciapiedi e per la totale assenza di grattacieli che non hanno sostituito l’architettura tradizionale a differenza delle vicine Dubai, Doha e Abu Dhabi. Niente skyline scintillanti: la capitale brilla di un’eleganza antica, fatta di ordine e dignità. Gli archistar, quindi, sono rimasti a bocca asciutta. Chi entra nella capitale con l’auto sporca viene multato. Se questa legge entrasse in vigore nelle città italiane i sindaci non avrebbero più bisogno degli autovelox e delle strisce blu per portare soldi nelle casse comunali. Muscat è la prima città della penisola arabica a possedere una Opera house: la Royal Opera house Muscat, un mix di tradizione e modernità con eleganti boiserie, edificio maestoso fortemente voluto dal sultano Qaboos, appassionato di musica, che si trova nel cuore della capitale e testimonia lo sviluppo culturale del Sultanato. La pavimentazione esterna è talmente lucida che l’edificio si rispecchia. Fu inaugurato nel 2011 e può ospitare 1.100 persone. Il direttore è un italiano.
Nella zona vecchia della città si trova il museo etnografico Bait Al Zubair con abiti e oggetti relativi alla storia del Sultanato. Una sosta da fare è anche quella all’Alam Palace, residenza di rappresentanza del sultano caratterizzata da un’architettura anni Settanta. Nel suq di Mutrah, invece, spezie e franchincenso, inebriano. Da provare il caffè al cardamomo, accompagnato dagli immancabili datteri. Sono oltre 100 le varietà di datteri presenti nel territorio e gli omaniti amano sorseggiare il caffè amaro accompagnato da almeno uno di questi frutti dolci ed energetici.
Mall of Oman è il più grande centro commerciale del Paese con oltre 300 negozi con brand locali e internazionali, gioiellerie (quasi esclusivamente oro giallo) e profumerie a ogni angolo, luoghi di intrattenimento e grande area dedicata alle cucine del mondo. L’attrazione principale è “Snow Oman”: un paese delle meraviglie ghiacciato con una pista di pattinaggio e una collina per slittini.
La grande moschea del sultano Qaboos
Sul versante occidentale di Muscat si erge la grande moschea del sultano Qaboos, un capolavoro architettonico voluto dal sovrano omanita per celebrare i suoi trent’anni di regno. Inaugurata nel 2001, è una tappa imprescindibile per chi visita la capitale. L’esterno colpisce per la sua essenzialità luminosa: il marmo bianco e l’arenaria creano un contrasto elegante con le vetrate policrome, gli archi imponenti e le raffinate nicchie a mosaico che arricchiscono l’interno.
La sala di preghiera è un trionfo di armonia e maestosità, pavimentata in marmo bianco di Carrara e con vetrate che richiamano lo stile persiano. All’interno spicca il lampadario in cristallo, di dimensioni ciclopiche, che pesa otto tonnellate e diffonde una luce solenne che esalta la bellezza dell’ambiente. Un altro elemento che colpisce è il tappeto persiano tessuto a mano, realizzato da maestri iraniani per la corte reale. Per anni è stato il più grande del mondo: 60 x 70 metri (il primato adesso lo ha il tappeto della grande moschea dello sceicco Zayed ad Abu Dhabi). Copre un’area di 4.343 metri quadrati, è formato da 1 milione e 700 mila nodi e pesa 21 tonnellate. È realizzato a mano da tessitori iraniani alla corte reale dell’Oman con diversi stili tradizionali persiani e presenta 28 colori diversi ottenuti da prodotti naturali. La moschea è accessibile anche ai visitatori non musulmani, dal sabato al giovedì dalle 8 alle 11, e rappresenta non soltanto un luogo di culto, ma anche un simbolo della cultura omanita e dell’impegno del sultano Qaboos nel celebrare la bellezza, la spiritualità e l’identità del suo Paese.
Tre gli hotel in cui soggiornare a Muscat. W Muscat Hotel: eccezionale 5 stelle a soli cento metri dal Royal Opera house Muscat, gestito in modo impeccabile dal marchio W Hotels, che fa parte del colosso americano dell’ospitalità di lusso Marriott International. È situato sulla vivace spiaggia di Shatti Al Qurum e offre un accesso privilegiato alle attrazioni della città. Ha 279 camere e suite di lusso - che si affacciano sul mare - ricche di opere di design. Qui la tradizione omanita incontra il design contemporaneo trasformando la struttura in una meravigliosa e sfarzosa galleria d’arte. È presente una piscina principale spettacolare a sfioro con vista sulla spiaggia e sul Golfo di Oman e una per bambini. Sei ristoranti, di cui uno italiano, offrono un’esperienza entusiasmante accontentando tutti i gusti.
Da non perdere il sofisticato ed elegante Siddharta Lounge by Buddha-Bar all’ultimo piano. Pantagruelica e di ottima qualità la colazione. InterContinental Muscat (Gruppo IHG): con ingresso diretto alla spiaggia non attrezzata, è un cinque stelle dall’eleganza classica con 450 camere. Ha ben otto ettari di giardini, due campi da tennis e i Monti Hajar si stagliano in lontananza. Si trova lungo la costa, nel quartiere diplomatico di Muscat, a pochi passi dalla Royal Opera house e dal suq di Mutrah: ha 3 piscine ed è adatto anche alle famiglie. La struttura ha 7 ristoranti tra cui il Trader Vic’s con piatti hawaiani, tahitiani e polinesiani in un ambiente tropicale.
Molto buona la colazione. City Season Hotels Muscat: ridefinisce la categoria degli hotel business a 4 stelle, combinando un lusso senza pari con l’eleganza e il comfort contemporanei. Si trova nel cuore del quartiere diplomatico e commerciale della capitale, nell’area di Al Khuwair, a 15 minuti circa dall’aeroporto: ha 334 camere di cui 23 lussuose suite, 65 appartamenti molto spaziosi, 179 camere superior, 40 camere deluxe e 27 camere executive. Degna di nota per gli italiani la presenza del bidet. Ha una piscina panoramica all’ultimo piano. Nelle vicinanze dell’hotel ci sono numerosi ristoranti e negozi. A due passi c’è un supermercato con annesso un ufficio cambio. L’hotel fa parte della prestigiosa catena City Seasons con diverse strutture anche negli Emirati Arabi Uniti. Ottima la colazione internazionale.
Ristoranti. Al Angham Restaurant: si trova di fianco alla Royal Opera house. L’ambiente è raffinato: dall’arredamento ai decori, dai soffitti alle posate tutto si ispira alla tradizione omanita. Servizio eccezionale. Ottimo il cibo locale accompagnato dalla bevanda tipica molto rinfrescante acqua, lime e menta. Turkish House Restaurant: nel cuore della città, un assaggio autentico della cucina turca. Servizio attento in un’atmosfera vivace. Un viaggio culinario che celebra l’essenza dei sapori. Imbattibile il rapporto qualità/prezzo.
I forti
Nel Paese ci sono oltre mille tra castelli e torri di cui almeno 500 sono agibili o ristrutturati. Che siano d’epoca persiana, portoghese (tra 1510 e 1650) o di influenza araba, i numerosi forti dell’Oman testimoniano le tracce lasciate dalla storia: quelli di Jalali e Mirani a Muscat ne sono testimonianza, così come quelli di Nizwa, di Bahla (patrimonio Unesco dal 1987), il castello di Jabrin, vicino a Nizwa, e anche i forti di Nakhl e di Al-Roustaq.
Nizwa, cuore storico e spirituale dell’Oman
Adagiata a 492 metri di altitudine tra le montagne dell’Hajar e a poco più di due ore d’auto da Muscat, Nizwa è un autentico crocevia di culture. Con oltre 80 mila abitanti, la capitale della regione di Ad Dakhiliyah è oggi una delle mete più affascinanti del Sultanato, dove storia e spiritualità convivono in un paesaggio sospeso tra oasi di palme e antichi suq.
Dalla capitale dell’Oman alla “Perla dell’Islam”
Già tra VI e VII secolo Nizwa fu capitale politica e religiosa del Paese approfittando di una posizione strategica che la collegava alle rotte commerciali marittime e all’entroterra. La sua eredità islamica è ancora oggi tangibile: dalla Moschea So’al, risalente al IX secolo, alla Moschea Al Qala’a, considerata una delle più antiche al mondo.
Il suq, un viaggio tra spezie e artigianato
Accanto alla fortezza si apre il grande suq, uno dei più antichi dell’Oman, famoso per la vendita di datteri e la produzione d’argento. In un dedalo di vicoli profumati di spezie e datteri si incontrano vasai, tessitori e orafi che ancora oggi forgiano i celebri khanjar, i pugnali simbolo dell’identità omanita. La piazza principale è dedicata alla vendita dei vasi di terracotta, tradizione di Nizwa. La città continua a essere un punto di riferimento culturale per l’intero Paese grazie al ruolo storico di centro dell’Islam Ibadita e alla sua vocazione educativa.
Il Forte di Nizwa, simbolo della città
Il monumento più visitato del Paese resta il Forte di Nizwa, costruito a metà del XVII secolo dall’imam Sultan bin Saif bin Malik Al Yarubi. La sua torre cilindrica - 34 metri di altezza e 45 di diametro - domina ancora oggi il paesaggio urbano. L’architettura difensiva, studiata per resistere agli assedi, rivela la grande abilità ingegneristica dell’epoca. Dalla sommità lo sguardo abbraccia la città antica e la distesa di palmeti che ne circonda l’oasi. Era inespugnabile grazie a cannoni disposti lungo le mura, pareti robuste capaci di resistere alle raffiche di mortaio e un sistema ingegnoso di trappole, come pozzetti da cui veniva versato olio bollente sugli assalitori. Un ruscello sotterraneo garantiva l’approvvigionamento d’acqua durante gli assedi. Realizzato con materiali locali - pietra, fango, sabbia e paglia - il complesso architettonico poteva essere ampliato con nuove torri e stanze a seconda delle necessità, diventando così un esempio straordinario di ingegneria difensiva araba. Il pernottamento è all’Intercity Hotel Nizwa, un 4 stelle molto curato che si trova nel quartiere degli affari di Farq, accanto al Grand Nizwa mall e al Water aqua park. Ha 120 camere e suite ben arredate, una piscina panoramica all’ultimo piano, un centro fitness e una SPA. Ricca e di qualità la colazione a buffet così come la ristorazione con un’ampia selezione di piatti europei, asiatici e arabi.
Il deserto Wahiba sands
Da Nizwa, dopo circa due ore di fuoristrada, si raggiunge il deserto di Wahiba sands dove i beduini vivono ancora secondo antichi ritmi e allevando dromedari. Le dune infinite sfumano dal rosso, al giallo fino all’ocra. Di grande suggestione al tramonto. Da provare l’adrenalinico quanto divertente “dune bashing”: il driver guida il fuoristrada a velocità crescente e decrescente, creando un’esperienza simile a un “ottovolante”. Qui veniamo raggiunti da alcune simpatiche e curiose femmine di dromedario lasciate in semi-libertà.
Desert Night Camp. È un resort 5 stelle che offre 55 tende di lusso in stile beduino e 33 camere deluxe per chi cerca una vacanza originale e avventurosa nel deserto (tutte con aria condizionata). Sei tende hanno la piscina privata e il solarium. La sabbia è rossa e fine come cipria. Ottima la colazione e il ristorante Two Dunes con i piatti tradizionali omaniti e cucina internazionale. In questa struttura c’è anche una SPA, un telescopio per osservare le stelle e sono disponibili gli alcolici.
Woodland, il deserto di sabbia bianca
Dopo una notte magica nel silenzio più assordante del deserto è la volta di un secondo deserto, più giovane e completamente diverso dal primo: Woodland, dove le dune non sono molto alte e ci sono numerosi alberi verdi. La sabbia è molto chiara, quasi bianca: lo spettacolo è di grande suggestione.
Le tartarughe del parco marino Ras Al Jinz
Quindi si giunge al parco marino naturale di Ras al Jinz, uno dei siti di nidificazione delle tartarughe verdi più importanti a livello mondiale. Il pernottamento è al Ras Al Jinz turtle reserve, unico resort all’interno della riserva marina. Dopo una cena con piatti locali e indiani di grande qualità c’è l’escursione, con un ranger del parco, alla spiaggia delle tartarughe, che può essere ripetuta all’alba. Si vedono decine di madri nidificare o i piccoli raggiungere il mare. Durate la visita bisogna restare in silenzio ed è vietato l’utilizzo del flash: di notte, i ranger utilizzano una luce rossa per non disturbare gli animali. Un’esperienza unica e molto emozionante.
I canyon naturali: Wadi Tiwi e Wadi Al Arbeen
L’Oman è ricco di wadi, canyon naturali spettacolari noti per le loro piscine, le cascate e la vegetazione lussureggiante che crea un contrasto con il paesaggio desertico circostante. “Wadi” si riferisce a un letto di un torrente che, in genere, si riempie soltanto dopo le piogge, ma che può essere alimentato anche da sorgenti sotterranee diventando perenne in alcune aree. Lungo la strada, tra curve e rocce, si incontrano numerose caprette acrobate in equilibrio perfetto che sembrano prendersi gioco della forza di gravità.
Wadi Tiwi, per esempio, è conosciuto come la “Valle delle palme”: la strada per arrivarci attraversa villaggi e piantagioni di datteri. È noto per le sue piscine naturali di un vivido colore verde smeraldo. Wadi Al Arbeen, invece, è poco turistico. Mantiene un carattere più incontaminato offrendo un’esperienza "selvaggia" e autentica.
Nelle zone di montagna l’acqua arriva nei villaggi tramite gli aflaj (falaj al singolare), sistema di canalizzazione e di irrigazione creato dai persiani che vissero in Oman fino all’avvento dell’Islam. Ogni villaggio ha il suo falaj (patrimonio Unesco) che facilita la coltivazione a terrazza e quindi lo sviluppo dell’agricoltura. Tutto l’Oman ne annovera circa 10 mila.
Sur, l’anima marinara dell’Oman
Sur, invece, è la città portuale da dove partirono i battelli per l’Africa dell’Est, in particolare con Zanzibar, e l’India. Zanzibar cadde sotto il sultanato dell'Oman nel 1698 e diventò un importante centro commerciale per le spezie, l’avorio e il commercio di schiavi. Il centro storico presenta antiche case di un bianco scintillante con porte in legno intagliate finemente, testimonianza dei legami storici e commerciali con l’Africa.
I cantieri navali della città possono essere visitati per ammirare la tradizione dei grandi navigatori perpetuata ancora oggi attraverso la fabbricazione dei dhow (imbarcazioni omanite) secondo metodi antichi, senza piani e senza chiodi, utilizzando solo tek delle isole omanite. Si trova a circa 300 chilometri dalla capitale. Ospita anche un forte e un interessante museo marittimo. Il faro di Al Ayjah domina la baia e regala una vista mozzafiato.
Rilassante, anche se a un occidentale lascia stupito, una passeggiata sul lunghissimo lungomare con acqua turchese ma senza ombrelloni, senza stabilimenti balneari e senza neppure un bagnante come in quasi tutto l’Oman. Con la fotografa Carla Pagliai (@supercarlarock) e l’influencer Lorenzo Castelluccio (@lorenzo.castelluccio) di “Loro Comunicazione” abbiamo dato forma e voce a ogni emozione vissuta tra scatti, riprese e attimi rubati al tempo. Un viaggio che lascia dentro il ricordo del silenzio del deserto, del profumo dell’incenso e dello sguardo sereno di chi vive ancora in equilibrio tra modernità e radici. L’Oman non si mostra subito: si svela piano soltanto a chi sa guardare con rispetto.
Informazioni utili
Un rial omanita vale circa 2 euro e venti centesimi.
Gli uffici di cambio con i tassi più convenienti sono quelli che si trovano nei centri commerciali.
Il weekend comprende il venerdì e il sabato. La domenica, quindi, è un giorno lavorativo.