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Ore 14, bimba morta di stenti: povera Pifferi in mano a tanti pifferai

Rai 2, il direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino ospite a Ore 14

Il direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino è stato ospite oggi, martedì 27 febbraio, del programma “Ore 14” condotto da Milo Infante su Rai 2. 

Tanti i temi di attualità trattati, così come gli episodi di cronaca affrontati. A iniziare dal tragico femminicidio a Lucca di Maria Ferreira, accoltellata a morte dal marito Vittorio Pescaglini a un passo dalla separazione in Comune e dopo ripetute minacce, tali per cui la donna si era rivolta a un consultorio e aveva ottenuto un divieto di avvicinamento. “Di solito il sistema rivolge le sue attenzioni sulla vittima – ha commentato il direttore di Affaritaliani.it - Ci vorrebbe una rivoluzione di metodo: inseguire l’aggressore, che in questo caso aveva manifestato segnali ripetuti di pericolosità sociale. Bisognava intervenire su di lui, non su di lei, mettergli addosso i carabinieri, pedinarlo…”. E ancora: “Il problema è la solita filosofia del sistema, del paternalismo. Per questo non si va oltre la scaramuccia tra moglie e marito, non si indaga nella dinamica di una coppia…”.

GUARDA L'INTERVENTO DEL DIRETTORE PERRINO A "ORE 14"

 

 

Si è poi tornati sul duplice femminicidio di Cisterna di Latina, in cui sono morte Nicoletta Zomparelli e Renèe Amato per mano del finanziere Christian Sodano. “La sua identità come uomo delle forze dell’ordine non compare mai – ha commentato il direttore Perrino - Forse non si era mai accorto di essere un uomo in divisa? E poi, nessuno si era mai accorto della sua personalità da ‘schizofrenico’, da ‘dissociato’? È chiaro che questi corpi devono accrescere i controlli al proprio interno”.

Infine si è dibattuto del processo ad Alessia Pifferi, imputata per l’omicidio della figlia Diana, di 18 mesi, lasciata morire di stenti. “E’ un caso psichiatrico, non un processo normale basato su fatti e testimonianze – ha dichiarato il direttore Perrino – Ritengo che bisogna entrare nella mente della Pifferi. Finora, e mi riferisco anche alle due psicologhe indagate, sono stati in troppi o forse in troppo pochi a farlo”. E ancora: “E' un processo che sicuramente non si concluderà in primo grado, ma che andrà avanti anche in appello e in Cassazione. Di base c'è un errore di prospettiva: non si può giudicare il mistero della mente di una persona disturbata con una logica filosofica… è evidente che la Pifferi non ci sta con la testa”.

LEGGI ANCHE: Caso Pifferi, la perizia: "Capace di intendere e di volere"






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