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Rai, sì al tetto da 240 mila euro. Ma non vale per gli alti dirigenti

Il cda della Rai ha dato via libera unanime al codice di autoregolamentazione delle retribuzioni.

Il tetto viene posto a 240mila euro, ma sono previste diverse eccezioni. Sforare il limite, ha spiegato la Rai in una nota, “si rende necessario per garantire la possibilità di assicurarsi figure professionali in grado di guidare un'azienda estremamente complessa, che deve agire a pieno titolo sul mercato finanziario”. E quali sarebbero? Cfo, cto, direttori di Rai Pubblicità, risorse umane, comunicazione e affari legali. Per questi dirigenti, alla retribuzione fissa potrà essere aggiunta una “ridotta parte variabile secondo percentuali definite e collegate alla performance”, che il dg Campo Dall'Orto ha quantificato in circa 50mila euro.

"Si tratta, in sostanza - dice ancora il comunicato - di rispettare l'indicazione del tetto garantendo pero' a Rai la possibilita' di continuare a motivare, attrarre o trattenere i dipendenti con competenze altamente qualificate valorizzandone il merito". Viene anche rilevato che l'ok di oggi del Cda rappresenta "un passaggio molto importante nella vita dell'azienda in cui si e' dato seguito a quanto annunciato in Commissione di vigilanza nelle sedute del 27 e 28 luglio" scorsi. E comunque tutto questo "nella assoluta consapevolezza che, qualora vi fosse una diversa indicazione da parte del legislatore, l'azienda si atterra' ovviamente al rispetto di quanto deciso dalla legge".

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