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Rai1, scure giallorossa, chi resta e chi salta: De Santis salva, Foa a rischio
Marcello Foa, Presidente Rai

Mentre il governo M5s-Pd giurava di fronte al Presidente Sergio Mattarella al Quirinale, la scure giallorossa brandita dal Faraone Fabrizio Salini, Ad Rai, sferrava il primo spietato colpo.

La prima vittima del repulisti "antisalviniano" annunciato anticipatamente da affaritaliani si è abbattuta sulla striscia quotidiana di piccola economia domestica, riciclo, risparmio assegnata per contratto a Monica Setta, distruggendo i sogni di quest'ultima di andare in onda sette giorni su sette, record imbattuto anche dalla stacanovista Barbara D'Urso.

Considerata molto vicina al leader del Carroccio, e quindi temutissima e non gradita in una Rai riposizionantesi verso posizioni più rosse, la Setta era stata attaccata qualche giorno fa da Michele Anzaldi, segretario dem della Vigilanza Rai, che aveva eccepito su un'intervista nella quale la giornalista e conduttrice trattava questioni di macroeconomia invitando al ritorno tempestivo alle Urne. Anzaldi aveva dunque agitato lo spauracchio che Monica potesse trasformare quei sette minuti di striscia in una promozione per le politiche salviniane e, a stretto giro, la rubrica è saltata tout court malgrado il contratto fosse già stato firmato. 

La Setta dovrebbe comunque rimanere ben salda al timone - con Tiberio Timperi - del programma di successo UnoMattina in Famiglia, in onda nel weekend mattutino di Rai1, mentre la striscia che le è stata negata - stando a indiscrezioni - dovrebbe essere occupata da Eleonora Daniele con un prolungamento del suo Storie Italiane. Cassata invece senza pietà la salviniana doc Simona Arrigoni, volto televisivo di 7 Gold, atterrata in piena estate (e malgrado il Primo Utilizzo in Rai) a La Vita in Diretta a parlare di politica. Nella prossima stagione la Arrigoni avrebbe dovuto condurre uno spazio la mattina su Rai1 precedendo la summenzionata striscia della Setta; ma come in una soap opera la bionda Simona è stata cancellata nottetempo dalla "storyline" giallo-rossa, scomparendo mestamente nel tramonto dei sogni leghisti a Viale Mazzini. 

Quanto ai vertici, parrebbe salva la direzione di Teresa De Santis, apprezzatissima dal consigliere di amministrazione dem Salvatore Margiotta e dal Ministro dello Sport e delle Politiche Giovanili grillino Vincenzo Spadafora, responsabile Rai per il M5s. La mannaia di Salini dovrebbe dunque risparmiarla, andando invece a stroncare il Presidente Marcello Foa, volto in fondo ben più universalmente associato al "sovranismo" rispetto a quello della De Santis che vanta un noto passato di femminista di Sinistra nonché di fondatrice storica del filogrillino Giornalisti in Movimento. Foa potrebbe dunque fungere da principale capro espiatorio da immolare in olocausto al repulisti in atto, salvando altre figure meno scomode e più trasversali. 

Per primi avevamo indicato Ludovico Di Meo quale fenice risorgente dalle ceneri e in ascesa nella nuova Rai, e nei prossimi giorni dovremmo avere conferme di questa nostra previsione, mentre il Faraone Salini - che per molti mesi durante il "regime" leghista era stato invitato a lasciare l'incarico o considerato a rischio di perdere forzatamente la poltrona - dovrebbe essere ora più potente e legittimato che mai, grazie all'apprezzamento di cui gode presso grillini e dem. 

In Rai, in quest'atmosfera che ricorda Il Pozzo e Il Pendolo di Edgar Allan Poe, chi si salverà e chi invece soccomberà al fatale rintocco della "vendetta" antisalviniana? Come sempre, noi di affari vi informeremo sugli sviluppi.

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