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Rcs: nuove memorie in causa Blackstone, parti restano su posizioni opposte

 

Ancora schermaglie legali tra Rcs Mediagroup e Blackstone. In vista di un appuntamento davanti alla Corte di New York fissato per il 15 marzo scorso, gli avvocati delle parti hanno depositato al tribunale Usa delle memorie difensive, consultate da Radiocor, in cui hanno ribadito le rispettive posizioni, chiedendo entrambe al giudice Saliann Scarpulla di accogliere le proprie richieste e di respingere quelle della controparte. Blackstone ha insistito sulla competenza di New York City in merito alla vicenda (tra l’altro, secondo i legali, perché Blackstone ha in città la sua sede centrale e molti suoi investitori), ha indicato che le questioni in esame non sono soggette ad arbitrato, non previsto dal contratto di vendita, e che comunque – anche se l’arbitrato italiano dovesse dare ragione a Rcs, questo è con una sola società (Kryalos), resterebbero quindi da derimere le cause avviate dalle altre 12 società coinvolte nel caso. I legali di Blackstone hanno chiesto al giudice Usa non solo di non sospendere la controversia negli Usa ma eventualmente di sospendere l’arbitrato in Italia. I legali di Rcs hanno replicato ribadendo che l'unica giurisdizione valida in questo caso è quella italiana. La casa editrice ha indicato di non aver trattato mai con Blackstone che ha sede a New York, che la trattativa e l'operazione del 2013 non ha alcun legame con New York e che la causa avviata davanti alla Corte Usa è «un tentativo improprio di interferire con l'arbitrato a Milano». Inoltre, per Rcs non ha alcuna base giuridica la richiesta che Blackstone ha fatto al giudice Usa di sospendere l'arbitrato italiano. Infine, in merito al danno lamentato dal fondo Usa dalla mancata rivendita ad Allianz degli immobili acquistati dal gruppo italiano, per Rcs non ci sarebbe alcun danno «permanente» in quanto la vicenda è ancora in fieri. I legali di Urbano Cairo ricordano che Allianz si è ritirata dalla trattativa «finché» la questione non sarà risolta, quindi allo stato non ci sarebbe alcun danno che Blackstone può lamentare.

Da ricordare che la questione ruota intorno alla vendita nel 2013 da parte di Rcs Mediagroup a società del gruppo Blackstone di tre immobili a Milano, compresa la storica sede del Corriere della di Via Solferino per 120 milioni di euro. Nel luglio 2018, in seguito alle notizie di stampa relative alla vendita degli stessi immobili ad Allianz per 250 milioni di euro, Urbano Cairo ha scritto una lettera al fondo nella quale dichiarava nullo l’atto del 2013. Il 9 novembre successivo Rcs ha chiesto un arbitrato a Milano per risolvere la disputa, accusando il fondo statunitense di aver commesso il reato di usura, approfittando delle difficili condizioni in cui versava il gruppo editoriale all’epoca della vendita. Il 20 novembre Blackstone ha replicato rivolgendosi alla giustizia Usa, definendo le azioni di Rcs «spurious, malicious and extortionate», ossia spurie, maliziose e di natura estorsiva. Una udienza davanti al giudice Scarpulla che potrebbe essere decisiva nella causa Usa è in calendario per il 24 aprile prossimo.

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