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Medicina
Tatuaggi, il pericolo è sotto pelle: dal 4/1 si cambia, solo bianco e nero

Le nuove regole Ue sui tatuaggi limitano l’uso o le concentrazioni di sostanze classificate pericolose negli inchiostri, come quelle considerate cancerogene, mutagene e tossiche

Ricorrenze, disegni, ritratti e finanche testi di canzoni. Avere impresso sulla pelle momenti di vita è usanza di un italiano su dieci: il 14% donne, il 12% uomini, con età media tra i 35 e i 44 anni. Ma dal 4 gennaio i tatuaggi sono consentiti solo in bianco e nero e niente colori che possono nascondere negli inchiostri sostanze chimiche potenzialmente nocive.

“La nuova normativa europea fa chiarezza in quella che si può definire una vera giungla del tatuaggio”, spiega Gabriella Fabbrocini, direttore dell’Unità Operativa complessa di Dermatologia clinica dell’Azienda ospedaliera universitaria “Federico II”, nonché consigliera della Società italiana di Dermatologia medica, chirurgica ed estetica.

“Secondo questa misura regolatoria, viene limitato l’utilizzo intenzionale o le concentrazioni di sostanze classificate pericolose negli inchiostri, come quelle considerate cancerogene, mutagene e tossiche per la riproduzione, corrosive ed irritanti per la pelle, irritanti e lesive per gli occhi, vietate nei prodotti cosmetici.

Ed inoltre, dispone che all’esecuzione dei tatuaggi sono abilitati ad effettuare tale pratica solo coloro che sono in possesso dell’attestato di frequenza di uno specifico corso di formazione regionale e che operino nel rispetto dei requisiti igienico-sanitari previsti dalle linee guida del Ministero della Salute”.

Per frenare l’abusivismo e l’impiego di prodotti non a norma, tra le novità della direttiva europea, c’è anche l’obbligo per il tatuatore di consegnare al cliente una certificazione che dovrà riportare informazioni precise sulla tracciabilità degli inchiostri e le quantità delle sostanze utilizzate per realizzare il tatuaggio. Soprattutto se il cliente è intenzionato dopo breve tempo a donare il sangue senza alcun rischio.

Se una persona decide di fare un tatuaggio, consiglia la dermatologa, meglio che sia di piccole dimensioni, fatto con colori biologici e da mani professioniste ed esperte, ma soprattutto in zone dove non ci siano lesioni neviche da ispezionare perché il tatuaggio, che comunque è invasivo in quanto perfora la pelle, in quel caso potrebbe diventare un ostacolo al controllo dei nei e un induttore di modificazioni infiammatorie fino a causare granulomi da corpi estranei.

Stando alle norme sarà pertanto vietato in tutta l’Ue utilizzare pigmenti legati alla produzione di diverse tonalità di rosso, arancione e giallo che si possono riprodurre con sostanze naturali (non il verde 7 e il blu 15 per i quali non ci sono alternative) e quindi più a rischio e introdotti limiti massimi di concentrazione nei colori per alcune sostanze come coloranti azoici e ammine aromatiche cancerogene, idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), metalli e metanolo.

In altre parole, molti inchiostri diventeranno non conformi e quindi legalmente inutilizzabili secondo i regolamenti Ue. Poi, a partire da gennaio 2023, saranno vietati anche altri pigmenti, relativi al blu e al verde. Comunque, non è il caso di creare allarmismi, precisa la dermatologa.

“Chi ha il tatuaggio da molto tempo e non ha avuto reazioni, probabilmente significa che ha un organismo in grado di metabolizzare senza problemi le sostanze estranee e dunque non ci sono le condizioni perché debba stressarsi. Occorre poi tenere conto che ogni pigmento è comunque una sostanza estranea alla pelle; quindi, potenzialmente anche il nero potrebbe dare reazioni avverse, anche se in casi più rari. Conoscere sé stessi e ascoltare la propria pelle è pertanto buona norma e per i soggetti allergici meglio evitare il tatuaggio.  Non solo, essendo questa un’arte, affidarsi a persone competenti e professionisti seri credo sia la strada migliore”. 
 

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