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Milano
Acido, Levato: "Dovevo andare in carcere per aver messo le corna ad Alex"
Martina Levato e Alexander Boettcher

Si rivedono dopo oltre un anno nell'aula della corte d'Appello di Milano, Martina Levato e Alexander Boettcher, condannati per tre aggressioni con l'acido ai danni di Stefano Savi e Giuliano Carparelli e Pietro Barbini. I due non avevano un faccia a faccia dal 7 aprile 2016. L'udienza di oggi è dedicata alla testimonianza di lei, che ha ricevuto una pena complessiva di vent'anni di carcere; mentre lui ha deciso di presenziare in aula per ascoltare le sue parole. Nel corso del processo, infatti, le loro strade si sono separate: rendendo dichiarazioni spontanee, Levato ha sostenuto che Boettcher avrebbe avuto "una responsabilita' superiore alla sua" nelle aggressioni, attribuendogli il ruolo del "regista" degli attacchi con l'acido, perche' geloso di tutti quelli con cui la ragazza aveva avuto una relazione. Boettcher, gia' condannato a 14 anni per l'aggressione a Pietro Barbini e a 23 anni per gli altri blitz, si e' difeso definendo "cattiverie" le parole della ex. Martina e Alex hanno avuto un figlio, nato ad agosto 2015, sottratto alla potesta' genitoriale e ora in comunita'. Contro la decisione di renderlo adottabile la donna si e' appellata.

LEVATO: "DOVEVO ANDARE IN CARCERE PER LE MIE CORNA AD ALEXANDER" - Andare in carcere doveva essere un modo per "espiare le precedenti relazioni e i tradimenti": sono queste le rivelazioni di Martina Levato, che ha deciso di rendere testimonianza oggi nell'ambito del processo d'appello a carico di Alexander Boettcher per una serie di blitz con l'acido: "A differenza dell'inizio del processo in cui mi sono addossata tutte le colpe coprendo Alex, oggi ribadisco che la regia era sua. Ma quella che doveva finire in carcere ero io" ha affermato Martina Levato appena iniziata la testimonianza. Tutto quello che e' stato pensato e attuato "proviene pero' dalla sua mente: il progetto e' nato tra aprile e maggio 2014 - ha raccontato - quando la nostra relazione ha cominciato a farsi piu' seria e Alex ha preteso di sapere tutte le mie relazioni passate, anche gli uomini con cui avevano avuto una relazione occasionale mentre all'inizio ci frequentavamo. Ma dal momento in cui sarei diventata la sua donna dovevo offrire delle prove d'amore: all'inizio pensavo fosse giusto, e mi sono prestata a questo gioco perverso".

Dal progetto si e' poi passati ad "un'ossessione": "Lui li chiamava tradimenti perche' pensava che la persona che aveva a fianco non era quella che immaginava. Ha cominciato con una richiesta di dettagli su tutti i ragazzi, controllando le loro foto e i profili Facebook per localizzarli, dato che erano persone che viaggiavano molto". A questo punto il pm ha chiesto quale fosse il motivo per cui andavano "localizzati" e Martina ha risposto: "A maggio 2014 mi ha proposto le aggressioni ma ancora non si parlava di acido". Il "patto" proposto da Boettcher, nelle parole di Martina, sarebbe stato: "Tu entri in carcere perche' mi hai fatto delle grandi corna". Ma le aggressioni sarebbero state solo la fine di una serie di prove: "Mi ha proposto tante cose tra cui tatuaggi e marchiature, o di far soffrire la mia famiglia o di fare incidenti - ha spiegato la ex studentessa bocconiana - e io lo assecondavo senza avere la forza di dire no". Quindi la ragazza ha accettato anche una relazione di lui con Elena Agostoni: "Siamo andati in vacanza - in Grecia nell'estate del 2014 - e ha fatto arrivare anche lei". Le prove "non finivano mai nella sua testa" e "dopo 6 mesi sono andata in carcere" ha continuato Martina, disposta ad evitare a tutti i costi che Alex fosse coinvolto perche' era solo lei a dover "pagare": "In sei mesi di relazione ho accettato tutto, anche il carcere".

LEVATO: "L'ACIDO? SICCOME CON NON AVEVO SAPUTO USARE IL COLTELLO..." - "Vedendo che l'aggressione ad Antonio Margarito non era andata a buon fine perche' io non avevo saputo usare il coltello, cioe' avrei dovuto colpirlo e non sono stata in grado, quindi si e' pensato all'acido". Racconta cosi' Martina Levato il "piano criminale", di cui la "regia" esclusiva sarebbe stata del suo compagno Alexander Boettcher, l'inizio del progetto delle aggressioni con l'acido ai suoi "ex", per cui e' stata condannata a vent'anni. L'episodio del coltello e' relativo alla tentata evirazione di uno degli uomini con cui aveva avuto una precedente storia. La ex studentessa bocconiana e' intervenuta oggi con una testimonianza nell'ambito del processo al suo ex compagno, accusandolo di aver elaborato tutte le violenze "servendosi" di lei e del loro complice Andrea Magnani.

Quest'ultimo "eseguiva e basta tutto quello che gli diceva il suo amico perche' subiva il suo fascino", mentre Alexander si confrontava con lei "su tutte le idee che gli venivano in testa" per attuare le aggressioni. Martina sostiene di non aver "detto spontaneamente 'colpiamoli con l'acido'" e di aver "scoperto dopo che si parlava di sostanze corrosive". A questo punto le domande dell'accusa, il sostituto procuratore generale Maria Grazia Omboni si sono fatte piu' precise. Quando e' cominciato il piano? "Non era un singolo episodio ma un'ossessione che si ripeteva. Non saprei collocarlo nel tempo ma voleva sapere tutti i ragazzi con cui avevo avuto una relazione. Non c'era nemmeno un elenco scritto" ha spiegato Martina.

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