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Affaritaliani.it Milano, notizie da artigiani. Accessi record e nuove rubriche
Natale a Milano

Passeggere. Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest’anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d’opinione che sia stato più o di più peso il male che gli è toccato, che il bene; se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?
Venditore. Speriamo.

(Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere, Giacomo Leopardi)

Abbiamo sempre amato questo dialogo serrato, amaro e un po’ pessimista di Giacomo Leopardi. Non per il pessimismo, per dire la verità, ma per la speranza un po’ infantile che si porta appresso. Quella speranza che il domani sarà sicuramente migliore dell’oggi e del passato. Quella speranza che l’almanacco dell’anno prossimo scandirà giorni migliori. E’ una speranza infantile perché razionalmente sappiamo che il 2016, come il 2015 e come tutti gli anni che li hanno preceduti, sarà composto di bene e di male, di difficoltà e di cose buone e positive. Sarà composto, per dirla alla Leopardi di male e di vita felice. L’unica cosa certa, tanto per andare al punto, è che potenzialmente il 2016 può essere un grande anno. Basta lavorare perché lo sia, e magari avere anche un po’ di fortuna, perché come diceva Machiavelli, “la fortuna è arbitra della metà delle azioni nostre, ma ce ne lascia governare l’altra metà”.

Prima di parlare del 2016 e di quello che il caso ci vuol portare e l’ingegno nostro vorrebbe ottenere, l’inizio del 2016 offre il destro per parlare del 2015. La pagina di Milano ha vissuto una forte innovazione, un forte sviluppo. Con qualche successo, sembrerebbe dai dati tanto cinicamente freddi ma tanto confortanti, di un anno di lavoro: gli accessi si sono quasi triplicati, e così i lettori. Ma non è questo l’importante. L’importante è che sempre di più Affaritaliani.it Milano è nel cuore delle questioni che contano in città. Politica, economia, retroscena e perché no anche gossip, un po’ di vita mondana, locali, mostre e via discorrendo. Per raccontare tutto questo la squadra si è arricchita di collaboratori, di rubriche. Tanto per ricordarne qualcuna, c’è The Milan Showbiz di Krystel Lowell, che racconta la bella vita meneghina, o Spritz Milano che parla di feste e di vip. E ci sono le rubriche “cattive” come I Hate Milano, storico blog della Madonnina recuperato e fatto rivivere su Affaritaliani.it. Ogni volta che pubblica qualcosa dobbiamo prenderci un Maalox, ma quanto è importante una boccata d’ossigeno anticonformista. Così come libera e anticonformista è la Velina di Paola Bacchiddu, ultima nata tra le rubriche ma già nel cuore della politica milanese. Alla festa di presentazione della candidatura di Sala un esponente della politica milanese ci scherzava su: “Attenzione a Fabio Massa e Paola Bacchiddu, quelli scrivono…” E quello che per lui è uno scherzo, per noi è un complimento. In fondo siamo giornalisti, no, che cosa dovremmo fare se non scrivere?

Ma andiamo avanti: nel 2015 è nata anche Tori&Orsi di Lombardia sulle peggiori ciofeche di Borsa lombarde ma anche sulle migliori possibilità nelle quali investire. Stando ben lontani dai titoloni di società iper-inflazionate e cercando di andare a scoprire le chicche e anche le magagne (ricordate le difficoltà di Corso Como 10? Primi sui blocchi…). Autore? Alessandro Pedrini. E poi c’è Champions City, di Lorenzo Zacchetti, che racconta lo sport in città da un’ottica diversa. E in mezzo a tante “cattiverie” c’è anche spazio per l’ottimismo portato da Expo in città che si spera si propaghi anche nel 2016: #Milanottimisti, di Giacomo Biraghi. Non possiamo non parlare della collaborazione con Milanoincontemporanea, che fornisce due pezzi di grande valore ogni settimana sugli eventi e sulle cose più cool sotto la Madonnina. E poi ci sono i sondaggi in collaborazione con Termometro Politico, che tengono il posto costantemente delle forze in campo a livello politico in città. Una cosa che esiste solo su Affari. Ecco, perché il concetto è proprio questo. Cerchiamo di fare cose che esistano solo su Affaritaliani.it, nello spirito di Affaritaliani.it.

Il core business resta la politica, la gara per le primarie, le nomine (recentemente le anticipazioni di Affaritaliani.it sulla sanità e - prima - sul rimpasto regionale, hanno fatto scalpore a Palazzo), le elezioni alle porte, le inchieste, gli scandali e gli scandaletti, i ritratti, le interviste (l’ultima, quella a Francesca Balzani, è la prima dedicata ai candidati alle primarie del centrosinistra, in attesa del centrodestra).

Di ringraziamenti da fare ce ne sarebbero tanti. Ne facciamo due: ad Angelo Maria Perrino, direttore di Affaritaliani.it, perché guida il giornale con mano ferma, per l’indipendenza che è una malattia dalla quale non vogliamo guarire. E il secondo, il più importante, ai lettori, perché nel 2015 ci hanno premiato e speriamo che nel 2016, con un racconto mai scontato e mai banale della realtà, con un marchio inconfondibile come quello di Affaritaliani.it, vogliano rimanere affezionati al prodotto. Che non sarà il migliore, ma è il nostro: è fatto con passione, artigianalmente, senza velleità “industriali”. E in più sta in piedi economicamente senza chiedere nulla a nessuno. Il che, quanto a indipendenza, non guasta proprio.

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