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Afol, Ichino e Leonardi in pole. Tempo di nomine dopo gli scandali
Afol metropolitana

Afol, Ichino e Leonardi in pole. Tempo di nomine dopo gli scandali

Pietro Ichino e Marco Leonardi. Sarebbero questi i nomi - secondo quanto può riferire Affaritaliani.it Milano - di due dei componenti del nuovo Cda di Afol Metropolitana, l’agenzia che si occupa della ricerca e della gestione del lavoro e che è in capo alla ex provincia. Sia Ichino che Leonardi fanno parte dell’area ‘liberal’ democratica: da un lato c’è il senatore milanese, giuslavorista e più volte minacciato per le sue posizioni sul rapporto di lavoro tempo indeterminato, che immagina più snello, flessibile e meno costoso, almeno all’inizio; dall’altra Marco Leonardi, bocconiano, docente alla Statale, consigliere economico di Palazzo Chigi sia con Matteo Renzi, sia con Paolo Gentiloni. C’è poi un terzo nome su cui decidere visto che il cda è composto da tre persone. I nomi sono stati proposti dal Partito Democratico su sollecitazione di Milano, il cui sindaco è anche primo cittadino della città metropolitana.

La dirigenza di Afol è stata colpita di recente dal coinvolgimento del direttore generale Giuseppe Zingale nelle indagini della Dda milanese per tangenti. E’ proprio per queste vicende che l’indirizzo dalla Città metropolitana sarebbe stato chiaro: i nuovi consiglieri d’amministrazione, in scadenza tra un mese, dovranno essere nomi di alto profilo, esperti di lavoro e di caratura nazionale. Identikit che calza perfettamente con quella di Ichino e Leonardi.

La resistenza però arriva dalla sinistra del partito (ex cuperliani) più vicina al sindacato. La Cgil ha infatti ancora persone di fiducia nel comitato territoriale presieduto attualmente dall’ex assessore di Arese, Giuseppe Augurusa, sostenuto a Milano dalla Elena Buscemi, Consigliere delegato a Lavoro, Politiche Sociali di Città Metropolitana. L’organo - si legge nel regolamento di Afol - esercita “funzioni di indirizzo strategico, funzioni di indirizzo ai fini dell’esercizio del controllo analogo e congiunto sulla gestione dei servizi oggetto di affidamento diretto”. La scadenza del board del comitato è prevista fra un anno, ma l’idea di andare fino alla chiusura naturale non alletterebbe chi fa le nomine, più orientato verso un azzeramento di tutti gli organi, per far sì che la nuova Afol riprenda a funzionare come dovrebbe, al di là dei rimpalli politici.

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