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Milano
Clinica degli orrori, Pg Milano: Brega Massone voleva uccidere

Clinica degli orrori, Pg Milano: Brega Massone voleva uccidere

Non furono omicidi preterintenzionali ma omicidi volontari quelli commessi da Pier Paolo Brega Massone, ex primario della clinica Santa Rita di Milano, a danno di quattro pazienti della cosiddetta "clinica degli orrori". La pensa così il sostituto procuratore generale di Milano, Massimo Gaballo, che ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza della Corte d'Appello del capoluogo lombardo che a ottobre scorso aveva annullato la condanna all'ergastolo al chirurgo, infliggendogli una pena pari a 15 anni di carcere, dopo aver riqualificato il reato contestato: non omicidio volontario, come era stato stabilito dalle sentenze dei precedenti gradi di giudizio poi annullate dalla Cassazione, ma omicidio preterintenzionale. Secondo i giudici dell'appello bis, mancano gli elementi per dimostrare che l'ex primario avesse davvero intenzione di uccidere i propri pazienti.


"Nessuna delle prove raccolte supporta l'ardita ipotesi di morti volontarie", si legge nelle motivazioni della sentenza. Verdetto che la procura generale ha deciso di impugnare perchè basato su un'errata interpretazione delle argomentazioni scelte negli anni scorsi dalla Cassazione per annullare, con rinvio, la sentenza del primo processo d'appello che aveva portato all'ergastolo per Brega. Il ricorso della Procura generale di Milano riguarda Fabio Presicci, ex braccio destro di Brega Massone: pure lui si era visto riqualificare nell'appello bis il reato da omicidio volontario a preterinzionale incassando un notevole riduzione di pena: 7 anni e 8 mesi di carcere contro i 24 anni e 4 mesi dei precedenti gradi di giudizio. F

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