Milano
Data center, lo studio TEHA–A2A: “In Italia un potenziale di crescita fino al 15% del PIL”
Il Position Paper presentato al Forum di Cernobbio analizza il ruolo strategico dei data center tra energia, efficienza e sostenibilità: opportunità per decarbonizzazione, occupazione e competitività digitale

Secondo il Position Paper “L’Italia dei data center. Energia, efficienza, sostenibilità per la transizione digitale” realizzato da TEHA Group con A2A e presentato al Forum di Cernobbio, i data center possono diventare infrastrutture strategiche non solo per la digitalizzazione ma anche per la sostenibilità urbana ed economica. Lo studio evidenzia un potenziale contributo alla crescita del PIL fino al 15% entro il 2035 e la creazione di 150mila posti di lavoro, oltre a riduzioni significative delle emissioni grazie a efficienza e recupero di calore.
La crescita della domanda di dati e il cambio di paradigma
La domanda di dati e di potenza di calcolo cresce in modo esponenziale, spinta dall’intelligenza artificiale, dal cloud e dall’Internet of Things. I data center sono infrastrutture sempre più strategiche per la competitività e la sicurezza del Paese, ma il loro sviluppo richiede un cambio di paradigma: da consumatori di energia devono diventare protagonisti di un nuovo modello industriale capace di generare efficienza, occupazione e rigenerazione urbana. Possono infatti contribuire a decarbonizzare le città, favorendo la riduzione del 5% delle emissioni del settore residenziale; dare ulteriore impulso alle rinnovabili, attraverso contratti a lungo termine; accelerare il recupero di aree dismesse.
Azioni che – nello scenario di massimo sviluppo – potrebbero evitare l’emissione di circa 6 milioni di tonnellate di CO₂ all’anno, pari a quelle generate da 1,7 milioni di cittadini. È ciò che emerge dal Position Paper “L’Italia dei data center. Energia, efficienza, sostenibilità per la transizione digitale” realizzato da TEHA Group in collaborazione con A2A, presentato oggi, nell’ambito della 51ma edizione del Forum di Cernobbio, da Roberto Tasca, Presidente di A2A, Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di A2A e Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Board Member di TEHA Group. Uno Studio completo e dettagliato sul ruolo strategico - economico e sociale - dei data center, che analizza la situazione attuale del settore sia a livello globale sia in Italia, e stima le proiezioni di sviluppo futuro. Il Rapporto ha identificato le leve fondamentali per accrescere l’efficienza di queste infrastrutture, generando benefici sistemici tangibili per la collettività.
Tasca (A2A): “Infrastrutture pilastro della società digitale”
“I data center stanno diventando infrastrutture strategiche fondamentali, pilastri della nuova società digitale indispensabili per garantire i nostri gesti quotidiani. Se accompagnati da una visione chiara e una responsabilità comune, possono diventare motori di sviluppo economico e contribuire alla sostenibilità – ha commentato Roberto Tasca, Presidente di A2A -. Nel 2024 sono stati censiti oltre 10 mila data center a livello mondiale, di cui più di 2.200 in Europa e 168 in Italia, con Milano e la Lombardia che si posizionano tra le aree emergenti a livello europeo".
"Oggi oltre la metà delle richieste di connessione alla rete elettrica nazionale risulta concentrata in questa regione. Per questo A2A può contribuire con le sue infrastrutture e il suo know how alla crescita equilibrata di questi hub digitali. Integrare rinnovabili, efficienza e modelli circolari vuol dire trasformare una necessità tecnologica in un’opportunità sociale, economica e ambientale. Governare con lungimiranza questa transizione significa rendere le città più green e garantire che la digitalizzazione diventi una risorsa condivisa e non un’ipoteca sul futuro delle nuove generazioni”.
Mazzoncini: “Occasione unica per la competitività digitale”
“I numeri individuati dal report indicano che lo sviluppo dei data center in Italia potrebbe contribuire alla crescita del PIL nazionale al 2035 del 6% - con la creazione di 77 mila posti di lavoro - fino ad arrivare, in uno scenario full potential, al 15% con 150 mila nuovi occupati. Si tratta di un’occasione unica per un Paese che vuole rafforzare la propria competitività digitale ed economica – ha aggiunto Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A -. Queste infrastrutture impatteranno considerevolmente sulla richiesta di energia ma, grazie alle nuove centrali termoelettriche a ciclo combinato di ultima generazione realizzate per garantire stabilità alla rete e alla forte crescita delle rinnovabili, il mix energetico italiano è già oggi in grado di sostenere la produzione necessaria".
"La vera svolta è però che questi hub digitali, se ben integrati, possono anche dare un valido contributo alla decarbonizzazione delle città: recuperando il calore generato è possibile fornire energia termica a oltre 800mila famiglie grazie alle reti di teleriscaldamento, come già facciamo a Brescia e come presto faremo a Milano. Vogliamo contribuire a creare un modello di innovazione e sostenibilità, attraverso una simbiosi mutualistica tra i player che sviluppano data center e gli operatori del nostro ambito industriale per vincere la sfida del digitale, ormai inarrestabile”.
Tavazzi (TEHA): “Italia tra le mete più interessanti per i data center”
“Lo sviluppo dei data center rappresenta una leva fondamentale per la crescita economica dell'Italia. Nel 2024, la Data Economy ha generato per il Paese un valore di 60,6 miliardi di euro, pari al 2,8% del PIL nazionale. Nei prossimi 10 anni, nel nostro Paese, il numero di dispositivi IoT e la domanda di servizi cloud sono attesi triplicare, mentre il traffico dati più che raddoppierà. Con queste dinamiche e in ipotesi di allineamento dell'Italia ai livelli dei Paesi più avanzati nel mondo nell’ecosistema digitale, il valore della Data Economy potrà superare i 200 miliardi di euro al 2030. - ha commentato Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Board Member di TEHA.
“I data center sono infrastrutture abilitanti per la crescita digitale. L’Unione Europea, dopo gli Stati Uniti, sono l’area che ne ospita di più e l’Italia si conferma tra le destinazioni più interessanti per le nuove localizzazioni di queste infrastrutture: solo tra febbraio e agosto di quest’anno sono state presentate 67 richieste di connessione per una capacità totale di 15 GW, un valore del 60% superiore alla capacità delle richieste presentate nel quinquennio 2019-2023 (9,1GW). Gli scenari di sviluppo che abbiamo elaborato nello studio indicano che la potenza energetica nominale dei datacenter potrà crescere di quasi 9 volte. Per garantire uno sviluppo sistemico dei datacenter, garantendo il pieno dispiegamento del loro valore per il Paese, è indispensabile una pianificazione strategica integrata che eviti il rischio di replicare modelli di crescita incontrollata con criticità energetiche e infrastrutturali”.
I dati principali dello studio
Questi in sintesi gli aspetti principali emersi dall'indagine: la rapida espansione della connettività e l’adozione su larga scala di tecnologie digitali (cloud, IoT e Intelligenza Artificiale) stanno generando una crescita senza precedenti nella domanda di dati da gestire ed elaborare, rendendo i data center infrastrutture strategiche per la competitività e la transizione digitale. La sfida è riuscire a trasformare impianti altamente energivori (nel 2035 potrebbero raggiungere il 4% dei consumi elettrici globali, il 13% in Italia) in alleati della sostenibilità urbana. Nel mondo si contano 10.332 data center, di cui più di 2.200 in Europa.
L’Italia si posiziona al 13° posto con 168 strutture: la Lombardia emerge come polo strategico in rapida crescita, con Milano che concentra il 46% della potenza nazionale, già davanti a città come Madrid e Zurigo. Quattro le leve strategiche di efficienza individuate per garantire uno sviluppo sostenibile dei data center: recupero di calore, utilizzo di aree brownfield, PPA per rinnovabili e valorizzazione dei RAEE. In uno scenario di pieno sviluppo una loro applicazione integrata consentirebbe un risparmio complessivo di 5,7 milioni di tonnellate di CO₂ l’anno con un beneficio economico stimato di circa 1,7 miliardi di euro.
Il solo recupero del calore di scarto dei data center potrebbe alimentare le reti del teleriscaldamento coprendo il fabbisogno termico di circa 800.000 famiglie, evitando l’emissione di 2 milioni di tonnellate di CO₂, pari a oltre il 5% delle emissioni degli attuali consumi residenziali. Un contributo concreto alla decarbonizzazione del settore. Sul fronte economico, lo sviluppo del settore in Italia potrebbe contribuire dal 6% al 15% della crescita annuale del PIL nazionale, abilitando fino a 150.000 posti di lavoro diretti, indiretti e indotti e rafforzando la competitività digitale del Paese.