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Klimt a Piacenza: i quattro misteri del Ritratto di Signora
Gustav Klimt: Ritratto di Signora

Klimt a Piacenza: i quattro misteri del Ritratto di Signora

Una grande mostra che, come nei titoli di coda di un film ricco di colpi di scena e suspense, suggella un happy ending imprevedibile e probabilmente ormai insperato. Il Ritratto di Signora di Gustav Klimt è stato al centro dell'esposizione dedicata al Maestro viennese promossa dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza e ospitata nelle adiacenti sale di Palazzo XNL, dopo essere stato al centro di singolari vicissitudini degne di un romanzo.

Klimt: l'uomo, l'artista, il suo mondo in mostra a Piacenza

L'esposizione "Klimt - L'uomo, l'artista, il suo mondo", dal 12 aprile al 24 luglio, ha visto esposte oltre centosessanta opere, in un percorso di continuità con la mostra "Klimt. La secessione e l'Italia”, che era stata ospitata a Palazzo Braschi, Roma, dal 27 ottobre 2021 al 27 marzo 2022. Allestita con la collaborazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano e di Arthemisia e curata da Gabriella Belli ed Elena Pontiggia, ha presentato numerose opere klimtiane provenienti dal Belvedere e dalla Klimt Foundation di Vienna. Con uno sguardo a trecentosessanta gradi che ha abbracciato sia l'attività pionieristica dei designer Jugendstil compagni di avventure di Klimt come Josef Hoffmann, Koloman Moser, Joseph Maria Olbrich, sia la profonda influenza esercitata dall'autore del Fregio di Beethoven sugli artisti più giovani. Le più nobili affinità, in Austria, quelle con Oskar Kokoschka e Egon Schiele. Ma la mostra piacentina evidenzia anche l'impatto dell'arte di Klimt su una generazione di artisti italiani che comprende tra gli altri Felice Casorati, Adolfo Wildt, Galileo Ghini, Vittorio Zecchin, Emma Bonazzi, Luigi Bonazza.

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La mostra a Palazzo XNL consolida ulteriormente la grande fortuna che circonda oggi l'arte di Klimt: visionario e innovatore, ha imposto ormai oltre un secolo fa un immaginario iconografico ed estetico che ha saputo sopravvivere anche al manierismo dei suoi epigoni meno ispirati e alla massificazione e mercificazione dei suoi temi e soggetti più noti. Arte preziosa ma anche facilmente accessibile, ermetica ma sensualmente magnetica, antica eppure modernissima. Simbolismo nella sua massima e più fulgida espressione: l'irriducibile e ambigua compenetrazione tra splendore e decadenza continua a rapire e provocare l'intelletto e gli sguardi degli osservatori contemporanei.

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Ritratto di Signora: la storia segreta del dipinto

Ed un posto particolare nella produzione klimtiana è occupato da quel piccolo capolavoro della maturità che è il Ritratto di Signora, una delle uniche tre opere di Klimt presenti su territorio italiano. Realizzato nel 1917, un anno prima della morte dell'autore, vede protagonista una donna dal volto pallido i cui occhi chiari fissano enigmatici l'osservatore. Appartengono ormai al passato i bizantinismi e le cromie sfavillanti del periodo aureo: qui la pittura di Klimt è più libera e vira quasi verso l'espressionismo. Su uno sfondo verdastro e indefinito spicca il vivo vermiglio delle gote e delle labbra della donna, in un elegante e inconfondibilmente klimtiano dialogo con le fantasie floreali dell'abito. L'opera, in possesso del pittore e gallerista milanese Luigi Scopinich, fu acquistata nel 1925 da Giuseppe Ricci Oddi. Entrerà a far parte della omonima galleria costituita dalla collezione del nobile piacentino.

E' nel 1996 che la storia del dipinto cambia radicalmente: una studentessa liceale, Claudia Maga, si accorge delle notevoli somiglianze tra la Signora e la giovane rappresentata in un'opera perduta di Klimt, "Backfisch", realizzata nel 1910 e di cui si sono perse le tracce, ma riprodotta in alcune riviste degli anni Dieci del Ventesimo secolo e da lì anche in successivi cataloghi. Il volto è il medesimo, la posa anche. Uguale pure lo sfondo verde. A cambiare sensibilmente è l'abbigliamento: la ragazza nel catalogo portava un ampio cappello scuro e un boa al collo. Claudia Maga convince la direzione della Galleria piacentina a svolgere indagini più approfondite. E le radiografie confermano l'intuizione della giovane: il Ritratto di Signora è stato realizzato da Klimt modificando la propria precedente opera.

confrontoGustav Klimt: Backfisch e Ritratto di Signora a confronto
 

Ritratto di Signora: il giallo della scomparsa e del ritrovamento del dipinto

E' ancora forte il clamore della scoperta quando, nel febbraio del 1997, la Galleria Ricci Oddi è impegnata nell'allestimento della mostra "Da Hayez a Klimt". Ed è perciò ancor più grande lo sconcerto quando si apprende che, durante le operazioni di imballo, il Ritratto di Signora è stato trafugato. Le circostanze non sono mai state chiarite: pochi giorni dopo il furto sul tetto del museo viene ritrovata la cornice del dipinto. Sembra il preludio al ritrovamento dell'opera, si tratta probabilmente di un depistaggio. Seguono ben ventidue anni di vane ricerche. Sino ai singolari fatti del 10 dicembre 2019: mentre sono in corso i preparativi per la mostra in occasione del decennale della scomparsa di Stefano Fugazza, direttore della Galleria Ricci Oddi all'epoca della scomparsa del dipinto, vengono eseguiti alcuni lavori di giardinaggio lungo il muro esterno della sede. E così viene rinvenuto un sacchetto di plastica all'interno di un piccolo vano chiuso da uno sportello privo di serratura. All'interno del sacchetto c'è una tela. E' il Ritratto di Signora. L'opera di Klimt torna a casa, tra le mura della galleria.  

Una vicenda romanzesca, dicevamo. Ed infatti è attorno ad essa che si sviluppa il romanzo "La modella di Klimt" scritto da Gabriele Dadati ed edito da Baldini+Castoldi nel 2020. Come commenta l'autore, una storia che contiene ancora oggi quattro misteri: chi è la donna del quadro? Perchè Klimt l'ha ridipinta? Chi l'ha rubata e perchè? Chi l'ha restituita e perchè? Enigmi ad oggi senza risposte ufficiali e che contribuiscono ad alimentare il mito del Maestro simbolista austriaco.

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