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Milano
L’ex M5S Forte si fa attaccare dal Pd: dimissioni in commissione antimafia
Monica Forte

L’ex M5S Forte si fa attaccare dal Pd: dimissioni in commissione antimafia

I consiglieri regionali del Partito Democratico Gian Antonio Girelli e Angelo Orsenigo hanno rassegnato le dimissioni dalla commissione speciale antimafia del Consiglio regionale della Lombardia. Il gesto è volto a segnalare il disagio nei confronti della gestione personalistica della commissione da parte della sua presidente, Monica Forte del gruppo misto, espressione delle minoranze con le quali ha da tempo tagliato i ponti, fino alla plateale presa di distanze, ieri in Consiglio, sulla mozione di censura all’assessore La Russa.

Commissione Antimafia, il Pd attacca: "Da Forte gestione personalistica"

I democratici spiegano con una nota "La commissione Antimafia è un organismo fortemente voluto dal Partito Democratico come presidio, anche in Regione Lombardia, contro le infiltrazioni e la diffusione delle organizzazioni criminali nella società, nell’economia e nella politica lombarda. Proprio per questo il Pd ritiene che la commissione debba essere gestita in modo collegiale, perché la lotta alle mafie veda un unico fronte pur nelle differenze politiche, e con una guida affidata alle opposizioni, a maggior garanzia di indipendenza. La commissione antimafia non può e non deve essere la vetrina personale e l’inutile contorno di una presidenza che assume su di sé, e solo su di sé, la rappresentanza dei valori e delle iniziative contro la mafia".

Anche il M5S si dimette: "Forte abbia il coraggio di comunicare la sua adesione al centrodestra"

Dopo il Pd, anche il M5s si dimette dalla commissione antimafia del Consiglio regionale della Lombardia. In una nota, il gruppo pentastellato al Pirellone spiega: "Il Movimento Cinque Stelle, fino ad oggi, ha scelto di riservare indifferenza ai tanti che hanno utilizzato i nostri valori e le nostre idee come un taxi per entrare nelle Istituzioni, salvo poi comportarsi in maniera opposta. Allo stesso modo anche il gruppo regionale aveva scelto di rapportarsi rispetto alle plurime sbandate della consigliera Forte, nei confronti dei cittadini che votando Movimento le hanno permesso di sedere in Consiglio regionale. Non possiamo pero' restare indifferenti di fronte alla slabbratura istituzionale consumatasi ieri con il voto di astensione e la mancata presa di posizione della presidente della commissione antimafia, rispetto alla mozione di censura all'assessore La Russa e al suo saluto romano".

I 5 stelle aggiungono che "la consigliera Forte e' ovviamente libera di mettere la sua professionalita' al servizio alla coalizione di centrodestra che ora governa il Paese, abbia pero' il coraggio di comunicarlo formalmente. Altrimenti, sarebbe logico pensare che l'unica ragione a trattenerla sia l'esigenza di non lasciare la poltrona di presidente della commissione antimafia. Presidenza, e' bene ricordare, raggiunta grazie ai voti della minoranza e grazie al voto degli elettori del Movimento Cinque Stelle. Pertanto, sarebbe opportuno un passo indietro dalla presidenza della commissione in considerazione della nuova collocazione politica della consigliera Forte. Fino ad allora non parteciperemo alle sedute della commissione regionale antimafia".

Forte replica alle accuse: "Per loro occorre essere completamente sdraiati sulle spartizioni"

Il giorno dopo la presa di posizione di Pd e M5S, giungono le parole di Forte, che parte dal nodo della censura a La Russa: “Non ci siamo trovati allineati su una mozione di censura. Le punizioni sono state le dimissioni e il tentativo di bloccare i lavori di un organo consiliare che dovrebbe avere come unico interesse il bene dei cittadini. Nulla conta per loro il lavoro della commissione antimafia, i molti provvedimenti che in questa legislatura siamo riusciti a produrre e a votare sempre. Anzi, questi elementi infastidiscono. Disturba chi lavora e più ancora di chi lavora disturba chi non si allinea. Per loro, occorre essere completamente sdraiati sulle spartizioni determinate dalle segreterie regionali dei partiti”.

Forte: "Nuova collocazione politica? Libera di esprimere le mie opinioni"

Rispondendo nel merito delle accuse dei dimissionari: “I colleghi del M5S fanno riferimento ad una mia presunta “nuova collocazione politica” ma da più di un anno sono nel gruppo misto e il mio atteggiamento in commissione e in Aula è sempre stato lo stesso, così come sono sempre stata libera nell’esprimere le mie opinioni anche quando ero nel Movimento. Movimento che al contrario in quanto a collocazione politica ha poco da insegnare visto che con il loro presidente Conte si è collocato politicamente ovunque”.

 Forte al Pd: "Ma in Comune la Commissione antimafia è saldamente in mano alla maggioranza"

La Commissione Antimafia va “alle opposizioni”, dicono i colleghi del PD, “a maggiore garanzia di indipendenza”. “Questo vale in Consiglio regionale e basta, per loro, perché così hanno deciso i partiti – evidenzia la presidente Forte - Non vale a Milano però dove la presidenza della commissione antimafia è saldamente nelle mani della maggioranza, a guida PD, da tre legislature e lì non mi risulta si lamentino dell’assenza di garanzia di indipendenza. Allora forse dovrebbero fare pace con loro stessi e riconoscere che la garanzia di indipendenza si misura sulla concreta gestione dei lavori e sulla serietà istituzionale di chi presiede. Ovviamente né statuto né regolamento, in consiglio regionale, prevedono ciò che loro affermano. Ma questo non importa, importa ciò che appare giusto al loro Partito. Le Istituzioni diventano accessori e armi di lotta politica”.

Forte: "Mancata condivisione in Commissione antimafia? Mentono sapendo di mentire"

Per quanto riguarda poi l’accusa di mancata gestione collegiale della Commissione, risponde la presidente: “Mentono sapendo di mentire. Ogni provvedimento, ogni iniziativa, ogni evento discusso e lavorato in Commissione è stato istruito in maniera collegiale e condivisa, come l’importante progetto di legge attualmente ancora in lavorazione a cui evidentemente non sono interessati, e, difatti, tutti approvati all’unanimità. Ogni intervento fatto in aula dai colleghi oggi dimissionari ha, in questi quasi 5 anni, sottolineato il lavoro costruttivo e condiviso della Commissione. L’ho fatto e lo rifarei perché per me quelli che discendono dal ruolo che ho avuto in questa legislatura sono doveri imprescindibili, più importanti di noi eletti”.

Infine, il consigliere dimissionario di +Europa afferma che l’“atteggiamento proibizionista sulle droghe” renderebbe Forte “inidonea a presiedere una commissione antimafia”. “Non entro nel merito della questione in quanto un rappresentante radicale che radicalizza il principio per cui o si è d’accordo, oppure non sei adeguato a ricoprire un ruolo istituzionale mi fa sentire in imbarazzo per lui, anche alla luce del fatto che non più di cinque mesi fa ha sottoscritto convintamente e votato positivamente un provvedimento sul contrasto al traffico di stupefacenti che, per sua stessa ammissione e con tanto di dichiarazione in aula, era il frutto di un lavoro condiviso. Io farò il mio dovere fino in fondo, fino all’ultimo giorno di lavoro delle commissioni e con lo stesso impegno".

Forte: "Per ricandidarmi non chiederò il permesso a colleghi maschi o capicorrente locali. E non mi dimetto"

“Nel frattempo non uso violenza al mio diritto di dire in Aula ciò che penso e poi a un certo punto deciderò anche se mi voglio ricandidare e quindi con chi. E non chiederò il permesso ai miei colleghi maschi o capicorrente locali. Sono convinta – conclude la presidente Monica Forte - di non dover rassegnare le mie dimissioni dalla presidenza della commissione antimafia. L’uso strumentale che si è fatto di un pensiero libero garantito dalla Costituzione e l’uso politico delle istituzioni, rivalendosi su di esse quando un'opinione non piace, è quanto di più basso ci si possa attendere da rappresentanti dei cittadini. Io da cinque anni dormo con la coscienza a posto e continuerò a farlo, non sono sicura che tutti loro potranno, dopo le dichiarazioni di ieri, fare altrettanto. Ringrazio tutti i gruppi politici e i colleghi che mi hanno manifestato pubblicamente solidarietà”. 

Beccalossi: "Forte vittima di mobbing politico, Pd scandaloso"

“Il comportamento del PD nei confronti di Monica Forte è scandaloso. In pratica, boicottano il suo ruolo a guida della commissione Antimafia per la sola colpa di avere ragionato con la propria testa in occasione della mozione di censura su Romano La Russa. Un atto ai limiti del mobbing politico”.  Lo dichiara Viviana Beccalossi, presidente del Gruppo Misto in Consiglio regionale, commentando la notizia delle dimissioni dei consiglieri del PD facenti parte della commissione Antimafia, presieduta da Monica Forte. “Nel suo intervento di ieri in Aula-prosegue Viviana Beccalossi- Monica Forte si è limitata a esprimere disagio per una mozione pensata per esacerbare gli animi politici, esprimendo -da donna- soddisfazione per il fatto che proprio una donna per la prima volta nella storia potrebbe guidare il governo italiano. Il giorno dopo, con una tempistica quasi comica, i consiglieri del PD denunciano una presunta gestione personalistica della commissione Antimafia, quando è chiaro a tutti cosa ha mosso queste dimissioni”. “Bel gesto di democrazia -conclude- proveniente proprio da chi ieri ha tenuto per mezza giornata il consiglio regionale a parlare di pericolo fascista. Da che pulpito, viene da dire”.

Lucente (FdI): "Forte vittima del bullismo del PD"

Ed anche il consigliere di Fratelli d'Italia Franco Lucente parla di "bullismo, prepotenza, incapacità di accettare il pensiero libero"nei confronti di Forte, che avrebbe ricevuto "il trattamento che i galantuomini del Pd riservano a chi non si aggrega al loro volere. Quello che è successo con la commissione antimafia è indegno non solo nei confronti della nostra collega, ma anche nei confronti dell’Istituzione". Conclude Lucente: "La nostra solidarietà alla collega Forte, che certo non si farà intimidire da questi comportamenti ingiusti e ingiustificabili”

Comazzi (Forza Italia): "Le dimissioni sono una ritorsione nei confronti di Forte"

 "A chiunque non porti un paraocchi risulta evidente che le dimissioni dei componenti della minoranza dalla commissione speciale Antimafia siano una ritorsione nei confronti del presidente Monica Forte, colpevole di ragionare con la sua testa senza sottostare ai diktat di un partito, al quale peraltro non appartiene". Lo afferma Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale della Lombardia. "Le motivazioni addotte dai consiglieri di minoranza - prosegue - sono da teatro dell'assurdo. A detta loro, infatti, Forte sarebbe rea di non aver votato la mozione di sfiducia nei confronti dell'assessore La Russa, agendo in maniera libera e non ideologica. Ma che attinenza ha questo tema con quello del contrasto alle mafie, del quale si occupa Forte in qualità di presidente della commissione? È evidente che le dimissioni dei consiglieri di Pd, M5S e +Europa siano una vendetta politica nei confronti di una persona non allineata e indipendente da ogni partito". "Mi auguro - conclude Comazzi - che Monica Forte non ceda di fronte a queste pressioni e continui a svolgere il suo ruolo. È inaccettabile che un qualsiasi gruppo politico pretenda di condizionare le azioni di un consigliere liberamente eletto, il quale deve rispondere del suo operato soltanto ai lombardi e alle istituzioni".

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