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Lombardia zona arancione da lunedì. Altri 4.557 nuovi casi e 48 decessi
Milano zona arancione

Lombardia zona arancione da lunedì. Altri 4.557 nuovi casi e 48 decessi

La Lombardia da lunedi' 1 marzo diventa zona arancione. Lo ha comunicato il ministro della Salute, Roberto Speranza alla Regione. Nel frattempo continuano a crescere i contagi. Questi i dati di oggi, 26 febbraio: tamponi effettuati: 46.725 (di cui 34.454 molecolari e 12.271 antigenici) totale complessivo: 6.566.513; nuovi casi positivi: 4.557 (di cui 186 'debolmente positivi'); guariti/dimessi totale complessivo: 505.819 (+1.071), di cui 3.786 dimessi e 502.033 guariti; in terapia intensiva: 416 (+9); ricoverati non in terapia intensiva: 4.034 (+10); decessi, totale complessivo: 28.275 (+48). I nuovi casi per provincia: Milano: 1.145 di cui 457 a Milano città; Bergamo: 358; Brescia: 918; Como: 289; Cremona: 149; Lecco: 197; Lodi: 51; Mantova: 180; Monza e Brianza: 505; Pavia: 220; Sondrio: 78; Varese: 365.

Fontana: Lombardia zona arancione, prendiamo atto ma basta stillicidio settimanale

“Mi ha appena chiamato il ministro della Salute, Roberto Speranza, per comunicare che da lunedì prossimo, 1 marzo, la Lombardia sarà in fascia arancione. Prendiamo atto della decisione, ma è arrivato il momento che i tecnici e gli scienziati studino e poi ci dicano in modo chiaro e definito come superare questo stillicidio settimanale attraverso regole stabili e sicure. Le informazioni scientifiche ormai ci sono. I cittadini e le imprese devono essere garantiti nella vita quotidiana con un orizzonte più lungo della verifica settimanale. Hanno necessità di programmare e avere maggiori certezze. Il nuovo Governo può dare un importante segnale di discontinuità su questo tema e - sono certo - avrà al suo fianco le regioni”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.

“Ogni settimana, da mesi – aggiunge il governatore - il venerdì, tutte le regioni e i cittadini del nostro Paese attendono il responso e l’Ordinanza del ministero della salute, in un inevitabile quadro di oscillazioni di aperture e chiusure per le attività non solo economiche”. “Sono mesi che nell’ interlocuzione con il Governo – conclude Fontana - insisto su un punto: sappiamo molto bene quali sono i comportamenti non pericolosi e quelli compatibili con le diverse attività sociali ed economiche, a patto di seguire le regole che tutti ci siamo dati. Auspico quindi che si lavori su questo trovando un equilibro tra la necessità di garantire da un lato la sicurezza sanitaria e, dall’altro, la tenuta del sistema economico”.

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