Milano 2027, tutti (ma proprio tutti) i nomi circolati nel centrodestra finora - Affaritaliani.it

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Milano 2027, tutti (ma proprio tutti) i nomi circolati nel centrodestra finora

A due anni dalle elezioni, sono già numerosi i nomi di possibili candidati sindaco fatti circolare in città. Alcuni sono già sfumati, altri restano caldi. Cominciamo con quelli del centrodestra

di Nicolo Rubeis

Milano 2027, tutti (ma proprio tutti) i nomi circolati nel centrodestra finora

A due anni dalle comunali di Milano, sono già diversi i nomi circolati come possibili candidati sindaci per il centrodestra. Fino a qualche mese fa, in pole position c'era l'ormai ex presidente della Fondazione Fiera Milano Enrico Pazzali, che si è autosospeso dopo le indagini sulla società Equalize da lui fondata per presunto dossieraggio illegale. Tramontata l'ipotesi Pazzali, a catena sono scese anche le quotazioni di Giovanni Bozzetti, docente di Turismo culturale e Sviluppo del territorio della Cattolica di Milano. Inizialmente, per Palazzo Marino, Fratelli d'Italia aveva pensato anche a lui, già assessore con Letizia Moratti, poi consigliere dell'attuale presidente del Senato Ignazio La Russa e fondatore di una società di consulenze che si occupa dell'internalizzazione di aziende italiane in mercati esteri con focus sugli Emirati Arabi Uniti. Ma Bozzetti sembra più destinato a sostituire Pazzali alla guida della Fondazione Fiera Milano. 

La Russa ha lanciato Maurizio Lupi


Sulla scelta del candidato, chi vorrebbe dare le carte è La Russa, che un paio di mesi fa ha organizzato una cena - molto discussa - a casa sua per parlare della partita di Milano, dove ha sottolineato la necessità di puntare su un profilo politico. In quell'occasione, il presidente del Senato avrebbe ribadito di vedere bene, finalmente, una discesa in campo di Maurizio Lupi, il nome che ritorna con forza per il centrodestra prima di ogni elezione in città. Un'idea, emersa sempre a casa La Russa, sarebbe quella di affiancare a Lupi anche una vicesindaca come Andrée Ruth Shammah, direttrice e anima del Teatro Franco Parenti, che però si è già fatta intervistare per declinare la possibile offerta. 

L'altolà a Lupi - su cui è sempre stato anche freddo il leader della Lega Matteo Salvini - è arrivato da Forza Italia, che dopo la morte di Silvio Berlusconi si è riorganizzata, allargando la sua base, con la volontà di apparire come il partito dei moderati, distinto dalla destra nazionalista di FdI e da quella sovranista della Lega. 

Resta per convincere Calenda

Anche il segretario azzurro, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, si è esposto in prima persona dicendosi contrario a una candidatura politica. Forza Italia, che inizialmente aveva messo sul piatto il ritorno di Letizia Moratti, già sindaca di Milano e oggi europarlamentare e presidente della Consulta del partito, spinge per un sindaco civico e vorrebbe lanciare l'ex rettore del Politecnico Ferruccio Resta, stimato anche dalla Lega. Gli azzurri hanno anche proposto al centrodestra di allargare il perimetro della coalizione per intercettare il voto riformista che a Milano può garantire un bel bacino di voti. L'obiettivo è convincere Azione ad appoggiare una candidatura come quella di Resta, anche se il partito di Carlo Calenda siede oggi tra i banchi della maggioranza di centrosinistra a Palazzo Marino. Per farlo gli azzurri, tramite il coordinatore lombardo Alessandro Sorte, hanno anche ipotizzato di lasciare ad Azione la casella di vicesindaco, magari per una persona come Giulia Pastorella, invitata da Forza Italia - che la corteggia da tempo - ai congressi municipali del partito svolti qualche settimana fa.

Tra gli azzurri, oltre al nome di Moratti, c'è anche quello del sottosegretario alla Difesa Matteo Perego di Cremnago così come quello del consigliere regionale Giulio Gallera. Anche FdI può contare su diversi profili politici di spessore, come quelli del presidente della commissione Finanze della Camera Marco Osnato o dell'europarlamentare Carlo Fidanza. Difficilissimo però, se non impossibile, che i due siano della partita. Così come è molto improbabile che il partito di Giorgia Meloni coinvolga nella sfida Geronimo La Russa, figlio di Ignazio e presidente dell'Aci Milano. Il suo è sicuramente un nome circolato, ma FdI si è convinta nel tempo che per Milano è meglio evitare un candidato troppo di parte. 
 
E negli ultimi giorni lo stesso Ignazio La Russa si è detto pronto a valutare anche importanti candidature civiche. Come potrebbe essere quella di Urbano Cairo, l'editore del Corriere della Sera che più di un anno aveva aperto alla possibilità di correre per Palazzo Marino - "È la mia città, perché no?" -, ma che si è recentemente sfilato dalla contesa. Nel 2015 fu Salvini a proporgli la carica di primo cittadino. Offerta che Salvini avrebbe recentemente fatto anche al direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti. 

De Albertis metteva d'accordo tutti, ma l'urbanistica oggi...

Un nome civico che metteva d'accordo in molti nel centrodestra era quello di Regina De Albertis, prima presidente donna di Assimpredil Ance. Ipotesi però tramontata con l'emergere dei problemi sull'urbanistica cittadina, che la rendono un profilo potenzialmente a rischio di conflitti d'interesse. Dal mondo universitario, invece, oltre a quello di Resta, un nome caldo è quello della rettrice della Bicocca Giovanna Iannantuoni, profilo che potrebbe interessare anche al centrosinistra.

Mentre l'ultimo nome per il centrodestra di cui si è parlato in ordine cronologico è quello del giornalista e conduttore Roberto Parodi, ingegnere ed ex dirigente di banche estere, fratello maggiore di Cristina Parodi e Benedetta Parodi e cognato dell'europarlamentare Pd Giorgio Gori. Parodi, che è anche un motociclista, ha criticato più volte le politiche sulla mobilità dell'amministrazione di Beppe Sala. Molto attivo sui social, ha anche aiutato FdI a raccogliere firme per un referendum contro i divieti del Comune alla circolazione delle moto. 
 
Chi non è mai stato ancora citato è invece un profilo che rappresenta un evergreen per il centrodestra, ossia il chirurgo Paolo Veronesi, presidente della fondazione creata da suo padre Umberto. 

 

 








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