Milano
Milano, Orlandi (FdI): "Al voto prima del 2027? E' realistico. E siamo prontissimi"
Il coordinatore cittadino di Fratelli d'Italia Simone Orlandi: "Non vediamo l’ora di offrire qualcosa di meglio alla città. I temi? Tantissimi: urbanistica da sanare, trasporti bloccati da un’ideologia green. E ovviamente sicurezza"

Milano, Orlandi (FdI): "Al voto prima del 2027? E' realistico. E siamo prontissimi"
Dopo gli ultimi sviluppi dell'inchiesta urbanistica e lo sgombero del Leoncavallo, si riaccende il dibattito sul futuro politico della città. E anche di possibili elezioni anticipate. Simone Orlandi, coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, non ha dubbi: “Sala avrebbe dovuto dimettersi da tempo. È realistico immaginare un voto già dopo le Olimpiadi del 2026”. Nell’intervista ad Affaritaliani.it Milano, Orlandi rilancia i temi chiave del centrodestra (urbanistica, trasporti e sicurezza) e risponde all’appello di Forza Italia sulla scelta del candidato sindaco. L'INTERVISTA
Coordinatore Orlandi, il capolinea della Giunta Sala potrebbe giungere in anticipo? Quanto è realistico immaginarsi le elezioni prima del 2027, magari post-Olimpiadi?
È quello che sarebbe giusto fare: Sala avrebbe dovuto dimettersi quando è diventato evidente che non riusciva più a fare bene il sindaco — lo diciamo dall’inizio. Quindi sì, è realistico immaginare elezioni prima del 2027, anche subito dopo le Olimpiadi. Il problema è che Sala sembra attaccato mani e piedi alla poltrona e vuole assolutamente restare sindaco, quando invece Milano meriterebbe di meglio e un cambio sarebbe importante.
Il centrodestra, FdI in testa, sarebbe pronto a una campagna elettorale anticipata? Quali sono i temi sui quali intendete puntare?
Noi, come Fratelli d’Italia, siamo prontissimi a una campagna elettorale anticipata: determinati, con liste, candidati e consiglieri di municipio già sul pezzo. Non vediamo l’ora di offrire qualcosa di meglio alla città. I temi? Tantissimi: partirei dall’urbanistica (da sanare), dai trasporti bloccati da un’ideologia green che ha immobilizzato Milano, e ovviamente dalla sicurezza. Sulla sicurezza e sul “modello Milano” ci siamo già espressi in modo chiaro e netto.
In un'intervista ad Affariitaliani.it Milano, il coordinatore regionale di Forza Italia, Alessandro Sorte, ha lanciato un appello a Fratelli d'Italia per chiarire al più presto quale sarà la strategia sul candidato. Qual è la vostra posizione? Sarà Fratelli d’Italia a determinare il candidato?
Con Forza Italia, Lega e gli altri alleati bisogna parlarsi non sui giornali. Come coordinatore cittadino mi confronterò con gli altri coordinatori, ma è ovvio che su un tema importante come il candidato per Milano si confronteranno anche i livelli nazionale e regionale. Fratelli d’Italia, da primo partito, si assume la responsabilità che gli compete. Ma siccome la scelta ha anche logiche nazionali e regionali, è opportuno discuterne nelle sedi giuste, non a mezzo stampa — perciò non rilascerò dichiarazioni di dettaglio ora.
Astraendo dal nome, alla coalizione serve un civico o, dopo le sconfitte di Parisi e Bernardo, è opportuno puntare su un profilo politico forte e riconoscibile?
Più che “politico”, “imprenditore” o “civico”, deve essere un buon candidato sindaco, all’altezza di ciò che Milano merita. I tempi? Il più breve possibile: lavoreremo per questo. Un errore dell’ultima campagna (caso Bernardo) è stato arrivare tardi e parlare troppo sui giornali: stavolta ci si ritrova e si decide con gli alleati, non in prima pagina.
Passando alla cronaca, Pietro Bussolati, consigliere regionale del PD, in una nostra intervista, ha ipotizzato che lo sgombero anticipato del Leoncavallo sia stata una risposta “goffa” alla cattiva gestione del caso dei bambini rom di 12 anni coinvolti nell’incidente stradale. Le sembra un’interpretazione verosimile?
Le due cose non c’entrano nulla: l’interpretazione di Bussolati non è verosimile. Lo sgombero del Leoncavallo è sacrosanto: da trent’anni quello stabile era occupato abusivamente e diventato di fatto un locale per concerti ed eventi senza rispettare regole, autorizzazioni, tasse e contributi. C’è stato perfino un pronunciamento che ha portato lo Stato a pagare circa 3 milioni di euro di danni per i rinvii dello sfratto: un paradosso a carico dei contribuenti. Questa operazione ristabilisce la legalità, in linea con la linea del Viminale sulle occupazioni abusive. Non vedo cosa c’entri il tragico caso dei minori rom coinvolti nell’incidente: sono piani diversi.
Dopo lo sgombero, i militanti del Leoncavallo hanno manifestato nuovamente l'intenzione di "regolarizzarsi", chiedendo uno stabile regolare al Comune, che ha predisposto con un bando apposito. Come risponde Fratelli d'Italia? Quali sono i vostri progetti per i centri sociali irregolari che ancora permangono in città?
Cosa significhi “regolarizzarsi” va capito bene. L’idea che la “storicità” dia punteggi o corsie preferenziali è sbagliata: aver occupato abusivamente per decenni non è un merito — se mai, dovrebbe penalizzare. Regolarizzarsi significa fare tutto in regola: se vuoi fare attività culturali e concerti, paghi SIAE, chiedi i permessi, rispetti antincendio e capienza, metti in regola chi lavora, come fanno tutte le discoteche e tutti i locali di Milano. Il Comune faccia un bando con criteri trasparenti: partecipano tutti e vince chi è più meritevole e ha più diritto, non chi ha occupato in passato. In una Milano guidata dal centrodestra, i centri sociali irregolari non devono più esistere: si rispettano le leggi e si utilizzano gli spazi pubblici tramite bandi veri, senza zone franche né “aiutini” post-sgombero. Lo abbiamo detto chiaramente: legalità, niente favoritismi, e pari regole per tutti.