Auto e Motori
Assicurazioni e incidenti stradali: dal 1° luglio il CAI si compila online con SPID
Dal primo luglio gli automobilisti potranno compilare il modulo CAI direttamente da smartphone, ma il cartaceo non scompare: ecco cosa sapere.

Dal 1° luglio 2025, la constatazione amichevole d’incidente cambia pelle. O meglio, diventa un tocco di dito.
Sì, perché entra ufficialmente in funzione su tutto il territorio nazionale il modulo CAI digitale, la versione online del vecchio Cid che ogni automobilista conosce bene, e che – nel momento forse più concitato della guida, dopo un sinistro – rappresenta il primo passo per avviare una richiesta di risarcimento. Una piccola rivoluzione per milioni di italiani, che da ora potranno gestire buona parte della burocrazia post-incidente direttamente dal proprio smartphone.
La novità arriva in un contesto in cui i numeri parlano chiaro. Solo nel 2024 si sono registrati circa 1,8 milioni di incidenti stradali in Italia, e ben l’80% dei sinistri è stato gestito attraverso il risarcimento diretto. Significa che, in oltre un milione e mezzo di casi, gli automobilisti coinvolti hanno dovuto compilare il modulo CAI per comunicarlo alla propria compagnia assicurativa. Un gesto semplice sulla carta, ma che nella pratica, con lo stress del momento, può rivelarsi più complicato di quanto sembri.
Ora, però, la tecnologia promette di semplificare. E non poco. Lo ricorda l’AIPED, l’Associazione Italiana Periti Estimatori Danni, che ha seguito da vicino l’evoluzione normativa e partecipato attivamente alla consultazione pubblica lanciata da IVASS – l’autorità di vigilanza sulle assicurazioni. A partire dal 1° luglio, le imprese assicurative dovranno garantire a tutti i propri clienti la possibilità di compilare la constatazione direttamente online, tramite un’app o una piattaforma web.
L’interfaccia sarà simile a quella di un modulo digitale qualsiasi, con campi da riempire per inserire luogo, data, targa dei veicoli coinvolti, descrizione della dinamica e fotografie scattate sul posto. A rendere il documento valido, però, non sarà più la classica firma a penna bensì quella digitale: Spid o Carta d’identità elettronica (CIE) saranno i due strumenti ammessi per autenticare la dichiarazione.
Il vantaggio? Più precisione e meno errori. L’inserimento dei dati tramite sistemi digitali dovrebbe ridurre il rischio di fraintendimenti, refusi o omissioni, migliorando la qualità delle informazioni trasmesse alla compagnia. Inoltre, l’invio sarà immediato: niente più copie da scannerizzare o documenti smarriti nella confusione del momento. Il tutto nel rispetto della privacy e della sicurezza informatica, grazie a protocolli certificati e accessi controllati.
Ma non tutto cambia. E per fortuna, verrebbe da dire. Perché una trasformazione davvero inclusiva non può dimenticare chi, per età, abitudini o semplicemente mancanza di dimestichezza, con il digitale ha un rapporto complicato. È questo uno dei punti chiave sollevati proprio da AIPED nel corso della consultazione. L’associazione ha ottenuto dall’IVASS un importante risultato: il modulo CAI cartaceo resterà sempre disponibile, e le compagnie avranno l’obbligo di garantire agli assicurati la possibilità di scegliere tra formato digitale e cartaceo, senza penalizzazioni.
Un compromesso ragionevole, che evita la discriminazione digitale e tutela gli utenti più fragili. Ma soprattutto un segnale di equilibrio, che sottolinea come la transizione tecnologica non debba per forza trasformarsi in imposizione. Come ricorda il presidente di AIPED, Luigi Mercurio, “il modulo CAI digitale rappresenta certamente un miglioramento in termini di qualità dei dati e velocità di trasmissione, ma non modifica i tempi di apertura del sinistro, che oggi avviene comunque entro 24-48 ore dalla denuncia”.
In effetti, la vera partita non si gioca sulla rapidità, ma sull’efficienza e sulla semplificazione. E se in un futuro prossimo il digitale prenderà il sopravvento anche in questo ambito, è fondamentale che il sistema continui a tenere conto delle esigenze di tutti. Perché non tutti gli automobilisti sono under 40 con lo smartphone in tasca e Spid attivo. E in mezzo a un incrocio, dopo un urto, non sempre c’è il tempo o la lucidità per recuperare password, riconoscimenti facciali e codici temporanei.
Sarà dunque interessante osservare come gli assicurati reagiranno a questa novità. Le compagnie, dal canto loro, dovranno rivedere i propri flussi interni, formare il personale di assistenza clienti e aggiornare le app. Anche i periti e i professionisti del settore sinistri dovranno adattarsi, imparando a leggere, verificare e analizzare documenti generati da sistemi digitali, magari corredati da fotografie inviate in tempo reale e geolocalizzate.
In ogni caso, l’introduzione del modulo CAI digitale rappresenta un passo inevitabile e coerente con i tempi. Dopo la dematerializzazione del certificato di assicurazione e la diffusione della targa parlante, era logico che anche il modulo di constatazione prendesse la via della digitalizzazione. Una strada che, come spesso accade in Italia, si percorre a piccoli passi, cercando un equilibrio tra innovazione e realtà.
Non è una rivoluzione che farà sparire code, ritardi o disaccordi in fase di sinistro. Ma può contribuire a rendere più fluido e accessibile un passaggio chiave della gestione assicurativa. Con l’auspicio che, in futuro, le tecnologie possano anche aiutare a prevenire gli incidenti, oltre che a registrarli. Per ora, però, l’obiettivo è chiaro: semplificare la vita agli automobilisti, un modulo alla volta.