Auto elettriche: a luglio +40%, crescono le immatricolazioni in Italia - Affaritaliani.it

Auto e Motori

Ultimo aggiornamento: 11:31

Auto elettriche: a luglio +40%, crescono le immatricolazioni in Italia

A luglio le immatricolazioni di auto elettriche crescono del 40%, ma resta il nodo degli incentivi ISEE e di una diffusione ancora troppo lenta rispetto all’Europa.

Luglio si chiude con un segnale controcorrente nel panorama dell’automotive italiano: mentre il mercato complessivo rallenta, le immatricolazioni di auto elettriche tornano a correre.

I dati parlano chiaro: 5.764 nuove auto full electric targate, pari a un +40,59% rispetto allo stesso mese del 2024. Una crescita robusta, che porta la quota di mercato delle BEV al 4,85%, quasi un punto e mezzo in più rispetto al 3,27% registrato un anno fa.

Un risultato che fa riflettere, soprattutto alla luce del contesto generale. Il mercato auto italiano, infatti, nel suo complesso arretra: -5% su base annua, con 118.948 immatricolazioni. E il dato progressivo gennaio-luglio non è più incoraggiante: 977.522 unità registrate, in calo del 3,71% rispetto ai primi sette mesi del 2024 e ancora molto distante dai livelli pre-pandemici.

Eppure, nell’oceano di difficoltà che sta attraversando il settore, l’elettrico mostra una resilienza sorprendente. Nei primi sette mesi del 2025, le auto elettriche immatricolate in Italia sono state 50.539, con un incremento del 30,86% rispetto allo stesso periodo del 2024. La market share, anche in questo caso, è in crescita: 5,17%, contro il 3,8% dell’anno scorso. Il parco circolante full electric nel nostro Paese raggiunge così i 324.611 veicoli.

Fabio Pressi, presidente di Motus-E, osserva con attenzione l’evoluzione in corso. “Il mercato continua a mostrare segnali di tenuta, ma l’attesa per i nuovi incentivi rischia di trasformarsi in un freno. È positivo che il Governo abbia annunciato agevolazioni mirate alle fasce a basso reddito per settembre, ma ora bisogna essere rapidi e chiari. Le risorse sono limitate e vanno spese in tempi brevi”.

Il riferimento è al nuovo schema di incentivi riservati ai cittadini con ISEE inferiore ai 30.000 euro (con bonus fino a 11.000 euro in caso di rottamazione). Una misura che, pur lodevole nelle intenzioni, rischia di restare appannaggio di pochi. In Italia, dove la media del reddito disponibile è tra le più basse d’Europa e il patrimonio immobiliare rende l’accesso al bonus più complicato, la fascia potenzialmente beneficiaria è ristretta.

E il confronto europeo non aiuta a rincuorare: in base ai dati aggiornati a giugno, le quote di mercato BEV si attestano al 17,22% in Francia, 18,47% in Germania, 9,64% in Spagna e addirittura 24,78% nel Regno Unito. L’Italia si ferma al 6,06%. Peggio fanno solo Grecia, Slovacchia e Repubblica Ceca. Paesi come Belgio e Olanda, intanto, navigano su quote ben più alte: 30,40% e 35,35%.

Un altro fronte interessante è quello delle auto aziendali e dei fringe benefit, che stanno iniziando a giocare un ruolo crescente nel trainare la diffusione delle elettriche, in particolare tra i plug-in hybrid. Ma anche qui, il nodo resta sempre lo stesso: servono misure stabili e prolungate nel tempo.

L’altro segnale incoraggiante arriva dal comparto dei veicoli commerciali leggeri elettrici, settore spesso trascurato nel dibattito pubblico. A luglio, 899 immatricolazioni, per una market share del 5,41%. Nei primi sette mesi dell’anno, le unità immatricolate sono 5.159, pari a una quota del 4,72%. Un risultato solido, soprattutto considerando l’assenza di incentivi strutturali specifici per questa categoria.

Anche qui, Pressi sottolinea l’importanza di intervenire con decisione: “Il segmento dei furgoni elettrici prosegue lungo una buona traiettoria. L’attivazione delle misure annunciate potrebbe rafforzare ulteriormente la tendenza, soprattutto nelle aree urbane, dove sempre più spesso il trasporto commerciale sarà vincolato da limiti di accesso”.

La fotografia di luglio mostra quindi un’Italia ancora in affanno nel complesso, ma con segnali incoraggianti sul fronte della mobilità elettrica. I numeri non sono ancora paragonabili a quelli dei Paesi europei più virtuosi, ma la direzione è tracciata. Resta da vedere se le misure promesse riusciranno a trasformare questa crescita fragile in una solida tendenza di lungo periodo.