Dacia Duster 2026: nuovi motori hybrid 155 e mild 140 - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 08:32

Dacia Duster 2026: nuovi motori hybrid 155 e mild 140

La nuova Dacia Duster alza l’asticella: arrivano mild hybrid 140 e hybrid 155, dotazioni aggiornate e prezzi allineati alle versioni precedenti. Efficienza, guida facile e Value for Money.

di Giovanni Alessi

C’è un filo rosso che attraversa la storia di Dacia Duster: rendere accessibile ciò che altrove costa di più.

In tredici anni e oltre 2,2 milioni di esemplari, il B-SUV che ha democratizzato l’off-road leggero ha imparato a cambiare senza tradire la sua natura. Il segreto è nell’equilibrio tra essenzialità, robustezza e una tecnologia messa al servizio della vita di tutti i giorni. Con l’apertura ordini di mild hybrid 140 e hybrid 155, la formula si aggiorna puntando su efficienza e piacere di guida, due parole chiave che non suonano come slogan, ma come risposte concrete alle esigenze di chi usa l’auto in città e nel weekend.

Mild hybrid 140: il tre cilindri Miller che alleggerisce i pieni

Il primo livello di elettrificazione della gamma è il nuovo mild hybrid 140, che manda in pensione il 130. Il cuore è un benzina 1.2 tre cilindri a ciclo Miller, scelto per ridurre le perdite di pompaggio e migliorare il rendimento. A supporto lavora un sistema 48V capace di dare coppia nelle fasi di avviamento e accelerazione, mentre il cambio manuale a 6 marce mantiene quel controllo “meccanico” che tanti clienti apprezzano. La frenata rigenerativa ricarica in trasparenza la batteria da 0,8 kWh, senza complicare la guida. Il risultato si vede alla pompa: consumo medio 5,4 l/100 km e 122 g/km di CO2, con un taglio intorno al 10% rispetto ai motori termici equivalenti. Sono numeri che contano perché non chiedono rinunce: la spinta elettrificata è discreta ma percepibile, la risposta del tre cilindri è più piena e la marcia urbana diventa più fluida.

Hybrid 155: l’ibrido “vero” che parte sempre in elettrico

Il passo successivo è il nuovo hybrid 155, già visto su Bigster e ora al centro dell’offerta Duster. La ricetta tecnica mette insieme un 4 cilindri benzina da 109 CV, un motore elettrico da 50 CV e uno starter/generatore ad alta tensione, con batteria da 1,4 kWh (230 V) e cambio automatico elettrificato senza frizione, dotato di 4 rapporti per il termico e 2per l’elettrico. In pratica, l’auto si avvia sempre in modalità 100% elettrica e, in città, può viaggiare a zero emissioni fino all’80% del tempo. È qui che la tecnologia si fa sostanza: la gestione intelligente dei flussi energetici e il rendimento della trasmissione permettono 4,6 l/100 km nel ciclo combinato, -8% rispetto al precedente hybrid 140, e emissioni a partire da 105 g/km di CO2 (-7 g/km). Non c’è teatralità, c’è silenzio in partenza, scorrevolezza ai semafori e un effetto “scooter” che toglie stress al traffico.

Dotazioni: più comfort e sicurezza, con l’ACC al posto giusto

Al lancio delle nuove motorizzazioni, Duster coglie l’occasione per ritoccare l’equipaggiamento dove fa la differenza nell’uso quotidiano. Sulle versioni alte di gamma, la regolazione lombare del sedile guida debutta sull’allestimento Journey, mentre per i modelli ibridi arriva l’Adaptive Cruise Control: di serie su Journey, in opzione su Extreme. Non è un vezzo tecnologico, è uno strumento che rende più rilassante la tangenziale e più regolare la marcia su statali trafficate. Insieme alla frenata rigenerativa e alla taratura dell’automatico, contribuisce a quell’idea di efficienza reale che non vive solo nei dati omologativi, ma si misura nel tragitto casa-lavoro.

Prezzi: il Value for Money resta il faro

Il marchio ribadisce il suo posizionamento Value for Money: le nuove motorizzazioni entrano agli stessi prezzi delle versioni che sostituiscono, con l’unica eccezione di Journey ed Extreme, che registrano un ritocco di 50 euro. È una scelta precisa, perché legare l’innovazione a un delta minimo di listino significa ampliare la platea di chi può permettersi un ibrido senza sacrificare il budget familiare. È anche un messaggio al mercato: la decarbonizzazione non deve essere un lusso, e la Dacia Duster vuole restare la risposta più concreta a chi cerca un SUV affidabile, spazioso e poco esigente in manutenzione.

Su strada: pragmatico, confortevole, coerente

Al volante, il mild hybrid 140 punta su elasticità e consumi; l’erogazione del tre cilindri è smorzata dall’assistenza elettrica e il manuale a sei rapporti invita a guidare sciolti. Il hybrid 155 è la scelta per chi fa città ogni giorno e vuole la comodità dell’automatico: le ripartenze sono morbide, il veleggio in elettrico è frequente, il passaggio tra le unità è naturale. Non cerca di sembrare premium, preferisce essere coerente: seduta corretta, buona visibilità, comandi chiari. E quando la strada si fa sterrata, il telaio conserva quell’indole sincera che ha fatto la fortuna del modello, con un comfort che perdona buche e giunti.

Perché adesso: il momento giusto per l’ibrido accessibile

In un mercato che chiede efficienza senza complicazioni, la nuova Dacia Duster coglie il punto: ibridizzazionepragmatica, consumi ridotti, dotazioni sensate e prezzi sotto controllo. È l’evoluzione di un progetto che ha imparato a fare di più con il giusto, moltiplicando il valore percepito. Chi sceglie Duster oggi non compra un manifesto tecnologico, ma uno strumento affidabile per ogni giorno. E, a conti fatti, è esattamente questo che molti automobilisti cercano.