Porsche Cayenne Electric: oltre 600 km WLTP e ricarica 400 kW - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 14:44

Porsche Cayenne Electric: oltre 600 km WLTP e ricarica 400 kW

di Giovanni Alessi

Porsche non si limita a elettrificare un’icona: con la nuova Cayenne Electric rilancia l’idea di SUV ad alte prestazioni per l’uso quotidiano e i lunghi viaggi.

La base tecnica è un’evoluzione della PPE la piattaforma Premium Platform Electric sviluppata internamente  qui perfezionata con architettura a 800 volt, gestione dell’energia più intelligente e un nuovo sistema di trazione che promette efficienza senza rinunciare alla dinamica di guida tipica del marchio. È il punto in cui l’heritage dei modelli termici incontra la maturità dell’elettrico.

I numeri sono ambiziosi e  soprattutto  credibili. Sul ciclo WLTP la Cayenne Electric dichiara oltre 600 chilometri di autonomia; su strada, prototipi quasi di serie hanno superato le 350 miglia (563 km) in autostrada a velocità costante vicino ai 113 km/h, segno che l’auto sa trasformare la teoria in pratica. «Con la Cayenne Electric portiamo le prestazioni elettriche a un livello del tutto nuovo», spiega Michael Steiner, vicepresidente del Consiglio di Amministrazione e responsabile Ricerca e Sviluppo di Porsche AG. Dietro c’è un lavoro di integrazione profonda tra hardware e software, dove ogni watt conta.

Il cuore tecnico è la batteria ad alta tensione da 113 kWh lordi, integrata nella scocca. Non è solo un “serbatoio” di energia: funge da elemento strutturale, aumenta la rigidità e abbassa il baricentro, con ricadute dirette sulla precisione di guida. Il rapporto celle/involucro migliora del 12% rispetto alla batteria della Taycan di seconda generazione, riducendo pesi e ingombri. Anche la sicurezza passiva sale di livello grazie a moduli con profili in alluminio progettati per assorbire l’energia dell’urto e proteggere le celle in caso di impatto.

La chimica delle celle punta a massimizzare densità energetica e ricarica rapida. La batteria impiega sei moduli intercambiabili per un totale di 192 celle pouch: anodo in grafite-silicio e catodo NMCA (nichel-manganese-cobalto-alluminio) con nichel all’86%. Così si ottiene una densità energetica superiore del 7% rispetto alla Taycan di seconda generazione e un miglior rendimento nelle fasi di carica, con benefici sia sull’autonomia sia sulla vita utile della batteria.

Il segreto della costanza sta nella temperatura giusta. Debutta un raffreddamento bidirezionale che controlla la batteria dall’alto e dal basso, mantenendo ogni cella nell’intervallo ideale a prescindere da clima, potenza richiesta e stile di guida. Nuovi ventilatori di pressione ad alta efficienza riducono i consumi interni di circa il 15% rispetto alle ventole tradizionali. Sopra tutto lavora la gestione termica predittiva: un cervello che incrocia dati di navigazione, topografia, traffico e abitudini del conducente per preparare la batteria alla prossima sosta e garantire una ricarica rapida e ripetibile, stagione dopo stagione.

Capitolo ricarica: la Cayenne Electric alza l’asticella. Alle colonnine HPC a 800V accetta fino a 400 kW, passando dal 10 all’80% in meno di 16 minuti. In 10 minuti si recuperano oltre 300 km, e fino a circa 50% di SoC la potenza rimane elevata, fra 350 e 400 kW. Non è un picco effimero, ma una curva ampia pensata per i trasferimenti rapidi. Ancora più significativo: la batteria raggiunge performance ottimali già da 15 °C, condizione reale per molte stagioni europee. E dove la rete è a 400V, l’interruttore di alta tensione interno consente comunque ricariche fino a 200 kW senza ricorrere a un booster esterno, preservando efficienza e semplicità.

Anche la vita quotidiana diventa più comoda. Dal 2026 arriverà Porsche Wireless Charging, la ricarica induttivadomestica da 11 kW con piastra One Box a pavimento. Si parcheggia sopra il pad, l’auto lo rileva e si abbassa di pochi millimetri: la ricarica parte da sola, con efficienza fino al 90%, paragonabile alla AC via cavo. L’app My Porsche permette di impostare fasce orarie, monitorare le sessioni e autorizzare più veicoli, rendendo la gestione della ricarica parte naturale dell’esperienza d’uso.

Tutto questo non avrebbe senso se non parlasse il linguaggio della guida. L’integrazione della batteria nella scocca, la distribuzione dei pesi e i nuovi controlli di trazione e rigenerazione mirano a preservare la firma dinamica di Porsche: inserimenti precisi, stabilità in appoggio, prontezza all’uscita di curva. La promessa è una Cayenne Electric capace di sostenere ritmi elevati senza degrado sensibile delle prestazioni, grazie a una piattaforma termicamente “serena” e a una catena di trazione efficiente anche quando la richiesta di potenza sale.

Nel contesto di una transizione che chiede concretezza, la risposta di Porsche è una tecnologia che lavora “dietro le quinte” per rendere la mobilità a batteria più prevedibile: un’autonomia che regge ai fatti, una ricarica davvero rapida e ripetibile, una gestione energetica che limita gli imprevisti. Se l’elettrico vuole convincere chi macina chilometri, deve vincere la sfida dei tempi di sosta e della costanza di rendimento: è qui che raffreddamento bidirezionale, gestione termica predittiva e architettura a 800 volt diventano fattori competitivi, non semplici voci di scheda tecnica.

La Cayenne Electric entrerà presto in gamma e, al di là dei numeri, lancia un messaggio chiaro: si può puntare su efficienza e prestazioni allo stesso tempo, senza snaturare il DNA del marchio. Se i dati annunciati saranno confermati in produzione, la ricetta – 113 kWh strutturali, oltre 600 km WLTP, 400 kW di picco, ricarica efficace anche a 400V e wireless domestico – mette il nuovo SUV nella parte alta del segmento, dove l’elettrico non è più un compromesso ma un moltiplicatore di esperienza.