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Skoda Octavia: la wagon diventa Hybrid plug-in

Sapete qual è stata nel 2020 la wagon più venduta in Italia? Secondo l’Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) è la Skoda Octavia.

La best seller Skoda Octavia, arrivata alla quarta generazione, si ripropone aggressiva più che mai aggiungendo all’offerta tradizionale benzina e diesel, anche le varianti a Metano G-Tec, mild hybrid e plug-in hybrid. Bene, noi abbiamo provato la versione plug-in (il listino parte da 37.000 chiavi in mano) guidandola da Milano a Forte dei Marmi andata e ritorno. Innanzitutto, iniziamo con lo scrivere che la Skoda Octavia è disponibile nelle carrozzerie berlina e Wagon e anche nelle varianti SCOUT e RS; con trazione anteriore o integrale, con cambio manuale oppure con cambio automatico a doppia frizione DSG. E’ bastata un’oretta di guida per capire le ragioni del successo di questa bella Wagon: generosa abitabilità generosa, spazio a volontà, eccellente rapporto qualità-prezzo, ma anche elevata sicurezza attiva e passiva.

Sotto il cofano. La versione ibrida della nuova Octavia è disponibile in due diverse potenze: una da 205 CV (150 kW) e 350 Nm la coppia massima (Octavia iV) e l’altra da 245 CV (180 kW) e 400 Nm di coppia massima (Octavia RS iV). Il motore, per entrambe le versioni, è il benzina 1.4 TSI 150 CV (110 kW) che “collabora” con un motore elettrico da 85 kW gestiti da una sofistica elettronica di controllo. La differente potenza di sistema è ottenuta grazie a un software messo a punto in modo diverso per ciascuna delle due vetture. Il motore elettrico impiegato sui modelli Octavia iV, che sviluppa una potenza di 85 kW  è stato tuttavia sviluppato ulteriormente dal punto di vista tecnico. Il motore elettrico trifase a magnete permanente è integrato nel cambio DSG a sei rapporti ed è separato dal motore a combustione da una frizione. Su entrambe le versioni iV è di serie un cambio DSG a 6 rapporti con selezione delle marce elettronica, mediante tecnologia shift by wire.

Autonomia e ricarica. Skoda dichiara fino a 60 chilometri di autonomia esclusivamente elettrica nel ciclo WLTP. Con trazione elettrica, la velocità massima è di 140 km/h. Le emissioni medie di CO2 sono di 30 g/km circa – e il propulsore rispetta la normativa Euro 6d. La batteria può essere comodamente ricaricata a una normale presa domestica o a una wallbox. A una presa da 230 V, la batteria si ricarica dallo 0 all’80% in 3 ore e 45 minuti, mentre per raggiungere il 100% sono sufficienti 5 ore. Collegata a una wallbox da 3,6 kW, l’80% della ricarica viene raggiunto in 2 ore e 33 minuti, il 100% dopo 3 ore e 33 minuti.

La nostra prova. Probabilmente la tecnologia plug-in hybrid ha come conseguenza la “perdita” di spazio rispetto alle versioni endotermiche (sacrificio dovuto alla presenza del pacco batteria sotto il pianale). Per l’eventuale proprietario sarebbe ideale avere anche un garage con presa di ricarica per partire ogni mattina con le batterie cariche altrimenti ci si porta in giro qualche chilo in più di litio con relativo aumento di consumi. Chiaro, però, che è un problema che vale per tutte le vetture elettrificate che si ricaricano con la spina. Per il resto, la nuova Octavia plug-in è davvero sorprendente. Oltre a comodità (apprezzabile soprattutto nei lunghi viaggi), spazio, accessibilità, visibilità e interfaccia uomo/macchina, abbiamo apprezzato la posizione di guida leggermente rialzata, lo sterzo (pronto e preciso), l’accelerazione (buona sullo scatto per una vettura di queste dimensioni), la ripresa e, ad occhio e croce, anche i consumi. Che di questi tempi…