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Politica
Alluvione in Emilia Romagna: Bonaccini senza pudore, vada a casa
Stefano Bonaccini

Alluvione in Emilia Romagna, il mito della "buona amministrazione" non c'è più

Non basterà tutta la pioggia che è caduta in questa alluvione per lavare la coscienza degli amministratori emiliano romagnoli. Non può andare sott’acqua mezza regione, con quasi tutti i torrenti esondati, e sentire Bonaccini dare la colpa al fato.

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Gli amministratori vivono in un territorio figlio delle paludi, non portano a termine le casse di espansione per drenare l’acqua in eccedenza intorno ai fiumi, non tolgono le ostruzioni nei torrenti, non puliscono i fossati di scolo, non curano la sicurezza degli edifici a rischio, non risanano il territorio più pericoloso e prendono anche per i fondelli i propri cittadini, come Bonaccini che scrive sui social: “L’undicesimo anno dal sisma in Emilia cade nel momento in cui siamo alle prese con un nuovo terremoto: l’alluvione che in questi giorni ha colpito il nostro territorio”.

Bonaccini alluvione  facebook
 

No, il terremoto è un evento imprevedibile, l’alluvione non lo è! Tanto meno in una terra per definizione “alluvionale” come l’Emilia Romagna. E come si fa, dopo questo disastro atteso, a dargli anche l’incarico di ricostruire? Perché il presidente Bonaccini, in più, aspira a fare il commissario speciale alla ricostruzione!

E’ ora, dopo 14 morti, 36.000 sfollati e migliaia che hanno perso ogni avere, risparmi e lavoro, che Bonaccini e il suo gruppo dirigente vadano a casa. Sarebbe il minimo sindacale. Anche perché quando costruisci una vita in Emilia Romagna nessuno ti regala niente. Se compri casa a Bologna, Faenza, Forlì, Ravenna, Cesena, Castel Bolognese o altre zone della Romagna non te la fanno pagare metà del prezzo perché prima o poi ti ritroverai 2 metri d’acqua in casa o un fiume che ti scoppia in cantina!

E’ caduta una gran massa d’acqua, non paragonabile a quella riversatasi in Veneto nel 2018. Luca Zaia, appena diventato presidente, memore dell’alluvione del 2010 su Padova e Vicenza, ha investito 2,1 miliardi di euro per mitigare le piene. Così facendo non ha avuto nel 2018 danni all’abitato e alle colture nonostante i 700 millimetri di pioggia (il doppio dei 300 caduti in Romagna oggi). Quindi qualche riflessione andrebbe fatta. Invece no, i media mainstream ripetono il refrain che è colpa del cambiamento climatico. Al resto ci pensa la spettacolarizzazione del dolore in tv.

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