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Politica
Sanità, altro che "modello virtuoso" in Emilia: commissariamento vicino
Stefano Bonaccini

Sanità Emilia Romagna: rischio commissariamento? Per le opposizioni i numeri parlano chiaro. Per la Regione nessun problema

La burrasca in Emilia Romagna non tende a placarsi. Il disavanzo della Sanità regionale non è di 400 milioni di euro, come annunciato dagli stessi vertici regionali, ma di oltre 800 milioni di euro, precisamente 837.906.008. Lo scrive nero su bianco proprio la Regione guidata da Stefano Bonaccini nel Bilancio Consolidato del 2022 (Delibera Num. 2150 del 05/12/2022 Seduta Num. 50). Con Affaritaliani possiamo mostrare la delibera.

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Questo, tradotto, vuol dire che il commissariamento della Sanità nella Regione rossa, che per anni è stata descritta come “modello virtuoso”, forse perché i media amici ripetono ancora a pappagallo i vecchi dettami anteguerra del fu Partito comunista, comincia a diventare qualcosa di più forte di una balzana ipotesi.

Dall’ente fanno sapere che tra trattative con il governo, manovre, previsti rientri di milioni da Roma e altre riduzioni di spesa il buco “monstre” verrebbe ridotto a 70 milioni di euro. Ma anche una somma minore come questa comporterebbe prima una diffida del Consiglio dei Ministri e in mancanza di un piano di rientro che ripiani il buco un commissariamento della spesa sanitaria. Questo capitolo di spesa copre l’80% della spesa complessiva della Regione.

“Si può sforare in deficit fino al 5% delle risorse nazionali assegnate”, spiega ad Affaritaliani la consigliera regionale di Forza Italia Valentina Castaldini, “cioè sui 9 miliardi assegnati all’Emilia-Romagna, circa 450 milioni di euro. Oltre tale soglia si andrà automaticamente verso il commissariamento”.

Ma i numeri veri restano un’incognita. Ottimo per la regione modello. 

Michele Facci della Lega ad Affari: “Contestiamo all'amministrazione Donini (l’assessore regionale alla Sanità, ndr) la scarsa trasparenza circa i conti della sanità, che

FAcci michele
Michele Facci (Lega)

vengono approvati sistematicamente con ritardo di un anno, impedendo un reale controllo e chiarezza sull'andamento della spesa. A dicembre 2022 era certificato un buco di 837 milioni, dopo 4 mesi non conosciamo se e come è stato ripianato, visto che anche delle verifiche bimestrali non c'è traccia”.

L’accento sulla mancata trasparenza del governo Pd non è una novità. Sia Castaldini che Facci hanno potuto supervisionare il Bilancio Consolidato del 2022 dove è evidente che il meno pesi per una cifra di ben 837,9 milioni di euro. “Siamo davanti ad una data storica”, aggiunge Castaldini, “una vera e propria resa dei conti, tra chi continua a dire che va tutto sostanzialmente bene e chi, come la sottoscritta, ha cercato di capire e sviscerare il problema le cui radici sono più profonde e già note prima del Covid”.

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