Politica

Governo, i presidenti FdI si smarcano. "Non firmeremo l'appello pro-Draghi"

Nota congiunta di Marsilio-Acquaroli-Musumeci

Crisi di governo, Meloni: "Appello a Draghi? Istituzioni usate come sezioni di partito" 

Il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni si smarca dall'appello "Draghi resti premier" lanciato dalla gran parte dei primi cittadini italiani.

"Mi chiedo se tutti i cittadini rappresentati da Gualtieri, Sala, Nardella o da altri sindaci e presidenti di Regione che si sono espressi in questo senso, condividano l'appello perché un governo e un Parlamento distanti ormai anni luce dall'Italia reale vadano avanti imperterriti, condannando questa Nazione all'immobilismo solo per garantire lo stipendio dei parlamentari e la sinistra al governo", si domanda la leader di Fdi

E, "indipendentemente da chi li ha votati, mi chiedo se sia corretto che questi sindaci e governatori che rappresentano tutti i cittadini che amministrano, anche quelli che la pensano diversamente, usino le Istituzioni così, senza pudore, come se fossero sezioni di partito. La mancanza di regole e di buonsenso nella classe dirigente in Italia comincia a fare paura", ha concluso Meloni. 

Crisi di governo, Musumeci-Marsilio-Acquaroli: "No alle forzature di chi ha un ruolo istituzionale"

Ma non è tutto. I governatori della Meloni hanno annunciato di rifiutarsi di firmare l'appello pro-Draghi. In una nota congiunta il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci oltre a dirsi contrari, hanno definito il gesto una "forzatura istituzionale". 

"Da sempre crediamo che l'Italia abbia bisogno di un governo con un chiaro mandato popolare, coeso e con un programma condiviso dalle forze politiche che lo sostengono per risolvere i problemi concreti dei cittadini. È l'esatto contrario di quello che abbiamo visto in questa legislatura, caratterizzata da Esecutivi nati nel Palazzo e appoggiati da partiti divisi su tutto”, si legge nella nota. 

“La crisi del governo presieduto da Mario Draghi ne rappresenta solo il triste epilogo e non sottoscriveremo nessun appello affinché resti a Palazzo Chigi. Non condividiamo questa iniziativa, lanciata da alcuni colleghi, sia nel merito che nel metodo”, affermano i governatori di Fratelli d'Italia. 

Nel merito, "crediamo che in questo momento l'Italia possa permettersi tutto tranne che un governo immobile, paralizzato dai giochi di palazzo e dagli scontri tra i partiti di maggioranza”, si legge. Mentre nel metodo "un presidente di Regione o un Sindaco rappresentano anche i cittadini che vogliono andare a votare e non possono permettersi di utilizzare le Istituzioni che rappresentano per finalità politiche o, peggio, di partito. Sono forzature che chi ricopre un ruolo istituzionale non può permettersi, né tanto meno promuovere", conclude la nota.