Assemblea Pd, accordo su Epifani. Sarà un segretario-traghettatore

Dovrebbe essere quello di Guglielmo Epifani il nome che il gruppo ristretto presenterà sabato all'assemblea del Pd come nuovo segretario del partito. Stando alle voci che arrivano da diversi dirigenti democratici, l'ex segretario della Cgil è la figura sulla quale si sarebbe registrata la maggiore convergenza e domani verrà proposto all'assemblea. A breve dovrebbe esserci una comunicazione ufficiale.
Si era già ristretta a due nomi la corsa per la successione di Pier Luigi Bersani. E se nelle ultime ore era prevalsa la linea di affidarsi ad una figura esperta, anziché ad un giovane cone Roberto Speranza e aveva sempre più perso quota l'ipotesi di Piero Fassino, impegnato come sindaco di Torino, si era parlato soprattutto di Anna Finocchiaro e Guglielmo Epifani, appunto.
Su Speranza avrebbero pesato le perplessità dei giovani turchi, di Massimo D'Alema, ma anche di Walter Veltroni e di molte altre aree del partito che non ritengono saggio riaprire la questione del capogruppo alla Camera.
I due nomi in lizza hanno una connotazione piuttosto definita, visto che Epifani, secondo le voci Pd, è un nome gradito soprattutto a Bersani e Franceschini, mentre la Finocchiaro è considerata più vicina a D'Alema.
"Mi candido a segretario perché penso che il Pd sia l'investimento più importante che abbiamo fatto in questi anni. Una candidatura che presenterò al congresso, non per una reggenza. So di non essere un leader politico, però voglio dare una mano. E lo faccio anche con qualche violenza a un carattere che mi avrebbe spinto a rimanere dov'ero". Lo ha dichiarato Gianni Cuperlo, che difende il metodo delle primarie per scegliere il segretario: "Sono un fatto indiscutibile. Studieremo le modalità, ma la base non capirebbe un segretario scelto dagli iscritti".
Critico sul futuro del Pd è l'ex alleato Nichi Vendola, che domani sarà in piazza a Roma con la manifestazione 'La cosa giusta', per la riorganizzazione di un nuovo cantiere della sinistra: "L'assemblea di domani del Pd - spiega il leader di Sel - è l'ennesimo episodio dei suoi contorcimenti nevrotici. Il partito è sull'orlo di una crisi di nervi. Non sappiamo che ne sarà".