Politica
Astensionismo, FdI e Lega i vincitori. Regionali, su Affari l'analisi sul voto
Batosta più pesante per il Movimento 5 Stelle
Elezioni regionali, l'analisi sui flussi elettorali
Di Roberto Baldassari, direttore Generale Lab21.01
Appena conclusa la due giorni elettorale analizziamo, in maniera prettamente numerica quello che appare come primo grande dato inequivocabile: il cosiddetto crollo dell’affluenza. Nella regione Lombardia tra coloro che hanno diritto al voto si sono recati alle urne solo il 41,7%, quasi 30 punti in meno rispetto alle elezioni regionali del 2018. In maniera sincronica anche nel Lazio il ministero dell’interno certifica una diminuzione di 30 punti percentuali facendo fermare l’asticella dell’affluenza al 37,2% (66,6% nel 2018).
Ma, in termini di voti assoluti quali sono state le performance dei principali partiti italiani? L’astensionismo è il vero vincitore, come detto, senza ombra di dubbio ma vediamo nel dettaglio quello che è successo nel Lazio e nella Lombardia.
Prima di addentrarci nella “selva oscura” del voto assoluto è d’obbligo una duplice premessa: nel 2018 si votava insieme alle regionali anche per le elezioni politiche; nelle elezioni politiche del settembre 2022 non erano presenti le liste a supporto del candidato presidente che probabilmente hanno drenato una parte dei voti dei partiti d’origine del candidato governatore (come la lista Lombardia ideale – Fontana presidente che in Lombardia raggiunge un risultato eccezionale raccogliendo 177 mila voti pari al 61,6% probabilmente drenandoli alla lega di Matteo Salvini).
Nella regione guidata da Attilio Fontana, che registra una vittoria percentuale sonante notiamo come in termine di voto assoluto perdono oltre 400 mila voti Azione/Italia Viva - 76,6%, oltre 700 mila voti Fratelli Di Italia (- 49,8%) che però ne guadagna oltre 500 mila su base regionale 2018 con un incremento record del 280%. Il partito che perde meno voti assoluti in proporzione rispetto alle politiche 2022 è la Lega di Matteo Salvini con una diminuzione di 195 mila voti (29,1%; -1.077.612 rispetto alle regionali del 2018). In difficoltà anche il Movimento 5 Stelle che è in assoluto il partito che lascia più voti sul campo 820 mila voti (- 87,9%) rispetto alle regionali del 2018 e 105 mila voti rispetto alle politiche del 2022 (- 48,2%). Non brillano neanche il Partito Democratico e Forza Italia che perdono rispettivamente oltre 300 mila voti (- 34,6%) e 190 mila (- 47,7%) rispetto alle politiche del 2022 e quasi 1 milione di voti assoluti insieme rispetto alle elezioni regionali della Lombardia nel 2018 (Forza Italia -72,2%; Partito Democratico -37,7%).
Passando all’analisi del voto nel Lazio anche qui quasi tutti i partiti fanno registrare il segno meno, eccezion fatta per il partito guidato da Matteo Salvini unico partito che aumenta di oltre 40 mila voti rispetto alla tornata elettorale politica del 2022 facendo segnare una crescita del 46,9% (percentuale più o meno analoga ma con segno opposto se il confronto è fatto rispetto alle elezioni regionali del 2018 che evidenzia una perdita di 120 mila voti). I due partiti che escono maggiormente sconfitti rispetto alle politiche 2022 sono il Movimento 5 Stelle e Azione – Italia Viva che lasciano sul campo rispettivamente oltre 270 mila voti il M5S (-67,5%) e 150 mila voti Azione/I.V. (-66,7%). Appaiati nella diminuzione percentuale rispetto al 2022 il Partito Democratico (-210 mila voti; -40,2%) e Fratelli Di Italia (-325 mila voti; -38,5%) con la “piccola” differenza che rispetto alle regionali 2018 il partito guidato dal Presidente Meloni guadagna il 135,7% (+300 mila voti) mentre quello guidato da Enrico Letta perde il 41,9% ovvero oltre 200 mila voti.
Argina l’emorragia di voti Forza Italia facendo registrare una diminuzione percentuale del 30% rispetto alle politiche del 2022 dato che però si raddoppia se rapportato alle elezioni regionali del 2018 (-240 mila voti; -64,9%).