Banche, extraprofitti? Non se ne parla. Meloni non vuole guerre, ma il tema fa gioco a Salvini - Affaritaliani.it

Politica

Ultimo aggiornamento: 18:46

Banche, extraprofitti? Non se ne parla. Meloni non vuole guerre, ma il tema fa gioco a Salvini

Le posizioni dei partiti e il "gioco" delle opposizioni

Di Alberto Maggi

Forza Italia pronta anche a far cadere il governo

Tassare gli extraprofitti della banche o no? Quasi certamente no. La manovra economica per il 2026 è ancora tutta da scrivere e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti scioglierà le riserve e scoprirà le carte dei conti pubblici solo dopo la metà di ottobre.

E a quel punto capiremo quante risorse ci sono a disposizione per la Legge di Bilancio. Ma la proposta della Lega, sostenuta dal M5S, da una parte del Pd e da AVS, di tassare gli istituti di credito per trovare nuove risorse incontra il no secco e categorico di Forza Italia e la freddezza di Fratelli d'Italia.

Per il partito del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani non esiste nemmeno la parola extraprofitti, si tratta di un'invenzione, e assolutamente non dovranno esserci nuove tasse a carico di nessuno nella manovra, né banche né super-ricchi. Pena addirittura la caduta del governo - assicurano fonti di Forza Italia. Al massimo la strada potrebbe essere quella di un accordo come lo scorso anno tra gli istituti di credito e il ministero dell'Economia e delle Finanze, avallato da Palazzo Chigi, per favorire in qualche modo la crescita e aiutare imprese e cittadini.

Ma non ci saranno imposizioni. Su questo anche da Fratelli d'Italia assicurano che la premier Giorgia Meloni non ha alcuna intenzione di ingaggiare uno scontro con il mondo delle banche, proprio adesso che sta nascendo il terzo polo del credito tutto italiano con l'acquisizione di Mediobanca da parte di Mps. Ricapitolando: la Lega spinge per colpire gli extraprofitti, le opposizioni in teoria sono d'accordo ma lo fanno in modo politico e strumentale per dividere la maggioranza, Forza Italia dice mai e poi mai.

Fratelli d'Italia, azionista di maggioranza del governo, accetterà soltanto un'intesa con le banche e nessuna tassazione imposta e calata dall'alto. A Matteo Salvini questa battaglia, pur sapendo che gli diranno di no, conviene moltissimo elettoralmente perché tra famiglie e piccole imprese, stando a quanto riferiscono in Parlamento, il gradimento per il mondo delle banche non è certo elevato. Ma da Forza Italia ribattono che un secondo dopo l'ok del Parlamento (o del governo) alla nuova tassazione, le banche scaricherebbero l'imposta su correntisti e imprese. In sostanza un boomerang, che non ci sarà.

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