Politica

Beppe Grillo: la decadenza del vecchio comico. Mentre parla la gente si alza e se ne va perché ha l’aereo

Di Giuseppe Vatinno

Ormai a Grillo non se lo fila più nessuno. I Cinque Stelle sono al tramonto

Beppe Grillo: la decadenza del vecchio comico. Mentre parla la gente si alza e se ne va perché ha l’aereo

Lo scenario era al Parlamento europeo a Bruxelles. Atmosfere vellutate e profumo di potere. Il comico non più ex, visto che ormai è tornato ad esercitare il mestiere di guitto, stava arringando una stanca e satura platea durante un convegno sul reddito di cittadinanza universale, una delle tante corbellerie che dopo aver fatto danni ingentissimi in Italia con una voragine nei conti pubblici dello Stato sta cercando di esportare a livello internazionale. L’evento era organizzato al terzo piano del Palazzo Altiero Spinelli da due eurodeputate, Sabrina Pignedoli e Laura Ferrara che per questo meritano una mozione di disdoro particolare. Grillo era -come al solito- partito di retorica quando improvvisamente decine di persone hanno smobilitato all’unisono, quasi obbedendo ad un atavico senso di sopravvivenza.

Presi gli abiti, le borse, le giacche, le merendine, si sono alzate e se la sono filata alla grande. A quel punto l’ex politico se ne è accorto ed ha esternato costernato: «Dove andate? Oh? Ferma, ferma, finito, finito!», “A Sor Tribuno” –gli avrà detto qualcuno- C’avemo l’aereo”. A quel punto Grillo ha sbiancato ed ha chiesto: “E che ca**o di aereo? Va bene allora vi saluto”.

Ormai a Grillo non se lo fila più nessuno

Ma quelli se ne erano già andati alla velocità della luce ed a lui non è restato che farsi un paio si tristi selfie con chi invece non era riuscito a scappare per tempo, dopo che i commessi avevano bloccato le porte, come in un film di Fantozzi. Insomma, una figuraccia di quelle grosse, potremmo dire universali ed internazionali che restituiscono la misura di quanto ormai Grillo non sia più assolutamente capace di incidere tra la gente che finalmente ha capito il giochetto. Parla di povertà, ma solo di quella altrui- mentre lui è ricco sfondato e prende un ultra - stipendio –che qualcuno chiama malvagiamente “paghetta” ma dovrebbe invece chiamare “pagona”- da colui il quale gli ha sfilato il Movimento, e cioè Giuseppe Conte.

Parla di lotta all’inquinamento –sempre altrui- e se ne va in giro con un motoscafo super-inquinante in Sardegna, dove alloggia in villa. E così via.

I Cinque Stelle sono al tramonto, lo sono da tempo, hanno ormai qualche raro guizzo di pseudovitalità veicolato da quel grandissimo marpione cosmico che risponde al nome di Giuseppe Conte, ma ormai sono destinati a fondersi con quello che una volta era l’odiato Pd, anzi “Pdl – l”, come lo sbeffeggiava Grillo.

È vero che c’è ancora qualche strascico in giro, come Luigi Di Maio nel Golfo Persico (pensate come siamo messi) e Virginia Raggi a Roma, ormai ridimensionata al ruolo di semplicissima consigliera comunale. Ma i danni per l’Italia restano, si pensi solo alla pazzia dei Superbonus e dei Bonus che hanno prodotto buchi nel bilancio di centinaia di miliardi di euro. Fin troppo hanno dunque resistito gli ascoltatori di Grillo a Bruxelles. Dovevano prendere l’aereo precedente.